Introduzione. L’esistenza di molteplici, diverse e spesso inconciliabili definizioni del concetto di disabilità dimostra che la definizione di questa è un compito non facile ed ogni tentativo a tale proposito resta aperto a costanti revisioni (Gilson e BePoy, 2000; OMS, 2002). Non solo le diverse concezioni teoriche dello sviluppo ma anche i diversi modelli di disabilità influenzano e diversamente orientano il perseguimento dell’ottimizzazione dello sviluppo umano quando tale ottimizzazione venga programmata con riferimento ad un individuo con disabilità. Pertanto, a seconda della visione di disabilità adottata, si modifica la valutazione di ciò che è considerato adattivo e socializzante nelle diverse fasi dello sviluppo di un individuo con disabilità (Federici, 2003; Quin, 1998). Proposta. La presente ricerca intende verificare la visione di disabilità di genitori con figli disabili confrontandola con quella di insegnati ed educatori professionali della Regione Puglia, Molise, Lazio e Umbria. Metodologia. La tecnica di indagine utilizzata è quella del Focus Group, con registrazione audio delle conversazioni. La griglia di conduzione è stata strutturata secondo una Topic Guide e una Questionning Route (Zammuner, 2003). Il campione consiste di 62 soggetti (22 genitori, 16 insegnanti curricolari, 10 insegnanti di sostegno, 9 operatori/educatori, 5 volontari). L’analisi dei dati è stata effettuata, previa indicizzazione delle parti del testo riconducibili ai diversi modelli di disabilità (medico, sociale, biopsicosociale), mediante comparazione intra gruppo e inter gruppi delle parti stesse. Sono attualmente in corso ulteriori analisi qualitative del testo delle conversazioni mediante l’impiego dei principali e più diffusi software esistenti (ATLAS-TI, WEFT QDA, NUD. IST). Risultati. Mentre la visione di disabilità degli insegnanti oscilla tra le due posizioni polari del modello medico e modello sociale di disabilità, la prospettiva dei genitori e degli educatori professionali si colloca a cavallo tra i due modelli, riconducibile cioè al modello biopsicosociale di disabilità.

Genitori, insegnanti ed educatori professionali a confronto sulla visione di disabilità

FEDERICI, Stefano;
2006

Abstract

Introduzione. L’esistenza di molteplici, diverse e spesso inconciliabili definizioni del concetto di disabilità dimostra che la definizione di questa è un compito non facile ed ogni tentativo a tale proposito resta aperto a costanti revisioni (Gilson e BePoy, 2000; OMS, 2002). Non solo le diverse concezioni teoriche dello sviluppo ma anche i diversi modelli di disabilità influenzano e diversamente orientano il perseguimento dell’ottimizzazione dello sviluppo umano quando tale ottimizzazione venga programmata con riferimento ad un individuo con disabilità. Pertanto, a seconda della visione di disabilità adottata, si modifica la valutazione di ciò che è considerato adattivo e socializzante nelle diverse fasi dello sviluppo di un individuo con disabilità (Federici, 2003; Quin, 1998). Proposta. La presente ricerca intende verificare la visione di disabilità di genitori con figli disabili confrontandola con quella di insegnati ed educatori professionali della Regione Puglia, Molise, Lazio e Umbria. Metodologia. La tecnica di indagine utilizzata è quella del Focus Group, con registrazione audio delle conversazioni. La griglia di conduzione è stata strutturata secondo una Topic Guide e una Questionning Route (Zammuner, 2003). Il campione consiste di 62 soggetti (22 genitori, 16 insegnanti curricolari, 10 insegnanti di sostegno, 9 operatori/educatori, 5 volontari). L’analisi dei dati è stata effettuata, previa indicizzazione delle parti del testo riconducibili ai diversi modelli di disabilità (medico, sociale, biopsicosociale), mediante comparazione intra gruppo e inter gruppi delle parti stesse. Sono attualmente in corso ulteriori analisi qualitative del testo delle conversazioni mediante l’impiego dei principali e più diffusi software esistenti (ATLAS-TI, WEFT QDA, NUD. IST). Risultati. Mentre la visione di disabilità degli insegnanti oscilla tra le due posizioni polari del modello medico e modello sociale di disabilità, la prospettiva dei genitori e degli educatori professionali si colloca a cavallo tra i due modelli, riconducibile cioè al modello biopsicosociale di disabilità.
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