Gli eventi sismici del 2016 hanno modificato significativamente la circolazione idrica sotterranea, causando importanti modifiche nelle portate delle sorgenti lineari e puntuali. Incrementi elevati di portata sono stati registrati, e si stanno ancora osservando, nei sistemi idrogeologici a quote più basse, come il fiume Sordo e l’alto Nera, mentre, in molti casi, le sorgenti e le piccole fonti poste a quote più alte, che alimentavano fontanili e abbeveratoi, hanno subito una consistente riduzione o un totale annullamento delle portate. Tra gli effetti dell’evento sismico principale (30 ottobre 2016) i più evidenti sono stati la riattivazione della sorgente del Torbidone, scomparsa dopo il sisma del 1979 e che ha raggiunto pochi mesi dopo la scossa una portata massima di circa 1600-1700 l/s, la riattivazione della sorgente “Pratarella” e il significativo incremento della portata della sorgente San Martino che da pochi l/s è aumentata fino a valori di oltre 250 l/s. Inoltre si è verificato che, in corrispondenza della stazione idrometrica di Torre Orsina, il fiume Nera, il cui corso è prevalentemente alimentato da acque sotterranee, dall’inizio della sequenza sismica ha aumentato la sua portata di circa il 50% rispetto ai valori medi estivi, con un incremento di quasi 10 m3/s. L’analisi dei dati di portata giornaliera del Nera a Torre Orsina ha inoltre messo in evidenza che, prima dell’incremento di portata di circa 3 m3/s registrato poche ore dopo l’evento sismico del 30 ottobre 2016, è stato registrato un precedente incremento delle portate, di circa 2 m3/s, a partire già dal 27 ottobre, giorno successivo ad un’altra forte scossa sismica (Mw = 5.9) verificatasi a Visso il 26 ottobre. L’incremento di 2 m3/s registrato nel Nera fra la scossa del 26 e quella del 30 ottobre, sembrerebbe attribuibile alla “risposta cosismica” al primo dei due eventi. D’altronde, lo stesso incremento potrebbe essere interpretato come un “fenomeno precursore” della successiva scossa. Le possibili interpretazioni del fenomeno suggeriscono l’importanza strategica del monitoraggio dei sistemi idrogeologici, da attuare in collaborazione con gli enti territoriali, al fine di comprendere i meccanismi evolutivi dei fenomeni descritti, anche nell’ottica di una corretta gestione delle risorse idriche.
Gestione delle variazioni dell’assetto idrogeologico indotte dalla sequenza sismica del 2016 nell’area nursina e dei Monti Sibillini
Daniela ValigiFunding Acquisition
;Giulio BeddiniMembro del Collaboration Group
;Costanza Cambi
Membro del Collaboration Group
;Carlo CardelliniFunding Acquisition
;Francesco De GiorgiMembro del Collaboration Group
;Francesco MirabellaFunding Acquisition
;
2019
Abstract
Gli eventi sismici del 2016 hanno modificato significativamente la circolazione idrica sotterranea, causando importanti modifiche nelle portate delle sorgenti lineari e puntuali. Incrementi elevati di portata sono stati registrati, e si stanno ancora osservando, nei sistemi idrogeologici a quote più basse, come il fiume Sordo e l’alto Nera, mentre, in molti casi, le sorgenti e le piccole fonti poste a quote più alte, che alimentavano fontanili e abbeveratoi, hanno subito una consistente riduzione o un totale annullamento delle portate. Tra gli effetti dell’evento sismico principale (30 ottobre 2016) i più evidenti sono stati la riattivazione della sorgente del Torbidone, scomparsa dopo il sisma del 1979 e che ha raggiunto pochi mesi dopo la scossa una portata massima di circa 1600-1700 l/s, la riattivazione della sorgente “Pratarella” e il significativo incremento della portata della sorgente San Martino che da pochi l/s è aumentata fino a valori di oltre 250 l/s. Inoltre si è verificato che, in corrispondenza della stazione idrometrica di Torre Orsina, il fiume Nera, il cui corso è prevalentemente alimentato da acque sotterranee, dall’inizio della sequenza sismica ha aumentato la sua portata di circa il 50% rispetto ai valori medi estivi, con un incremento di quasi 10 m3/s. L’analisi dei dati di portata giornaliera del Nera a Torre Orsina ha inoltre messo in evidenza che, prima dell’incremento di portata di circa 3 m3/s registrato poche ore dopo l’evento sismico del 30 ottobre 2016, è stato registrato un precedente incremento delle portate, di circa 2 m3/s, a partire già dal 27 ottobre, giorno successivo ad un’altra forte scossa sismica (Mw = 5.9) verificatasi a Visso il 26 ottobre. L’incremento di 2 m3/s registrato nel Nera fra la scossa del 26 e quella del 30 ottobre, sembrerebbe attribuibile alla “risposta cosismica” al primo dei due eventi. D’altronde, lo stesso incremento potrebbe essere interpretato come un “fenomeno precursore” della successiva scossa. Le possibili interpretazioni del fenomeno suggeriscono l’importanza strategica del monitoraggio dei sistemi idrogeologici, da attuare in collaborazione con gli enti territoriali, al fine di comprendere i meccanismi evolutivi dei fenomeni descritti, anche nell’ottica di una corretta gestione delle risorse idriche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.