Tra le pagine del romanzo di McEwan, si può provare a intravedere quale destino sia riservato al “best interests of the child”. Al centro della storia è un giovane alla soglia dei diciotto anni, sospeso tra la vita e la morte in un letto d’ospedale, bisognoso di una trasfusione di sangue alla quale intende sottrarsi per non incorrere nelle ire divine. I suoi genitori lo hanno educato ad una fede che lo condanna a non vedere l’alba della sua vita adulta piuttosto che disobbedire alla legge divina. Di fronte ad una convinzione così determinata da apparire irreale, sarà un giudice, una donna laica, sensibile e razionale, a decidere del destino di questo ragazzo - tanto vulnerabile nel corpo quanto saldo nella estatica visione della propria morte - (ri)consegnandolo alla vita. Attraverso il racconto, siamo condotti a interrogarci sui rapporti tra armonico sviluppo del minore e influenza delle comunità religiose, tra convinzioni dei genitori e autonomia dei figli, tra ruolo dei giudici e coscienza dei singoli (come ci ricordano i recenti casi di Charlie Gard e di Alfie Evans). Cercando l’applicazione di un parametro giuridico la cui esistenza appare tanto fragile quanto quella del protagonista della storia e, al pari di lui, tanto preziosa da salvaguardare.

The Children Act: alla ricerca del "superiore interesse del minore" tra famiglie, comunità religiose e giudici

SILVIA ANGELETTI
2019

Abstract

Tra le pagine del romanzo di McEwan, si può provare a intravedere quale destino sia riservato al “best interests of the child”. Al centro della storia è un giovane alla soglia dei diciotto anni, sospeso tra la vita e la morte in un letto d’ospedale, bisognoso di una trasfusione di sangue alla quale intende sottrarsi per non incorrere nelle ire divine. I suoi genitori lo hanno educato ad una fede che lo condanna a non vedere l’alba della sua vita adulta piuttosto che disobbedire alla legge divina. Di fronte ad una convinzione così determinata da apparire irreale, sarà un giudice, una donna laica, sensibile e razionale, a decidere del destino di questo ragazzo - tanto vulnerabile nel corpo quanto saldo nella estatica visione della propria morte - (ri)consegnandolo alla vita. Attraverso il racconto, siamo condotti a interrogarci sui rapporti tra armonico sviluppo del minore e influenza delle comunità religiose, tra convinzioni dei genitori e autonomia dei figli, tra ruolo dei giudici e coscienza dei singoli (come ci ricordano i recenti casi di Charlie Gard e di Alfie Evans). Cercando l’applicazione di un parametro giuridico la cui esistenza appare tanto fragile quanto quella del protagonista della storia e, al pari di lui, tanto preziosa da salvaguardare.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1458076
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