Secondo quanto risulta dai dati sul conflitto industriale a livello regionale, l’Umbria si è caratterizzata per tutta la seconda metà del Novecento per una bassa partecipazione agli scioperi nel settore manifatturiero. Ciò è stato spiegato, da alcuni storici e sociologi, come la conseguenza, per un verso, del radicamento tra i lavoratori umbri di una mentalità mezzadrile individualistica poco incline alla mobilitazione collettiva per migliorare salari e condizioni di impiego; per un altro con la ridotta permeabilità all’azione sindacale dimostrata dalle compagini di piccole e medie imprese, in cui è molto frequente il lavoro nero, l’uso elastico della manodopera e le basse retribuzioni compensate dalla pluriattività dei dipendenti. Tuttavia, a partire dal novembre 1968 la conflittualità operaia si è rivelata con forza anche in questa parte della cosiddetta “Terza Italia”, spingendo verso l’alto, come è avvenuto anche sul piano nazionale, le iscrizioni al sindacato, le quali, durante il ventennio precedente, avevano invece mostrato un andamento discendente o stabile. L’esplosione di proteste nel comparto industriale regionale nel corso del “secondo biennio rosso” non è stata quasi per nulla analizzata in profondità nelle sue manifestazioni e per ciò che ha significato in termini di impatto sui rapporti sindacali e sul tessuto aziendale esistenti in Umbria fino a quella data. Il breve saggio mira a chiarire, quindi, le seguenti questioni: “l’autunno caldo” del ’68-’69 costituì un punto di svolta irreversibile nelle relazioni industriali all’interno della regione oppure fu solo una fiammata estemporanea in un quadro di relativa tranquillità sociale? Gli effetti delle mobilitazioni operaie furono limitati solo ai tradizionali grandi centri produttivi rinvenibili nel territorio (Perugina, acciaierie di Terni, Polymer) o raggiunsero, e in quale misura, pure le fabbriche piccole e medie diffuse specialmente nella provincia di Perugia?

Nella periferia industriale. Conflitto di fabbrica in Umbria prima e dopo l’Autunno caldo: una prospettiva quantitativa

Paolo Raspadori
2020

Abstract

Secondo quanto risulta dai dati sul conflitto industriale a livello regionale, l’Umbria si è caratterizzata per tutta la seconda metà del Novecento per una bassa partecipazione agli scioperi nel settore manifatturiero. Ciò è stato spiegato, da alcuni storici e sociologi, come la conseguenza, per un verso, del radicamento tra i lavoratori umbri di una mentalità mezzadrile individualistica poco incline alla mobilitazione collettiva per migliorare salari e condizioni di impiego; per un altro con la ridotta permeabilità all’azione sindacale dimostrata dalle compagini di piccole e medie imprese, in cui è molto frequente il lavoro nero, l’uso elastico della manodopera e le basse retribuzioni compensate dalla pluriattività dei dipendenti. Tuttavia, a partire dal novembre 1968 la conflittualità operaia si è rivelata con forza anche in questa parte della cosiddetta “Terza Italia”, spingendo verso l’alto, come è avvenuto anche sul piano nazionale, le iscrizioni al sindacato, le quali, durante il ventennio precedente, avevano invece mostrato un andamento discendente o stabile. L’esplosione di proteste nel comparto industriale regionale nel corso del “secondo biennio rosso” non è stata quasi per nulla analizzata in profondità nelle sue manifestazioni e per ciò che ha significato in termini di impatto sui rapporti sindacali e sul tessuto aziendale esistenti in Umbria fino a quella data. Il breve saggio mira a chiarire, quindi, le seguenti questioni: “l’autunno caldo” del ’68-’69 costituì un punto di svolta irreversibile nelle relazioni industriali all’interno della regione oppure fu solo una fiammata estemporanea in un quadro di relativa tranquillità sociale? Gli effetti delle mobilitazioni operaie furono limitati solo ai tradizionali grandi centri produttivi rinvenibili nel territorio (Perugina, acciaierie di Terni, Polymer) o raggiunsero, e in quale misura, pure le fabbriche piccole e medie diffuse specialmente nella provincia di Perugia?
2020
978-88-85812-74-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1479139
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