Manuale di progettazione per la scuola. Progettare, quando i beneficiari sono persone, può significare immaginare il percorso e gli strumenti necessari per portare qualcosa o qualcuno (comunità, gruppo, singole persone) da una situazione data a una desiderata. I modelli iniziali di progettazione, mediati dalle scienze militari, dall’ingegne- ria e dall’architettura si ispiravano alla “razionalità assoluta” ovvero all’ipotesi che chi sta progettando sia in grado di esercitare un controllo su tutte le variabili in gioco, quasi come se, è il caso di un pro- getto nel contesto dell’istruzione e della formazione, non vi fosse il contesto stesso in cui il progetto si realizza, e gli altri contesti di vita delle persone, a influenzarne gli esiti. Le attività che utilizzano un modello di razionalità tecnica mirano a risolvere problemi applicando teorie o tecniche scientificamente valide, attuano, quindi, una soluzione di tipo strumentale, adat- tando determinati mezzi a specifici fini. Le professioni che operano in questo senso hanno alla loro base una forte conoscenza sistematica, un solido supporto teorico e un sapere scientifico stabile con- sentiti da contesti di riferimento fissi, da fini definiti, al contrario di quelle professioni incapaci di produrre certezze dal momento che operano nell’ambiguità, nell’incertezza, nella complessità, nella mobilità e nel cambiamento. Il contesto nel quale opera la progettazione con finalità formative, è bene ricordarlo, è contesto umano, quindi, per eccellenza complesso e ambiguo, non consente di intervenire applicando modelli di Razionalità Tecnica, standard prototipali, dal momento che non abbiamo a che fare con oggetti passivi necessitanti soluzioni strettamente strumentali. Ogni contesto umano nel quale interveniamo ha le sue particolari caratteristiche, le sue specifiche necessità, ma soprattutto cambia durante il percorso, vi intervengono variabili non considerate a priori, gli stessi obiettivi prefissati sono suscettibili di variazione. In un certo senso si cerca di costruire, progettando in ambito formativo, una sorta di conversazione con una situazione, nel senso che si tenta una con- tinua interpretazione delle molteplici fonti e voci che emergono dal contesto, creando anche dissensi che devono essere negoziati e risolti. Il lavoro del progettista è un lavoro di ricerca continua: interpretazione dei dati e significati attribuiti dagli attori coinvolti nel processo, questi significati debbono essere assunti, compresi, interpretati e trasformati in linee progettuali, in obiettivi da raggiungere. L’alta mutabilità dei contesti permette a variabili che “replicano” a quanto sostenuto dal progettista, di emergere in itinere, costringendo a rispondere a questa replica con l’apposizione di modifiche al progetto, le quali a loro volta interven- gono di nuovo il contesto costringendolo a reagire ulteriormente, determinando, così, una negozia- zione, una contrattazione continua tra il progettista e la situazione di riferimento. Certo non tutti i progetti sono così complessi e necessitano livelli così alti di professionalità, ma spesso dimentichiamo alcuni fattori fondamentali (come quando si cerca di intervenire sulla dispersione scolastica senza ascoltare il punto di vista dei protagonisti della stessa) e ci occupiamo di studenti e apprendimento, come se ci occupassimo della progettazione di un edificio (ma con minor precisione). Quando pensiamo alla progettazione possiamo riferirci ad ogni situazione nella quale un qualsiasi attore si ponga di fronte ad una situazione con il deliberato intento di modificarla, tutte le volte che questo avviene, attraverso un’intenzionalità e una serie di azioni pre-definite, possiamo parlare di progettazione.

Europrogettazione per la scuola

BATINI, Federico;
2017

Abstract

Manuale di progettazione per la scuola. Progettare, quando i beneficiari sono persone, può significare immaginare il percorso e gli strumenti necessari per portare qualcosa o qualcuno (comunità, gruppo, singole persone) da una situazione data a una desiderata. I modelli iniziali di progettazione, mediati dalle scienze militari, dall’ingegne- ria e dall’architettura si ispiravano alla “razionalità assoluta” ovvero all’ipotesi che chi sta progettando sia in grado di esercitare un controllo su tutte le variabili in gioco, quasi come se, è il caso di un pro- getto nel contesto dell’istruzione e della formazione, non vi fosse il contesto stesso in cui il progetto si realizza, e gli altri contesti di vita delle persone, a influenzarne gli esiti. Le attività che utilizzano un modello di razionalità tecnica mirano a risolvere problemi applicando teorie o tecniche scientificamente valide, attuano, quindi, una soluzione di tipo strumentale, adat- tando determinati mezzi a specifici fini. Le professioni che operano in questo senso hanno alla loro base una forte conoscenza sistematica, un solido supporto teorico e un sapere scientifico stabile con- sentiti da contesti di riferimento fissi, da fini definiti, al contrario di quelle professioni incapaci di produrre certezze dal momento che operano nell’ambiguità, nell’incertezza, nella complessità, nella mobilità e nel cambiamento. Il contesto nel quale opera la progettazione con finalità formative, è bene ricordarlo, è contesto umano, quindi, per eccellenza complesso e ambiguo, non consente di intervenire applicando modelli di Razionalità Tecnica, standard prototipali, dal momento che non abbiamo a che fare con oggetti passivi necessitanti soluzioni strettamente strumentali. Ogni contesto umano nel quale interveniamo ha le sue particolari caratteristiche, le sue specifiche necessità, ma soprattutto cambia durante il percorso, vi intervengono variabili non considerate a priori, gli stessi obiettivi prefissati sono suscettibili di variazione. In un certo senso si cerca di costruire, progettando in ambito formativo, una sorta di conversazione con una situazione, nel senso che si tenta una con- tinua interpretazione delle molteplici fonti e voci che emergono dal contesto, creando anche dissensi che devono essere negoziati e risolti. Il lavoro del progettista è un lavoro di ricerca continua: interpretazione dei dati e significati attribuiti dagli attori coinvolti nel processo, questi significati debbono essere assunti, compresi, interpretati e trasformati in linee progettuali, in obiettivi da raggiungere. L’alta mutabilità dei contesti permette a variabili che “replicano” a quanto sostenuto dal progettista, di emergere in itinere, costringendo a rispondere a questa replica con l’apposizione di modifiche al progetto, le quali a loro volta interven- gono di nuovo il contesto costringendolo a reagire ulteriormente, determinando, così, una negozia- zione, una contrattazione continua tra il progettista e la situazione di riferimento. Certo non tutti i progetti sono così complessi e necessitano livelli così alti di professionalità, ma spesso dimentichiamo alcuni fattori fondamentali (come quando si cerca di intervenire sulla dispersione scolastica senza ascoltare il punto di vista dei protagonisti della stessa) e ci occupiamo di studenti e apprendimento, come se ci occupassimo della progettazione di un edificio (ma con minor precisione). Quando pensiamo alla progettazione possiamo riferirci ad ogni situazione nella quale un qualsiasi attore si ponga di fronte ad una situazione con il deliberato intento di modificarla, tutte le volte che questo avviene, attraverso un’intenzionalità e una serie di azioni pre-definite, possiamo parlare di progettazione.
2017
978-88-942841-1-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1416196
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