L’articolo investiga il fenomeno delle povertà minorile, in tutte le sue diverse dimensioni (rischio di povertà in senso stretto, condizione di grave deprivazione materiale, presenza di un nucleo familiare a bassa intensità di lavoro), nella Unione Europea in base ai dati Eurostat, più in particolare in base ai dati EU-SILC (EU Statistics on income and living conditions). La povertà dei minori viene indagata secondo la sua consistenza al 2015, la sua distribuzione geografica al 2015, la sua evoluzione nel tempo (2007-2016). Vengono anche analizzati in dettaglio i fattori che influenzano il rischio di povertà dei minori nella Unione Europea: la composizione del nucleo familiare, le modalità con cui i genitori sono impiegati sul mercato del lavoro, il livello di istruzione dei genitori, il paese di nascita dei genitori. L’articolo analizza anche il fenomeno della deprivazione materiale grave dei minori nella Unione Europea nel 2015 investigando la sua diffusione e la sua composizione nella Unione Europea e le sue principali determinanti. L’articolo esamina anche il “rischio di povertà in senso stretto” dei minori presente nella Unione Europea. L’articolo effettua anche una cluster analysis del rischio di povertà minorile nella Unione Europea. L’articolo sviluppa anche un’analisi della "povertà educativa" dei minori nella Unione Europea al 2015, incidendo il rischio di povertà, nelle sue varie articolazioni, sulla performance scolastica dei minori e sull’abbandono scolastico, unitamente ad altri fattori, che sono ugualmente passati in rassegna (come la differenza di genere, il paese di nascita dello studente europeo e dei suoi genitori, la partecipazione o meno a programmi educativi per la prima infanzia). Questa ultima analisi è stata condotta facendo riferimento all’indagine PISA (Program for International Students Assessment), promossa dall’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che valuta le conoscenze acquisite dagli studenti quindicenni nel campo delle scienze, della matematica e della lettura e la loro capacità di applicarle a contesti extrascolastici ed a situazioni reali di vita. Infine l’articolo analizza tutte le politiche pubbliche per contrastare le povertà dei minori messe in atto dalla Unione Europea e dagli Stati Membri.

La sfida delle povertà minorili nella Unione Europea

Montesi C.
2018

Abstract

L’articolo investiga il fenomeno delle povertà minorile, in tutte le sue diverse dimensioni (rischio di povertà in senso stretto, condizione di grave deprivazione materiale, presenza di un nucleo familiare a bassa intensità di lavoro), nella Unione Europea in base ai dati Eurostat, più in particolare in base ai dati EU-SILC (EU Statistics on income and living conditions). La povertà dei minori viene indagata secondo la sua consistenza al 2015, la sua distribuzione geografica al 2015, la sua evoluzione nel tempo (2007-2016). Vengono anche analizzati in dettaglio i fattori che influenzano il rischio di povertà dei minori nella Unione Europea: la composizione del nucleo familiare, le modalità con cui i genitori sono impiegati sul mercato del lavoro, il livello di istruzione dei genitori, il paese di nascita dei genitori. L’articolo analizza anche il fenomeno della deprivazione materiale grave dei minori nella Unione Europea nel 2015 investigando la sua diffusione e la sua composizione nella Unione Europea e le sue principali determinanti. L’articolo esamina anche il “rischio di povertà in senso stretto” dei minori presente nella Unione Europea. L’articolo effettua anche una cluster analysis del rischio di povertà minorile nella Unione Europea. L’articolo sviluppa anche un’analisi della "povertà educativa" dei minori nella Unione Europea al 2015, incidendo il rischio di povertà, nelle sue varie articolazioni, sulla performance scolastica dei minori e sull’abbandono scolastico, unitamente ad altri fattori, che sono ugualmente passati in rassegna (come la differenza di genere, il paese di nascita dello studente europeo e dei suoi genitori, la partecipazione o meno a programmi educativi per la prima infanzia). Questa ultima analisi è stata condotta facendo riferimento all’indagine PISA (Program for International Students Assessment), promossa dall’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che valuta le conoscenze acquisite dagli studenti quindicenni nel campo delle scienze, della matematica e della lettura e la loro capacità di applicarle a contesti extrascolastici ed a situazioni reali di vita. Infine l’articolo analizza tutte le politiche pubbliche per contrastare le povertà dei minori messe in atto dalla Unione Europea e dagli Stati Membri.
2018
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