Quando si discute delle problematiche legate ai processi di integrazione regionale, l’Europa rappresenta inevitabilmente il laboratorio intellettuale per gli studi sul tema. Il processo monocontinentale e multilivello che ne è scaturito è il risultato non solo di dinamiche innestate intorno al “circolo virtuoso” che si è instaurato tra i due livelli di operatività (quello nazionale e quello sovranazionale) ma anche di quel funzionalismo in nome del quale si è giustificata la cessione di sovranità da parte degli Stati membri. Come emerge chiaramente dai progetti di Costituzione europea del dopoguerra, il modello di ispirazione è stato da sempre quello delle esperienze confederali, con particolare riferimento agli Stati Uniti e alla Germania, come pure all’Unione Sovietica; dopo la caduta del Muro di Berlino lo scenario è cambiato radicalmente e quelle che potevano essere all’inizio le ambizioni e le direttive da perseguire, di fatto si sono rivelate, per motivi tanto geopolitici quanto economici, dei riferimenti difficilmente realizzabili in un contesto come quello europeo, impegnato a supportare, attraverso una serie di accordi, i processi di transizione di gran parte dei Paesi ex socialisti dell’Europa centrale ed orientale. A fronte delle trasformazioni storiche globali, il funzionalismo apparve da subito come una teoria in grado gestire le dinamiche sociali e politiche del tempo rendendole compatibili con la tutela dell’economia del libero mercato. In particolare, nella prospettiva funzionalista proposta da David Mitrany, la creazione delle istituzioni internazionali era vista come l’accettazione di forze storiche inevitabili che guidavano lo Stato verso il trasferimento della propria sovranità e l’integrazione europea come un processo inevitabile, all’interno del quale ridurre la possibilità di conflitti internazionali. Tutto questo in America Latina non è mai esistito ma ha costituito un modello di riferimento da cui attingere elaborazioni concettuali utili a colmare lacune normative e giurisprudenziali all’interno dei propri processi di integrazione regionale (dal SICA al Mercosur) attraverso tecniche di legal/judicial borrowing/transplants che hanno consentito la creazione di meccanismi di integrazione “infedeli” perché avulsi dalle dinamiche storico - costituzionali di quei contesti (latinoamericani) in cui, peraltro, ciascun Paese è custode di tali specificità storiche, sociali, economiche, giuridiche, politiche, territoriali ... da necessitare di una propria teoria della Costituzione, fedele alla realtà di riferimento. Le influenze europee in America Latina, derivate per lo più dai processi di colonizzazione spagnola e portoghese, come dalle correnti migratorie, hanno rappresentato un elemento tanto tragico quanto determinante per sviluppare quelle forme di contaminazione che hanno poi segnato i percorsi giuridico - costituzionali dei Paesi latinoamericani; successivamente, la differente evoluzione politica, le caratteristiche geografico - culturali dei continenti hanno marcato le distanze nella scelta degli strumenti e dei meccanismi dell’integrazione regionale.

La politica estera dell’Unione europea verso l’America Latina: due processi di integrazione regionale a confronto e il limite dei diritti umani

Bruno, Anna Silvia
2017

Abstract

Quando si discute delle problematiche legate ai processi di integrazione regionale, l’Europa rappresenta inevitabilmente il laboratorio intellettuale per gli studi sul tema. Il processo monocontinentale e multilivello che ne è scaturito è il risultato non solo di dinamiche innestate intorno al “circolo virtuoso” che si è instaurato tra i due livelli di operatività (quello nazionale e quello sovranazionale) ma anche di quel funzionalismo in nome del quale si è giustificata la cessione di sovranità da parte degli Stati membri. Come emerge chiaramente dai progetti di Costituzione europea del dopoguerra, il modello di ispirazione è stato da sempre quello delle esperienze confederali, con particolare riferimento agli Stati Uniti e alla Germania, come pure all’Unione Sovietica; dopo la caduta del Muro di Berlino lo scenario è cambiato radicalmente e quelle che potevano essere all’inizio le ambizioni e le direttive da perseguire, di fatto si sono rivelate, per motivi tanto geopolitici quanto economici, dei riferimenti difficilmente realizzabili in un contesto come quello europeo, impegnato a supportare, attraverso una serie di accordi, i processi di transizione di gran parte dei Paesi ex socialisti dell’Europa centrale ed orientale. A fronte delle trasformazioni storiche globali, il funzionalismo apparve da subito come una teoria in grado gestire le dinamiche sociali e politiche del tempo rendendole compatibili con la tutela dell’economia del libero mercato. In particolare, nella prospettiva funzionalista proposta da David Mitrany, la creazione delle istituzioni internazionali era vista come l’accettazione di forze storiche inevitabili che guidavano lo Stato verso il trasferimento della propria sovranità e l’integrazione europea come un processo inevitabile, all’interno del quale ridurre la possibilità di conflitti internazionali. Tutto questo in America Latina non è mai esistito ma ha costituito un modello di riferimento da cui attingere elaborazioni concettuali utili a colmare lacune normative e giurisprudenziali all’interno dei propri processi di integrazione regionale (dal SICA al Mercosur) attraverso tecniche di legal/judicial borrowing/transplants che hanno consentito la creazione di meccanismi di integrazione “infedeli” perché avulsi dalle dinamiche storico - costituzionali di quei contesti (latinoamericani) in cui, peraltro, ciascun Paese è custode di tali specificità storiche, sociali, economiche, giuridiche, politiche, territoriali ... da necessitare di una propria teoria della Costituzione, fedele alla realtà di riferimento. Le influenze europee in America Latina, derivate per lo più dai processi di colonizzazione spagnola e portoghese, come dalle correnti migratorie, hanno rappresentato un elemento tanto tragico quanto determinante per sviluppare quelle forme di contaminazione che hanno poi segnato i percorsi giuridico - costituzionali dei Paesi latinoamericani; successivamente, la differente evoluzione politica, le caratteristiche geografico - culturali dei continenti hanno marcato le distanze nella scelta degli strumenti e dei meccanismi dell’integrazione regionale.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1429861
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