L’occasione offerta dal convegno incentrato su “La città etrusca e il Sacro” è servito per fare il punto sulla storia dell’area sacra di Gravisca, alla luce delle recenti acquisizioni. Ai greci di Focea si deve la costruzione del primo sacello di Afrodite nel 580 a.C., a cui seguono due ulteriori fasi edilizie, la prima collocabile alla metà del VI secolo a.C., la seconda intorno al 530/20 a.C., entrambe legate alla presenza di mercanti provenienti dall’isola greca di Samo portatori della loro divinità principale Hera, che dal 550 a.C. va ad affiancarsi al culto di Afrodite. Contemporaneamente intorno al 520 a.C. si colloca la costruzione del cd. “santuario settentrionale” (l’area degli scavi attualmente in corso), dedicato a due divinità etrusche dai caratteri ctoni, Śuri e Cavatha, come le iscrizioni hanno rivelato, una nuova area sacra a cui si associa la presenza di una corrente di frequentazione originante dalla Sicilia, in particolare agrigentina, che assimila i due culti alle divinità greche Apollo e Persefone. Una completa trasformazione, che implica una radicale trasformazione, si data inoltre alla fine del V secolo a.C., allorquando il santuario assumerà nuovi connotati, sia dal punto di vista urbanistico e dell’organizzazione degli spazi, sia da quello cultuale.
L'emporion arcaico di Gravisca e la sua storia
FIORINI, Lucio
;
2017
Abstract
L’occasione offerta dal convegno incentrato su “La città etrusca e il Sacro” è servito per fare il punto sulla storia dell’area sacra di Gravisca, alla luce delle recenti acquisizioni. Ai greci di Focea si deve la costruzione del primo sacello di Afrodite nel 580 a.C., a cui seguono due ulteriori fasi edilizie, la prima collocabile alla metà del VI secolo a.C., la seconda intorno al 530/20 a.C., entrambe legate alla presenza di mercanti provenienti dall’isola greca di Samo portatori della loro divinità principale Hera, che dal 550 a.C. va ad affiancarsi al culto di Afrodite. Contemporaneamente intorno al 520 a.C. si colloca la costruzione del cd. “santuario settentrionale” (l’area degli scavi attualmente in corso), dedicato a due divinità etrusche dai caratteri ctoni, Śuri e Cavatha, come le iscrizioni hanno rivelato, una nuova area sacra a cui si associa la presenza di una corrente di frequentazione originante dalla Sicilia, in particolare agrigentina, che assimila i due culti alle divinità greche Apollo e Persefone. Una completa trasformazione, che implica una radicale trasformazione, si data inoltre alla fine del V secolo a.C., allorquando il santuario assumerà nuovi connotati, sia dal punto di vista urbanistico e dell’organizzazione degli spazi, sia da quello cultuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.