Oggetto costante della riflessione di Hegel, dagli scritti “teologici” giovanili sino alle tarde lezioni sulla filosofia della religione, l'interpretazione della figura di Cristo accompagna l'evoluzione del suo pensiero: dal Gesù maestro di morale, alla maniera di Kant e degli illuministi, sino a quello “panteistico”, di Francoforte e Berlino. Il risultato è una formulazione complessa per la quale il Gesù storico dei Vangeli viene “superato” nel Cristo ideale e la croce del Golgota si trasforma nel “Venerdì santo speculativo”. Il Calvario esprime la morte di Gesù e del Dio trascendente degli ebrei. Anche Dio “muore”. E' da questa doppia negazione che sorge il “nuovo” Assoluto, il Logos universale destinato a governare il mondo. Unendo finito e infinito il cristianesimo diviene la religione della libertà, toglimento della differenza tra divino e mondano, premessa della secolarizzazione moderna. In tal modo, come scrive Feuerbach, <>. Il volume, diviso in tre parti, ripercorre la cristologia hegeliana, dagli scritti giovanili a quelli della maturità, mostrandone le svolte, i ripensamenti, le connessioni con l'insieme del sistema filosofico. Esso analizza criticamente le interpretazioni della cristologia idealista, da quelle che la leggono come la più imponente <> (Löwith) dell'era moderna; alle letture ateistiche dalla sinistra hegeliana; alle suggestioni che segnano il pensiero teologico contemporaneo. Nella terza parte viene indagata la christhologie idéaliste di Xavier Tilliette. Il testo offre direzioni di ricerca corredate da un'ampia bibliografia sull'argomento.

HEGEL. La cristologia idealista

Massimo Borghesi
2018

Abstract

Oggetto costante della riflessione di Hegel, dagli scritti “teologici” giovanili sino alle tarde lezioni sulla filosofia della religione, l'interpretazione della figura di Cristo accompagna l'evoluzione del suo pensiero: dal Gesù maestro di morale, alla maniera di Kant e degli illuministi, sino a quello “panteistico”, di Francoforte e Berlino. Il risultato è una formulazione complessa per la quale il Gesù storico dei Vangeli viene “superato” nel Cristo ideale e la croce del Golgota si trasforma nel “Venerdì santo speculativo”. Il Calvario esprime la morte di Gesù e del Dio trascendente degli ebrei. Anche Dio “muore”. E' da questa doppia negazione che sorge il “nuovo” Assoluto, il Logos universale destinato a governare il mondo. Unendo finito e infinito il cristianesimo diviene la religione della libertà, toglimento della differenza tra divino e mondano, premessa della secolarizzazione moderna. In tal modo, come scrive Feuerbach, <>. Il volume, diviso in tre parti, ripercorre la cristologia hegeliana, dagli scritti giovanili a quelli della maturità, mostrandone le svolte, i ripensamenti, le connessioni con l'insieme del sistema filosofico. Esso analizza criticamente le interpretazioni della cristologia idealista, da quelle che la leggono come la più imponente <> (Löwith) dell'era moderna; alle letture ateistiche dalla sinistra hegeliana; alle suggestioni che segnano il pensiero teologico contemporaneo. Nella terza parte viene indagata la christhologie idéaliste di Xavier Tilliette. Il testo offre direzioni di ricerca corredate da un'ampia bibliografia sull'argomento.
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