L’emergenza sanitaria innescata dalla diffusione del Covid-19 ha prodotto un’eco rilevante in molti domini del vivere quotidiano di milioni di persone. Ciascu- no di noi ha dovuto ridefinire le proprie abitudini in un breve lasso di tempo. All’inizio, specie nelle zone meno colpite, l’isolamento è sembrato un’occa- sione per prenderci una pausa dalla vita di tutti i giorni. Sui social network fiori- vano le foto di piatti deliziosi, di pane fatto in casa, di esiti di attività di bricolage, di performance di giardinaggio e molto altro. Risultava difficile, però, conciliare quelle immagini, quasi festose, divertenti e divertite, con le immagini terribili dei camion militari incolonnati che ritiravano le salme nelle città più colpite dall’e- pidemia e con le notizie sulle restrizioni agli spostamenti e agli assembramenti che hanno impedito a molti italiani di partecipare al funerale dei propri cari. Abbiamo dovuto progressivamente organizzare in modo diverso la nostra vita. Per alcuni il cambiamento è stato più radicale, per esempio per coloro che hanno perso il lavoro; per altri si è trattato di ripensare gli ambienti domestici: la chiusura di uffici ha infatti obbligato a ridefinire gli spazi dove e le modalità con le quali lavorare da casa. Nel frattempo parole ed espressioni che facevano parte di un linguaggio gergale o specialistico, insieme a termini presi in prestito dall’inglese, sono en- trati nella vita di tutti i giorni, altri hanno invece ridefinito il loro significato principale: lockdown, Coronavirus, indice R di contagio, recovery fund, pande- mia, smart working, asintomatico, bolla sociale, curva epidemica, comorbidità, dispositivi di protezione individuale, letalità, focolaio e molte altre. Tra i cambiamenti più rilevanti a cui abbiamo assistito, però, c’è stato senza dubbio la chiusura delle scuole dall’inizio di marzo 2020 fino alla conclusione dell’anno scolastico 2019/2020. Le misure di contenimento del virus hanno comportato l’interruzione delle attività didattiche. All’indomani della chiusura delle scuole, insegnanti e fami- glie hanno creduto che lo stop sarebbe stato temporaneo e non hanno ritenuto opportuno attivare immediatamente modalità didattiche alternative. Con il procedere delle settimane, però, dato che la riapertura delle scuole si spostava nel tempo, allontanandosi sempre di più, si è resa necessaria una risposta.
Didattiche per ogni tempo. Strategie operative per insegnare nella scuola secondaria di secondo grado
Federico Batini
Writing – Original Draft Preparation
;Martina MarsanoResources
2021
Abstract
L’emergenza sanitaria innescata dalla diffusione del Covid-19 ha prodotto un’eco rilevante in molti domini del vivere quotidiano di milioni di persone. Ciascu- no di noi ha dovuto ridefinire le proprie abitudini in un breve lasso di tempo. All’inizio, specie nelle zone meno colpite, l’isolamento è sembrato un’occa- sione per prenderci una pausa dalla vita di tutti i giorni. Sui social network fiori- vano le foto di piatti deliziosi, di pane fatto in casa, di esiti di attività di bricolage, di performance di giardinaggio e molto altro. Risultava difficile, però, conciliare quelle immagini, quasi festose, divertenti e divertite, con le immagini terribili dei camion militari incolonnati che ritiravano le salme nelle città più colpite dall’e- pidemia e con le notizie sulle restrizioni agli spostamenti e agli assembramenti che hanno impedito a molti italiani di partecipare al funerale dei propri cari. Abbiamo dovuto progressivamente organizzare in modo diverso la nostra vita. Per alcuni il cambiamento è stato più radicale, per esempio per coloro che hanno perso il lavoro; per altri si è trattato di ripensare gli ambienti domestici: la chiusura di uffici ha infatti obbligato a ridefinire gli spazi dove e le modalità con le quali lavorare da casa. Nel frattempo parole ed espressioni che facevano parte di un linguaggio gergale o specialistico, insieme a termini presi in prestito dall’inglese, sono en- trati nella vita di tutti i giorni, altri hanno invece ridefinito il loro significato principale: lockdown, Coronavirus, indice R di contagio, recovery fund, pande- mia, smart working, asintomatico, bolla sociale, curva epidemica, comorbidità, dispositivi di protezione individuale, letalità, focolaio e molte altre. Tra i cambiamenti più rilevanti a cui abbiamo assistito, però, c’è stato senza dubbio la chiusura delle scuole dall’inizio di marzo 2020 fino alla conclusione dell’anno scolastico 2019/2020. Le misure di contenimento del virus hanno comportato l’interruzione delle attività didattiche. All’indomani della chiusura delle scuole, insegnanti e fami- glie hanno creduto che lo stop sarebbe stato temporaneo e non hanno ritenuto opportuno attivare immediatamente modalità didattiche alternative. Con il procedere delle settimane, però, dato che la riapertura delle scuole si spostava nel tempo, allontanandosi sempre di più, si è resa necessaria una risposta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.