Un aspetto specifico del concetto generale di “diversità biologica” è rappresentato dalla biodiversità agricola, che si identifica essenzialmente nella coesistenza di un elevato numero di colture, di specie animali, di insetti e di microrganismi che popolano e caratterizzano un qualsiasi ambito rurale. Tuttavia, da oltre mezzo secolo si è assistito ad una veloce e decisa trasformazione dei sistemi agrari tradizionali, frammentati in realtà locali o familiari, verso l’intensivizzazione delle colture e l’incremento delle produzioni agricole, essenzialmente volte a far fronte alle crescenti esigenze alimentari umane. L’adozione di sistemi di coltivazione specializzati o super specializzati di un ridotto numero di specie o varietà altamente produttive ha comportato, in pochi anni, la perdita di gran parte della diversità genetica vegetale. Allo stato attuale, esistono nel mondo circa 100 specie commestibili fondamentali, ma solo 4 (mais, riso, grano e patata) forniscono oltre il 50% della base alimentare mondiale. Inoltre, l’abbandono ed il degrado di aree considerate marginali, perché poco adatte a questo nuovo concetto di agricoltura, ha contribuito ulteriormente alla riduzione di diversità, non solo biologica, ma anche economica, culturale e sociale. Da alcuni anni gli studiosi di tutto il mondo sottolineano con forza quanto sia ormai indispensabile predisporre di piani di intervento da realizzare in tempi brevi, per salvaguardare e valorizzare la diversità biologica ancora disponibile. Ciò attraverso l’adozione di tecniche e tecnologie di agricoltura sostenibile, il ritorno alla coltivazione di specie locali e alla riproduzione di razze autoctone, lo sviluppo di modelli agricoli polivalenti e multifunzionali, il sostegno economico alle iniziative di tutela ambientale e paesaggistica in situ, l’attuazione di efficaci programmi di conservazione ex situ delle forme biologiche a più elevato rischio di estinzione, nonché la promozione ed il finanziamento di attività scientifiche di settore, volte a fornire costantemente nuove informazioni e conoscenze.

Biodiversità e Agricoltura moderna

MICHELI, Maurizio
2009

Abstract

Un aspetto specifico del concetto generale di “diversità biologica” è rappresentato dalla biodiversità agricola, che si identifica essenzialmente nella coesistenza di un elevato numero di colture, di specie animali, di insetti e di microrganismi che popolano e caratterizzano un qualsiasi ambito rurale. Tuttavia, da oltre mezzo secolo si è assistito ad una veloce e decisa trasformazione dei sistemi agrari tradizionali, frammentati in realtà locali o familiari, verso l’intensivizzazione delle colture e l’incremento delle produzioni agricole, essenzialmente volte a far fronte alle crescenti esigenze alimentari umane. L’adozione di sistemi di coltivazione specializzati o super specializzati di un ridotto numero di specie o varietà altamente produttive ha comportato, in pochi anni, la perdita di gran parte della diversità genetica vegetale. Allo stato attuale, esistono nel mondo circa 100 specie commestibili fondamentali, ma solo 4 (mais, riso, grano e patata) forniscono oltre il 50% della base alimentare mondiale. Inoltre, l’abbandono ed il degrado di aree considerate marginali, perché poco adatte a questo nuovo concetto di agricoltura, ha contribuito ulteriormente alla riduzione di diversità, non solo biologica, ma anche economica, culturale e sociale. Da alcuni anni gli studiosi di tutto il mondo sottolineano con forza quanto sia ormai indispensabile predisporre di piani di intervento da realizzare in tempi brevi, per salvaguardare e valorizzare la diversità biologica ancora disponibile. Ciò attraverso l’adozione di tecniche e tecnologie di agricoltura sostenibile, il ritorno alla coltivazione di specie locali e alla riproduzione di razze autoctone, lo sviluppo di modelli agricoli polivalenti e multifunzionali, il sostegno economico alle iniziative di tutela ambientale e paesaggistica in situ, l’attuazione di efficaci programmi di conservazione ex situ delle forme biologiche a più elevato rischio di estinzione, nonché la promozione ed il finanziamento di attività scientifiche di settore, volte a fornire costantemente nuove informazioni e conoscenze.
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