Lo scritto affronta il tema del concetto di bene culturale e delle sue plurime concezioni. Di modo che lo stesso concetto assume diversa fisionomia a seconda della concezione storica di riferimento. Dal punto di vista giuridico trattasi di un concetto giuridico indeterminato il cui contenuto viene riempito di volta in volta dai tecnici di settore. È un contenuto che varia nel tempo a seconda delle concezioni prevalenti in una data epoca storica. Sicchè, fino a quando è prevalsa la concezione estetizzante il bene culturale era considerato tale se bello o raro. Si è, poi, affacciata la visione materiale che lo ha definito come “testimonianza materiale di civiltà”. La concezione materiale — alla luce sia delle istanze provenienti dal diritto internazionale (beni culturali immateriali), sia in forza dei mutamenti tecnologici e sociali che stanno dietro il fenomeno della digitalizzazione (economia dell’immateriale) — pare essere andata in crisi. Si affaccia il tema dell’immagine e del decoro del bene culturale. Ragion per cui la concezione chiusa contenuta nel Codice dei beni culturali, diretta a dare tutela e valorizzazione solo alle testimonianze materiali di civiltà, non appare più al passo con i tempi, a favore di una aperta che consideri beni culturali tutte le testimonianze di civiltà, sia materiali che immateriali. Lo scritto, peraltro, mette in evidenza che una concezione totalmente aperta porta con sé il rischio del pan-culturalismo. Occorre, peraltro, ancorare il concetto di bene culturale ad un procedimento amministrativo costitutivo di tale status, volto non solo a dichiararlo, ma a costituirlo come bene culturale.
Il bene culturale e le sue plurime concezioni
Bartolini Antonio
2019
Abstract
Lo scritto affronta il tema del concetto di bene culturale e delle sue plurime concezioni. Di modo che lo stesso concetto assume diversa fisionomia a seconda della concezione storica di riferimento. Dal punto di vista giuridico trattasi di un concetto giuridico indeterminato il cui contenuto viene riempito di volta in volta dai tecnici di settore. È un contenuto che varia nel tempo a seconda delle concezioni prevalenti in una data epoca storica. Sicchè, fino a quando è prevalsa la concezione estetizzante il bene culturale era considerato tale se bello o raro. Si è, poi, affacciata la visione materiale che lo ha definito come “testimonianza materiale di civiltà”. La concezione materiale — alla luce sia delle istanze provenienti dal diritto internazionale (beni culturali immateriali), sia in forza dei mutamenti tecnologici e sociali che stanno dietro il fenomeno della digitalizzazione (economia dell’immateriale) — pare essere andata in crisi. Si affaccia il tema dell’immagine e del decoro del bene culturale. Ragion per cui la concezione chiusa contenuta nel Codice dei beni culturali, diretta a dare tutela e valorizzazione solo alle testimonianze materiali di civiltà, non appare più al passo con i tempi, a favore di una aperta che consideri beni culturali tutte le testimonianze di civiltà, sia materiali che immateriali. Lo scritto, peraltro, mette in evidenza che una concezione totalmente aperta porta con sé il rischio del pan-culturalismo. Occorre, peraltro, ancorare il concetto di bene culturale ad un procedimento amministrativo costitutivo di tale status, volto non solo a dichiararlo, ma a costituirlo come bene culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.