La micropropagazione è largamente applicata nell’attività vivaistica (frutticola e ornamentale), grazie agli ormai noti punti di forza che essa offre rispetto alle più tradizionali tecniche di propagazione: rapidità delle produzioni massali e certezza sanitaria delle piante propagate, indipendenza dalla stagionalità, programmabilità a lungo termine delle produzioni, facilità di stoccaggio a breve-medio termine del materiale in corso di propagazione, possibilità di applicare soluzioni metodologiche e/o tecnologie innovative per contenere i costi unitari di produzione. Tuttavia, ancora oggi rispetto ad altre specie e malgrado gli innumerevoli progressi ottenuti dalla ricerca, la micropropagazione dell’olivo è limitatamente applicata nel settore vivaistico: sembra che solo l’1% della produzione italiana di piante di questa specie viene ottenuta applicando tecniche di propagazione in vitro. Tra le principali cause, il fatto che numerosi genotipi sono recalcitranti alla proliferazione e/o alla radicazione. Diverse esperienze sono state condotte negli anni in relazione a tali aspetti, presso il Laboratorio di colture in vitro dell’Unità di Ricerca “Colture Arboree” del DSA3 (Università degli Studi di Perugia). In particolare in questo lavoro si sintetizzano i più interessanti risultati conseguiti durante la fase di moltiplicazione, ricorrendo a diverse soluzioni metodologiche. In particolare gli studi sono stati focalizzati alla ricerca di alternative all’uso della zeatina, al ricorso ad espianti iniziali di diversa dimensione in combinazione al differente posizionamento degli stessi sul substrato, all’applicazione di trattamenti per interrompere la dominanza apicale, all’uso di sostanze naturali addizionate alla componente nutritiva per cercare di stimolare lo sviluppo dei germogli e all’impiego di tecnologie innovative per migliorare la gestione del materiale vitro-derivato nei laboratori di ricerca o commerciali.

Proliferazione in vitro di espianti di olivo: valutazione dell’efficacia di alcune soluzioni metodologiche

Micheli M.
Software
;
Gardi T.;Prosperi F.;
2018

Abstract

La micropropagazione è largamente applicata nell’attività vivaistica (frutticola e ornamentale), grazie agli ormai noti punti di forza che essa offre rispetto alle più tradizionali tecniche di propagazione: rapidità delle produzioni massali e certezza sanitaria delle piante propagate, indipendenza dalla stagionalità, programmabilità a lungo termine delle produzioni, facilità di stoccaggio a breve-medio termine del materiale in corso di propagazione, possibilità di applicare soluzioni metodologiche e/o tecnologie innovative per contenere i costi unitari di produzione. Tuttavia, ancora oggi rispetto ad altre specie e malgrado gli innumerevoli progressi ottenuti dalla ricerca, la micropropagazione dell’olivo è limitatamente applicata nel settore vivaistico: sembra che solo l’1% della produzione italiana di piante di questa specie viene ottenuta applicando tecniche di propagazione in vitro. Tra le principali cause, il fatto che numerosi genotipi sono recalcitranti alla proliferazione e/o alla radicazione. Diverse esperienze sono state condotte negli anni in relazione a tali aspetti, presso il Laboratorio di colture in vitro dell’Unità di Ricerca “Colture Arboree” del DSA3 (Università degli Studi di Perugia). In particolare in questo lavoro si sintetizzano i più interessanti risultati conseguiti durante la fase di moltiplicazione, ricorrendo a diverse soluzioni metodologiche. In particolare gli studi sono stati focalizzati alla ricerca di alternative all’uso della zeatina, al ricorso ad espianti iniziali di diversa dimensione in combinazione al differente posizionamento degli stessi sul substrato, all’applicazione di trattamenti per interrompere la dominanza apicale, all’uso di sostanze naturali addizionate alla componente nutritiva per cercare di stimolare lo sviluppo dei germogli e all’impiego di tecnologie innovative per migliorare la gestione del materiale vitro-derivato nei laboratori di ricerca o commerciali.
2018
978-88-940276-8-6
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