Il Verde urbano, inteso come arredo permanente all’interno delle nostre città, con particolare riferimento alla componente arborea (Foresta urbana), dovrebbe essere progettato in stretta relazione con le reali esigenze dell’utenza pubblica mediante un approccio diverso da quello tradizionale, che tiene conto solo dell’aspetto estetico. Le aree a verde, in tutte le loro componenti vegetali, andrebbero realizzate e gestite al meglio per assicurare un valore aggiunto paesaggistico, ambientale, culturale e sanitario, di cui tutti i cittadini possano fruire in condizioni di totale sicurezza. La Foresta urbana apporta numerosi benefìci: dalla mitigazione ambientale, alle funzioni sociali, economiche, ricreative e terapeutiche, senza tralasciare la capacità di fornire un habitat ad altre forme vegetali, ai microorganismi e agli animali, costituendo veri e propri ecosistemi “naturaliformi”, costituiti da elementi naturali inseriti in un contesto artificiale. La Foresta urbana si dimostra, quindi, elemento essenziale per assicurare sostenibilità ambientale in città. Per poterne garantire la migliore funzionalità, però, l’uomo dovrebbe assumersi la responsabilità di attuare una pianificata serie di specifici interventi agronomici, come le corrette potature e i periodici monitoraggi fitosanitari e di stabilità biomeccanica. La disponibilità, inoltre, di idonei strumenti come il Regolamento del Verde urbano, dovrebbe facilitare tali attività, perché recante tutte le indicazioni tecniche e le regole necessarie, da una parte per progettare e allestire i nuovi impianti, dall’altra per gestire al meglio l’esistente e il nuovo. Da questo punto in poi, però, l’idilliaco rapporto tra uomini e alberi sembra, quasi sempre, interrompersi. Da una parte il sincero quotidiano reiterato auspicio di poter vivere in città sempre più sostenibili (Green Cities), in cui la componente vegetale sia “veramente” elemento cardine. Dall’altra il lato “oscuro” di questo difficile rapporto: la mancata percezione che gli alberi siano “bene comune” a tutti i cittadini e come tale debbano essere salvaguardati da ogni forma di deterioramento. Questo concetto deve legarsi a quello della partecipazione alla custodia del bene stesso, anche nell’interesse delle generazioni future, cioè un richiamo alla condivisione, al legame sociale e al dovere di solidarietà. Alla secolare superiorità dell’essere umano sulla natura dovrebbe corrispondere, in questa prospettiva, non un dominio, ma una maggiore responsabilità di tutti. È quanto vediamo quotidianamente nelle nostre città? Purtroppo no: ancora oggi, nonostante anche in Italia lo Stato abbia cominciato a legiferare in materia. La legge n.10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” all’art. 6 introduce indicazioni circa la promozione e l’incremento del Verde urbano attraverso una serie di iniziative e pratiche mirate ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini nello sviluppo urbano sostenibile. Ma i risultati tardano a vedersi. La responsabilità? Di quanti (ancora tanti) operano sulle piante senza competenza e consapevolezza della valenza di queste verso il benessere dei cittadini.

Green cities: la corretta gestione della foresta urbana per un ambiente sostenibile

Micheli M.
;
Sisani G.;Grohmann D.
2018

Abstract

Il Verde urbano, inteso come arredo permanente all’interno delle nostre città, con particolare riferimento alla componente arborea (Foresta urbana), dovrebbe essere progettato in stretta relazione con le reali esigenze dell’utenza pubblica mediante un approccio diverso da quello tradizionale, che tiene conto solo dell’aspetto estetico. Le aree a verde, in tutte le loro componenti vegetali, andrebbero realizzate e gestite al meglio per assicurare un valore aggiunto paesaggistico, ambientale, culturale e sanitario, di cui tutti i cittadini possano fruire in condizioni di totale sicurezza. La Foresta urbana apporta numerosi benefìci: dalla mitigazione ambientale, alle funzioni sociali, economiche, ricreative e terapeutiche, senza tralasciare la capacità di fornire un habitat ad altre forme vegetali, ai microorganismi e agli animali, costituendo veri e propri ecosistemi “naturaliformi”, costituiti da elementi naturali inseriti in un contesto artificiale. La Foresta urbana si dimostra, quindi, elemento essenziale per assicurare sostenibilità ambientale in città. Per poterne garantire la migliore funzionalità, però, l’uomo dovrebbe assumersi la responsabilità di attuare una pianificata serie di specifici interventi agronomici, come le corrette potature e i periodici monitoraggi fitosanitari e di stabilità biomeccanica. La disponibilità, inoltre, di idonei strumenti come il Regolamento del Verde urbano, dovrebbe facilitare tali attività, perché recante tutte le indicazioni tecniche e le regole necessarie, da una parte per progettare e allestire i nuovi impianti, dall’altra per gestire al meglio l’esistente e il nuovo. Da questo punto in poi, però, l’idilliaco rapporto tra uomini e alberi sembra, quasi sempre, interrompersi. Da una parte il sincero quotidiano reiterato auspicio di poter vivere in città sempre più sostenibili (Green Cities), in cui la componente vegetale sia “veramente” elemento cardine. Dall’altra il lato “oscuro” di questo difficile rapporto: la mancata percezione che gli alberi siano “bene comune” a tutti i cittadini e come tale debbano essere salvaguardati da ogni forma di deterioramento. Questo concetto deve legarsi a quello della partecipazione alla custodia del bene stesso, anche nell’interesse delle generazioni future, cioè un richiamo alla condivisione, al legame sociale e al dovere di solidarietà. Alla secolare superiorità dell’essere umano sulla natura dovrebbe corrispondere, in questa prospettiva, non un dominio, ma una maggiore responsabilità di tutti. È quanto vediamo quotidianamente nelle nostre città? Purtroppo no: ancora oggi, nonostante anche in Italia lo Stato abbia cominciato a legiferare in materia. La legge n.10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” all’art. 6 introduce indicazioni circa la promozione e l’incremento del Verde urbano attraverso una serie di iniziative e pratiche mirate ad aumentare la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini nello sviluppo urbano sostenibile. Ma i risultati tardano a vedersi. La responsabilità? Di quanti (ancora tanti) operano sulle piante senza competenza e consapevolezza della valenza di queste verso il benessere dei cittadini.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1423790
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