La prospettiva che caratterizza gli studi di Severino Caprioli sulla formazione della disciplina del rapporto di lavoro subordinato, culminati nella sua “Introduzione” al “Massimario della giurisprudenza dei probiviri” di Enrico Redenti, nella ristampa anastatica che lo stesso Caprioli curò per i tipi di Giappichelli, edita nel 1992, assume la costante del diritto concepito come “sistema”: un insieme di precetti positivi, generali ed astratti, ordinati secondo criteri presenti al suo interno. L’affermazione della forma codice ha conferito al sistema caratteristiche sostanziali in grado di mettere in relazione i suoi elementi in maniera del tutto peculiare, ed è tale peculiarità che consente di delineare i contorni dell’attività propriamente ermeneutica del giurista. Il presente saggio raccoglie dunque lo spunto offerto dall’autore della “Introduzione” per un ragionamento sul metodo del giurista nel suo approccio, tutto empirico, con l’oggetto principale del suo studio: le fonti normative e la loro interpretazione. Vengono, infatti, analizzati, attraverso l’indagine sulle pronunce giurisprudenziali dei Probiviri, deputati per legge alla decisione delle controversie individuali tra operai e imprenditori nel vigore del codice civile del 1865, gli snodi critici del processo ermeneutico da questi condotto. Lo studio della formazione della disciplina della “locazione d’opere” mostra anche come la disciplina del contratto di lavoro presente nel codice del ’42, sebbene da taluni presentata quale frutto dell’ideologia che si pretendeva ne avesse animato la stessa scrittura, si sia in realtà formata attraverso una stratificazione dell’esperienza giuridica di quasi cinquant’anni, guidata non da astratti principi di scarsa attuabilità pratica, ma da una rigorosa quanto pragmatica attività di interpretazione condotta nella più attenta osservanza dei criteri ermeneutici posti dal legislatore dei codici liberali.

Caprioli "giurista empirico"

Franco Alunno Rossetti
2017

Abstract

La prospettiva che caratterizza gli studi di Severino Caprioli sulla formazione della disciplina del rapporto di lavoro subordinato, culminati nella sua “Introduzione” al “Massimario della giurisprudenza dei probiviri” di Enrico Redenti, nella ristampa anastatica che lo stesso Caprioli curò per i tipi di Giappichelli, edita nel 1992, assume la costante del diritto concepito come “sistema”: un insieme di precetti positivi, generali ed astratti, ordinati secondo criteri presenti al suo interno. L’affermazione della forma codice ha conferito al sistema caratteristiche sostanziali in grado di mettere in relazione i suoi elementi in maniera del tutto peculiare, ed è tale peculiarità che consente di delineare i contorni dell’attività propriamente ermeneutica del giurista. Il presente saggio raccoglie dunque lo spunto offerto dall’autore della “Introduzione” per un ragionamento sul metodo del giurista nel suo approccio, tutto empirico, con l’oggetto principale del suo studio: le fonti normative e la loro interpretazione. Vengono, infatti, analizzati, attraverso l’indagine sulle pronunce giurisprudenziali dei Probiviri, deputati per legge alla decisione delle controversie individuali tra operai e imprenditori nel vigore del codice civile del 1865, gli snodi critici del processo ermeneutico da questi condotto. Lo studio della formazione della disciplina della “locazione d’opere” mostra anche come la disciplina del contratto di lavoro presente nel codice del ’42, sebbene da taluni presentata quale frutto dell’ideologia che si pretendeva ne avesse animato la stessa scrittura, si sia in realtà formata attraverso una stratificazione dell’esperienza giuridica di quasi cinquant’anni, guidata non da astratti principi di scarsa attuabilità pratica, ma da una rigorosa quanto pragmatica attività di interpretazione condotta nella più attenta osservanza dei criteri ermeneutici posti dal legislatore dei codici liberali.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1429055
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