Il primo conflitto mondiale, oggetto di numerosi studi nell’ultimo decennio, è stato caratterizzato da una lunga scia di vittime che stravolse la demografia di varie regioni italiane ed europee. La sorte di molti soldati al fronte e la complessa questione dei prigionieri di guerra, aumentati in maniera esponenziale dopo la capitolazione delle Potenze Centrali nell’autunno del 1918, pose questioni cruciali ai governi dell’Intesa alle prese con le difficili trattative di pace avviate a Versailles nel gennaio del 1919. Nel ricordo del centenario della Grande guerra, tra la pur lunga scia di scritti nei quali si sono cimentati gli storici più autorevoli del panorama internazionale, si è spesso taciuto sul capitolo degli internati militari, di questi prigionieri che, seppur “vinti”, hanno poi reso un utile servizio a cause nazionali altrui. Tra di essi ritroviamo soldati austroungarici, tedeschi, russi e, in genere, slavi provenienti da quell’area crocevia di molteplici etnie quale fu l’Europa centro-orientale e balcanica
Prigionieri di guerra russi e austroungarici e il loro impiego nei territori italiani del primo conflitto mondiale
francesco randazzo
2019
Abstract
Il primo conflitto mondiale, oggetto di numerosi studi nell’ultimo decennio, è stato caratterizzato da una lunga scia di vittime che stravolse la demografia di varie regioni italiane ed europee. La sorte di molti soldati al fronte e la complessa questione dei prigionieri di guerra, aumentati in maniera esponenziale dopo la capitolazione delle Potenze Centrali nell’autunno del 1918, pose questioni cruciali ai governi dell’Intesa alle prese con le difficili trattative di pace avviate a Versailles nel gennaio del 1919. Nel ricordo del centenario della Grande guerra, tra la pur lunga scia di scritti nei quali si sono cimentati gli storici più autorevoli del panorama internazionale, si è spesso taciuto sul capitolo degli internati militari, di questi prigionieri che, seppur “vinti”, hanno poi reso un utile servizio a cause nazionali altrui. Tra di essi ritroviamo soldati austroungarici, tedeschi, russi e, in genere, slavi provenienti da quell’area crocevia di molteplici etnie quale fu l’Europa centro-orientale e balcanicaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.