A fronte di una fortissima espansione dell’olivicoltura a livello globale e una sempre maggiore richiesta di grandi quantità di materiale di propagazione sano e certificato, la produzione di piante di olivo, ancora oggi, non può sostanzialmente contare sull’apporto di efficienti protocolli di micropropagazione, come avviene per altre specie legnose. Ciò sembra essenzialmente connesso alla difficoltà nel contenere alcuni costi della fase di proliferazione e nel ridurre la forte genotipo-dipendenza in risposta alle diverse procedure di laboratorio. Tuttavia, con la consapevolezza che le tecniche di coltura in vitro offrono inesplorate potenzialità nella propagazione dell’olivo, da diversi anni presso il laboratorio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (DSA3) dell’Università degli Studi di Perugia vengono condotti specifici studi su genotipi commerciali e locali, italiani e non, tra cui ‘Moraiolo’, Dolce Agogia’, ‘Correggiolo’, ‘Canino’, ‘San Felice’, ‘Zard’ e ‘Rooghani’. Con questo lavoro si è inteso riassumere le più significative esperienze sperimentali condotte presso il DSA3, che hanno permesso di acquisire ulteriori informazioni in merito alla stabilizzazione, alla proliferazione e alla radicazione in vitro, nonché alla possibilità di allestire ‘capsule’ e ‘semi sintetici’ attraverso l’impiego di matrici nutritive e protettive di alginato di calcio, come strumento innovativo da offrire alla pratica vivaistica per la gestione del materiale vitro-derivato. Lo studio di sostanze atte a ridurre o sostituire l’impiego della zeatina durante la fase di moltiplicazione oppure l’effetto di trattamenti mirati ad interrompere la dormienza delle gemme o a stimolare la rizogenesi in propaguli unipolari di olivo da sottoporre ad incapsulamento sono alcune tra le più interessanti linee di ricerca riportate nel presente lavoro.

Studi condotti presso il DSA3 di Perugia su tecniche di coltura in vitro di olivo

MICHELI, Maurizio
;
GARDI, Tiziano;PROSPERI, Francesco;SISANI, Giorgio;
2018

Abstract

A fronte di una fortissima espansione dell’olivicoltura a livello globale e una sempre maggiore richiesta di grandi quantità di materiale di propagazione sano e certificato, la produzione di piante di olivo, ancora oggi, non può sostanzialmente contare sull’apporto di efficienti protocolli di micropropagazione, come avviene per altre specie legnose. Ciò sembra essenzialmente connesso alla difficoltà nel contenere alcuni costi della fase di proliferazione e nel ridurre la forte genotipo-dipendenza in risposta alle diverse procedure di laboratorio. Tuttavia, con la consapevolezza che le tecniche di coltura in vitro offrono inesplorate potenzialità nella propagazione dell’olivo, da diversi anni presso il laboratorio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (DSA3) dell’Università degli Studi di Perugia vengono condotti specifici studi su genotipi commerciali e locali, italiani e non, tra cui ‘Moraiolo’, Dolce Agogia’, ‘Correggiolo’, ‘Canino’, ‘San Felice’, ‘Zard’ e ‘Rooghani’. Con questo lavoro si è inteso riassumere le più significative esperienze sperimentali condotte presso il DSA3, che hanno permesso di acquisire ulteriori informazioni in merito alla stabilizzazione, alla proliferazione e alla radicazione in vitro, nonché alla possibilità di allestire ‘capsule’ e ‘semi sintetici’ attraverso l’impiego di matrici nutritive e protettive di alginato di calcio, come strumento innovativo da offrire alla pratica vivaistica per la gestione del materiale vitro-derivato. Lo studio di sostanze atte a ridurre o sostituire l’impiego della zeatina durante la fase di moltiplicazione oppure l’effetto di trattamenti mirati ad interrompere la dormienza delle gemme o a stimolare la rizogenesi in propaguli unipolari di olivo da sottoporre ad incapsulamento sono alcune tra le più interessanti linee di ricerca riportate nel presente lavoro.
2018
978-88-940276-8-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1411665
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