Il saggio esplora le complesse relazioni tra Italia e Russia alla fine del XIX secolo, focalizzandosi sul dibattito politico generato dal colonialismo italiano in Africa, in particolare in Etiopia. L'autore evidenzia come, nonostante un iniziale entusiasmo russo per l'unificazione italiana, la politica coloniale di Crispi abbia generato una profonda ostilità da parte russa, percepita come un'alleanza con l'Inghilterra nel "non pacifico" imperialismo africano. La Russia si posiziona, infatti, a difesa dei popoli africani, specialmente dell'Etiopia, per ragioni geopolitiche e religiose (la comunità ortodossa russa vedeva l'Etiopia come un baluardo ortodosso). Un tratto originale del saggio risiede nell'utilizzo di fonti storiografiche russe e italiane, comprese corrispondenze diplomatiche e documenti d'archivio meno esplorati. Vengono citati in modo approfondito i Documenti Diplomatici Italiani (DDI), che offrono una visione diretta delle preoccupazioni e delle strategie italiane. Parallelamente, l'integrazione di archivi di politica estera russa (AVP RF) e studi di storici russi come Vinogradova, Malygina ed Elec fornisce una prospettiva inedita sulla percezione russa del colonialismo e il loro "amorevole" sostegno all'Etiopia. Il saggio si avvale anche di libelli e articoli di giornali russi dell'epoca, che amplificano il dibattito pubblico e le critiche all'Italia. Il testo analizza il sostegno russo all'imperatore etiope Menelik II, includendo forniture di armi e missioni militari/mediche, che mettono in crisi la diplomazia europea. Viene esplorata la complessa relazione tra l'ambasciatore italiano Silvestrelli e il ministro degli Esteri russo Lobanov-Rostovskij, con Silvestrelli che contesta la calorosa accoglienza russa alla delegazione abissina. Viene anche evidenziata la percezione russa della sconfitta italiana ad Adua nel 1896, salutata con entusiasmo in Russia e vista come un sintomo della debolezza italiana. La conclusione del saggio sottolinea come, nonostante il riavvicinamento successivo con l'Accordo di Racconigi nel 1909, la questione coloniale abbia inizialmente posto Italia e Russia su "binari paralleli divergenti".
Il colonialismo africano, la diplomazia italiana e la Russia zarista nel dibattito politico di fine Ottocento
Francesco Randazzo
2017
Abstract
Il saggio esplora le complesse relazioni tra Italia e Russia alla fine del XIX secolo, focalizzandosi sul dibattito politico generato dal colonialismo italiano in Africa, in particolare in Etiopia. L'autore evidenzia come, nonostante un iniziale entusiasmo russo per l'unificazione italiana, la politica coloniale di Crispi abbia generato una profonda ostilità da parte russa, percepita come un'alleanza con l'Inghilterra nel "non pacifico" imperialismo africano. La Russia si posiziona, infatti, a difesa dei popoli africani, specialmente dell'Etiopia, per ragioni geopolitiche e religiose (la comunità ortodossa russa vedeva l'Etiopia come un baluardo ortodosso). Un tratto originale del saggio risiede nell'utilizzo di fonti storiografiche russe e italiane, comprese corrispondenze diplomatiche e documenti d'archivio meno esplorati. Vengono citati in modo approfondito i Documenti Diplomatici Italiani (DDI), che offrono una visione diretta delle preoccupazioni e delle strategie italiane. Parallelamente, l'integrazione di archivi di politica estera russa (AVP RF) e studi di storici russi come Vinogradova, Malygina ed Elec fornisce una prospettiva inedita sulla percezione russa del colonialismo e il loro "amorevole" sostegno all'Etiopia. Il saggio si avvale anche di libelli e articoli di giornali russi dell'epoca, che amplificano il dibattito pubblico e le critiche all'Italia. Il testo analizza il sostegno russo all'imperatore etiope Menelik II, includendo forniture di armi e missioni militari/mediche, che mettono in crisi la diplomazia europea. Viene esplorata la complessa relazione tra l'ambasciatore italiano Silvestrelli e il ministro degli Esteri russo Lobanov-Rostovskij, con Silvestrelli che contesta la calorosa accoglienza russa alla delegazione abissina. Viene anche evidenziata la percezione russa della sconfitta italiana ad Adua nel 1896, salutata con entusiasmo in Russia e vista come un sintomo della debolezza italiana. La conclusione del saggio sottolinea come, nonostante il riavvicinamento successivo con l'Accordo di Racconigi nel 1909, la questione coloniale abbia inizialmente posto Italia e Russia su "binari paralleli divergenti".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


