La relazione ricostruisce le principali tappe dello sviluppo agricolo e dei modelli per la regolazione socio-economica che ne hanno guidato l'evolversi. Ne emerge un quadro di un settore in perenne mutamento, dove però le trasformazioni più intense e radicali si sono prodotte dalla seconda metà del Novecento in avanti. La successiva analisi degli aspetti ritenuti oggi maggiormente rilevanti nel caratterizzare il ruolo dell'agricoltura nelle economie mature e nel giustificare ed indirizzare l'intervento pubblico, chiamano in causa questioni quali la sicurezza alimentare e i rapporti dell'agricoltura con l'ambiente e il territorio. La relazione si sofferma quindi sulle ragioni per cui l'agricoltura viene tradizionalmente considerata nei paesi sviluppati come un settore strategico ma economicamente debole e perciò meritevole dell'intervento pubblico a sua protezione e sostegno. Per quanto riguarda le politiche agricole, il vecchio modello di tutela dei redditi agricoli basato sul sostegno dei prezzi e sulla protezione commerciale viene considerato tramontato. Al suo posto sta emergendo un modello più aperto al mercato e attento al ruolo multifunzionale dell'agricoltura, i cui strumenti restano però ancora in gran parte da definire. Certamente emerge la necessità di identificare con chiarezza le motivazioni dei sussidi e il contributo vario e distintivo che l'agricoltura può offrire alla società. Ciò significa spendere denaro pubblico in cambio di valore o aiutando le imprese ad orientarsi al mercato o in cambio di impegni ben precisi utili per la collettività. Ne consegue la necessità che le future politiche agricole siano meno assistenzialistiche, più proiettate al mercato e più attente a supportare in chiave competitiva la multifunzionalità dell'agricoltura. Riguardo alle politiche per la competitività, se vi è concordanza di idee sul fatto che lo Stato non debba interferire più nella produzione, che deve essere lasciata all’iniziativa privata, vi è altrettanta condivisione di idee sul fatto che l’economia di mercato richieda oggi una più attenta attività di regolamentazione almeno su quattro grandi settori particolarmente sensibili, ossia: la difesa dei produttori dalle conseguenze della fluttuazione dei prezzi e degli eventi estremi della natura;la ricerca e l’innovazione, che deve essere ripotenziata anche sul piano locale; la qualità e la sicurezza degli alimenti (prevenzione dei rischi e definizione di norme di qualità attente alle esigenze del consumatore); la politica in materia di concorrenza e la correzione della forte asimmetria nel potere di mercato fra l’industria e la distribuzione alimentare, da una parte, e l’agricoltura, dall’altra.
Ruolo dell’agricoltura nelle economie mature
PAMPANINI, Rossella
2008
Abstract
La relazione ricostruisce le principali tappe dello sviluppo agricolo e dei modelli per la regolazione socio-economica che ne hanno guidato l'evolversi. Ne emerge un quadro di un settore in perenne mutamento, dove però le trasformazioni più intense e radicali si sono prodotte dalla seconda metà del Novecento in avanti. La successiva analisi degli aspetti ritenuti oggi maggiormente rilevanti nel caratterizzare il ruolo dell'agricoltura nelle economie mature e nel giustificare ed indirizzare l'intervento pubblico, chiamano in causa questioni quali la sicurezza alimentare e i rapporti dell'agricoltura con l'ambiente e il territorio. La relazione si sofferma quindi sulle ragioni per cui l'agricoltura viene tradizionalmente considerata nei paesi sviluppati come un settore strategico ma economicamente debole e perciò meritevole dell'intervento pubblico a sua protezione e sostegno. Per quanto riguarda le politiche agricole, il vecchio modello di tutela dei redditi agricoli basato sul sostegno dei prezzi e sulla protezione commerciale viene considerato tramontato. Al suo posto sta emergendo un modello più aperto al mercato e attento al ruolo multifunzionale dell'agricoltura, i cui strumenti restano però ancora in gran parte da definire. Certamente emerge la necessità di identificare con chiarezza le motivazioni dei sussidi e il contributo vario e distintivo che l'agricoltura può offrire alla società. Ciò significa spendere denaro pubblico in cambio di valore o aiutando le imprese ad orientarsi al mercato o in cambio di impegni ben precisi utili per la collettività. Ne consegue la necessità che le future politiche agricole siano meno assistenzialistiche, più proiettate al mercato e più attente a supportare in chiave competitiva la multifunzionalità dell'agricoltura. Riguardo alle politiche per la competitività, se vi è concordanza di idee sul fatto che lo Stato non debba interferire più nella produzione, che deve essere lasciata all’iniziativa privata, vi è altrettanta condivisione di idee sul fatto che l’economia di mercato richieda oggi una più attenta attività di regolamentazione almeno su quattro grandi settori particolarmente sensibili, ossia: la difesa dei produttori dalle conseguenze della fluttuazione dei prezzi e degli eventi estremi della natura;la ricerca e l’innovazione, che deve essere ripotenziata anche sul piano locale; la qualità e la sicurezza degli alimenti (prevenzione dei rischi e definizione di norme di qualità attente alle esigenze del consumatore); la politica in materia di concorrenza e la correzione della forte asimmetria nel potere di mercato fra l’industria e la distribuzione alimentare, da una parte, e l’agricoltura, dall’altra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.