Psicologi, psichiatri, e operatori del settore sanno che esiste una classificazione medica ufficiale dei disturbi mentali, ed è quella contenuta nel DSM, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Ma esiste una diversa tipologia di ciò che si ritiene essere disturbo mentale ed è quella che potremmo definire in senso lato enciclopedica o culturale. L’idea di disturbo mentale che hanno coloro che non sono tecnici del settore deriva infatti non dall’osservazione di casi clinici, ma dalla profonda influenza che hanno in questo caso i mass media, dall’informazione giornalistica e televisiva fino alle diverse forme di narrazione che circolano all’interno di ogni contesto culturale. In particolare la serialità televisiva contemporanea (quella degli ultimi due decenni) ha proposto agli spettatori un ampio numero di personaggi mentalmente disturbati. È come se in questa forma narrativa fossimo in presenza di una sovra-esposizione del disturbo mentale. Da parte medica sono state indicate (come ogni rappresentazione mediale della malattia mentale) come scorrette e pericolose. Ma dal nostro punto di vista risultano invece interessanti perché forniscono diverse potenziali chiavi di lettura e di interpretazione. Si tratta di rappresentazioni del disturbo mentale dettate solo da esigenze retorico-narrative, finalizzate all’efficacia del prodotto sul pubblico? Quale significato può avere da un punto di vista storico-culturale questo eccesso di folli seriali televisivi?
"Are They Real Mad Men? La rappresentazione del disturbo mentale nelle serie televisive"
Andrea Bernardelli
2019
Abstract
Psicologi, psichiatri, e operatori del settore sanno che esiste una classificazione medica ufficiale dei disturbi mentali, ed è quella contenuta nel DSM, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Ma esiste una diversa tipologia di ciò che si ritiene essere disturbo mentale ed è quella che potremmo definire in senso lato enciclopedica o culturale. L’idea di disturbo mentale che hanno coloro che non sono tecnici del settore deriva infatti non dall’osservazione di casi clinici, ma dalla profonda influenza che hanno in questo caso i mass media, dall’informazione giornalistica e televisiva fino alle diverse forme di narrazione che circolano all’interno di ogni contesto culturale. In particolare la serialità televisiva contemporanea (quella degli ultimi due decenni) ha proposto agli spettatori un ampio numero di personaggi mentalmente disturbati. È come se in questa forma narrativa fossimo in presenza di una sovra-esposizione del disturbo mentale. Da parte medica sono state indicate (come ogni rappresentazione mediale della malattia mentale) come scorrette e pericolose. Ma dal nostro punto di vista risultano invece interessanti perché forniscono diverse potenziali chiavi di lettura e di interpretazione. Si tratta di rappresentazioni del disturbo mentale dettate solo da esigenze retorico-narrative, finalizzate all’efficacia del prodotto sul pubblico? Quale significato può avere da un punto di vista storico-culturale questo eccesso di folli seriali televisivi?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.