I piccoli invasi rappresentano una risorsa d'acqua, soprattutto nella pratica irrigua, ampiamente diffusa, che ha stimolato nuovamente l'attenzione di molti soggetti coinvolti nella gestione della risorsa idrica alla luce dei sempre più frequenti periodi estivi siccitosi. In considerazione delle piccole dimensioni sono estremamente diffusi sul territorio, spesso però non si hanno dati certi sulla loro potenzialità in termini di volumi invasati e quindi disponibili per l'utilizzo. Nella bibliografia recente sono presenti studi che descrivono approcci innovativi per la stima del volume invasato, che si basano essenzialmente su tecniche di remote sensing e GIS (Rodrigues et al., 2012; Sawunyama et al., 2006). Per lo stesso motivo legato alla numerosità, di frequente non è semplice valutare il loro effetto in termini di efficacia sulla gestione della risorsa idrica (Venot & Krishnan, 2011; Wisser et al., 2010), ma anche di impatto sul territorio (Habets et al., 2014). La situazione in Italia è fotografata nell'Annuario dei Dati Ambientali, Edizione 2016 (ISPRA, 2016), in cui si stima, all'anno 1998, in 8288 il numero degli invasi con altezza della diga inferiore o uguale a 15 m e volume di invaso fino a 106 m3. Tale stima è stata poi aggiornata nell'anno 2015 in 6333 invasi, con un dato conseguente ad un censimento regionale dove tuttavia molte regioni non hanno fornito dati attendibili. Il Comitato Italiano Grandi Dighe, sulla base dei dati di un censimento da satellite eseguito nel 1988 e dei corrispondenti dati ottenuti da un censimento parziale condotto a livello regionale nel 2010, stima un incremento nel numero dei piccoli invasi del 60% nel periodo esaminato. Estrapolando tale dato su tutte le regioni, si ipotizza un possibile numero complessivo di 12.000÷14.000 piccoli invasi presenti attualmente sul territorio nazionale (ITCOLD, 2017). Alla luce di queste incertezze, nel presente studio è stato condotto un approfondimento della situazione dei piccoli invasi nella Regione Umbria sulla base di un database regionale, che è stato analizzato e georeferenziato su mappa. Tale operazione ha permesso di evidenziare la densità degli invasi sul territorio, inoltre i dati sui volumi di invaso complessivi sui sottobacini sono stati interfacciati con i corrispondenti dati delle concessioni al prelievo irriguo, con la possibilità di confrontare i valori totali e valutare il contributo effettivo o potenziale dei piccoli invasi.

I piccoli invasi collinari: una risorsa e un problema per il territorio agro-forestale.

Casadei S.
;
Pierleoni A.
2018

Abstract

I piccoli invasi rappresentano una risorsa d'acqua, soprattutto nella pratica irrigua, ampiamente diffusa, che ha stimolato nuovamente l'attenzione di molti soggetti coinvolti nella gestione della risorsa idrica alla luce dei sempre più frequenti periodi estivi siccitosi. In considerazione delle piccole dimensioni sono estremamente diffusi sul territorio, spesso però non si hanno dati certi sulla loro potenzialità in termini di volumi invasati e quindi disponibili per l'utilizzo. Nella bibliografia recente sono presenti studi che descrivono approcci innovativi per la stima del volume invasato, che si basano essenzialmente su tecniche di remote sensing e GIS (Rodrigues et al., 2012; Sawunyama et al., 2006). Per lo stesso motivo legato alla numerosità, di frequente non è semplice valutare il loro effetto in termini di efficacia sulla gestione della risorsa idrica (Venot & Krishnan, 2011; Wisser et al., 2010), ma anche di impatto sul territorio (Habets et al., 2014). La situazione in Italia è fotografata nell'Annuario dei Dati Ambientali, Edizione 2016 (ISPRA, 2016), in cui si stima, all'anno 1998, in 8288 il numero degli invasi con altezza della diga inferiore o uguale a 15 m e volume di invaso fino a 106 m3. Tale stima è stata poi aggiornata nell'anno 2015 in 6333 invasi, con un dato conseguente ad un censimento regionale dove tuttavia molte regioni non hanno fornito dati attendibili. Il Comitato Italiano Grandi Dighe, sulla base dei dati di un censimento da satellite eseguito nel 1988 e dei corrispondenti dati ottenuti da un censimento parziale condotto a livello regionale nel 2010, stima un incremento nel numero dei piccoli invasi del 60% nel periodo esaminato. Estrapolando tale dato su tutte le regioni, si ipotizza un possibile numero complessivo di 12.000÷14.000 piccoli invasi presenti attualmente sul territorio nazionale (ITCOLD, 2017). Alla luce di queste incertezze, nel presente studio è stato condotto un approfondimento della situazione dei piccoli invasi nella Regione Umbria sulla base di un database regionale, che è stato analizzato e georeferenziato su mappa. Tale operazione ha permesso di evidenziare la densità degli invasi sul territorio, inoltre i dati sui volumi di invaso complessivi sui sottobacini sono stati interfacciati con i corrispondenti dati delle concessioni al prelievo irriguo, con la possibilità di confrontare i valori totali e valutare il contributo effettivo o potenziale dei piccoli invasi.
2018
9788894379907
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1436454
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact