Il tema della rendicontazione sociale è stato negli ultimi anni di particolare attualità, avendo oltrepassato il ristretto perimetro delle discussioni tra gli addetti ai lavori e suscitando ancora oggi un fermento non certo trascurabile. I soggetti interessati dal fenomeno sono per lo più rappresentati da realtà che, per la particolare natura della propria missione aziendale (banche, cooperative, imprese pubbli-che, organizzazioni non profit) o per il forte impatto socio-ambientale dell’attività svolta (imprese industriali del settore chimico, farmaceutico, energetico, automobilistico, ecc.), hanno avvertito la necessità, o quanto meno l’opportunità, di impegnarsi nell’adozione di strumenti utili a supportare una gestione social responsiveness. Ancora più di recente il fenomeno ha finito per investire le amministrazioni pubbliche aventi carattere territoriale, con particolare riferimento agli enti locali, i quali costituiscono il livello più periferico della nostra Pubblica Amministrazione, quello a diretto contatto con il cittadino. Il bilancio sociale, inteso come strumento di social accountability, comporta implicazioni di diversa natura per l’amministrazione pubblica che vi ricorre, interessando differenti profili della propria attività. In maniera evidentemente schematica alla rendicontazione sociale possono essere significati politici, strategici, organizzativi, gestionali e in-formativo-contabili. Il processo di redazione, la struttura formale e l’utilizzo stesso del bilancio sociale sono chiaramente legati al tipo di “filosofia” di rendicontazione adottata e, dunque, alle valenze maggiormente ricercate. Procedendo ancora per semplificazioni è possibile riconoscere tre diverse tipologie di bilancio sociale: bilanci relazionali, bilanci di verifica interna e bilanci di valutazione globale. Se è indubbio che la genesi dei rendiconti sociali sia legata al loro potenziale informati-vo esterno, è pur vero che in più di un caso l’adozione del bilancio sociale, voluta in funzione del rapporto con gli stakeholder esterni, è poi divenuta un’importante occasio-ne di crescita interna. Ciò avviene soprattutto in quelle realtà in cui il ricorso alla rendicontazione sociale è inserito in processo di ripensamento del “modo di essere” dell’ente, accompagnato anche da una ristrutturazione organizzativa e/o dei sistemi di programmazione e controllo. Partendo da tali assunti, lo studio si propone di far luce sul contributo che il processo di rendicontazione sociale può apportare al miglioramento dei processi decisionali interni alle amministrazioni pubbliche. In particolare si vogliono mettere in evidenza le rela-zioni tra sistema della rendicontazione sociale e quello dei controlli interni. L’idea di fondo è che “investendo” consapevolmente sui “significati interni” del bilancio sociale si contribuisce a superare quello scetticismo che spesso accompagna il fenomeno della rendicontazione sociale, scetticismo alimentato dalla diffusione di documenti di mera propaganda sociale.
La rendicontazione sociale come strumento di supporto al miglioramento dei processi decisionali degli enti locali
BARTOCCI, Luca
2005
Abstract
Il tema della rendicontazione sociale è stato negli ultimi anni di particolare attualità, avendo oltrepassato il ristretto perimetro delle discussioni tra gli addetti ai lavori e suscitando ancora oggi un fermento non certo trascurabile. I soggetti interessati dal fenomeno sono per lo più rappresentati da realtà che, per la particolare natura della propria missione aziendale (banche, cooperative, imprese pubbli-che, organizzazioni non profit) o per il forte impatto socio-ambientale dell’attività svolta (imprese industriali del settore chimico, farmaceutico, energetico, automobilistico, ecc.), hanno avvertito la necessità, o quanto meno l’opportunità, di impegnarsi nell’adozione di strumenti utili a supportare una gestione social responsiveness. Ancora più di recente il fenomeno ha finito per investire le amministrazioni pubbliche aventi carattere territoriale, con particolare riferimento agli enti locali, i quali costituiscono il livello più periferico della nostra Pubblica Amministrazione, quello a diretto contatto con il cittadino. Il bilancio sociale, inteso come strumento di social accountability, comporta implicazioni di diversa natura per l’amministrazione pubblica che vi ricorre, interessando differenti profili della propria attività. In maniera evidentemente schematica alla rendicontazione sociale possono essere significati politici, strategici, organizzativi, gestionali e in-formativo-contabili. Il processo di redazione, la struttura formale e l’utilizzo stesso del bilancio sociale sono chiaramente legati al tipo di “filosofia” di rendicontazione adottata e, dunque, alle valenze maggiormente ricercate. Procedendo ancora per semplificazioni è possibile riconoscere tre diverse tipologie di bilancio sociale: bilanci relazionali, bilanci di verifica interna e bilanci di valutazione globale. Se è indubbio che la genesi dei rendiconti sociali sia legata al loro potenziale informati-vo esterno, è pur vero che in più di un caso l’adozione del bilancio sociale, voluta in funzione del rapporto con gli stakeholder esterni, è poi divenuta un’importante occasio-ne di crescita interna. Ciò avviene soprattutto in quelle realtà in cui il ricorso alla rendicontazione sociale è inserito in processo di ripensamento del “modo di essere” dell’ente, accompagnato anche da una ristrutturazione organizzativa e/o dei sistemi di programmazione e controllo. Partendo da tali assunti, lo studio si propone di far luce sul contributo che il processo di rendicontazione sociale può apportare al miglioramento dei processi decisionali interni alle amministrazioni pubbliche. In particolare si vogliono mettere in evidenza le rela-zioni tra sistema della rendicontazione sociale e quello dei controlli interni. L’idea di fondo è che “investendo” consapevolmente sui “significati interni” del bilancio sociale si contribuisce a superare quello scetticismo che spesso accompagna il fenomeno della rendicontazione sociale, scetticismo alimentato dalla diffusione di documenti di mera propaganda sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.