Muovendo dalla nozione di sintesi passiva, Husserl aveva messo in luce una differenza sostanziale tra l’attività dell’io cosciente – intenzionalmente rivolta verso l’oggetto che “colpisce” la coscienza – e la sua non-attività “intenzionalmente” recettiva, in cui i contenuti cosali si imprimono all’in- terno dell’orizzonte percettivo, a dispetto della “volontà” dell’io. Tali con- tenuti, inoltre, pur non essendo immediatamente afferrati e percepiti in un atto coscienziale vero e proprio, restano sullo sfondo di ogni atto percettivo, intenzionale sui generis, per riemergere, successivamente, in atti ritenzionali e rammemorativi. Per tali ragioni, Husserl aveva ritenuto che fosse giusto con- siderarli a pieno titolo assolutamente rilevanti per la conoscenza empirica e per la possibilità di una sua verifica1. Dello stesso avviso sembra essere la sua allieva Edith Stein quando, nei Beiträge, evidenzia che «i dati non-egologici»2 affettano i nostri sensi comunque, imponendosi indirettamente alla coscienza. Poiché infatti la coscienza non è diretta a tutti i dati non-egologici o con- tenuti cosali, ma risulta colpita preferenzialmente solo da alcuni, quelli che restano sullo sfondo (i cosiddetti “non scelti”) prendono il nome di “vissuti di sfondo”, non-direttamente-consci o secondari.

Coscienza e non-conscio Una riflessione sulla sfera passiva in Husserl e in Stein

Nicoletta Ghigi
2021

Abstract

Muovendo dalla nozione di sintesi passiva, Husserl aveva messo in luce una differenza sostanziale tra l’attività dell’io cosciente – intenzionalmente rivolta verso l’oggetto che “colpisce” la coscienza – e la sua non-attività “intenzionalmente” recettiva, in cui i contenuti cosali si imprimono all’in- terno dell’orizzonte percettivo, a dispetto della “volontà” dell’io. Tali con- tenuti, inoltre, pur non essendo immediatamente afferrati e percepiti in un atto coscienziale vero e proprio, restano sullo sfondo di ogni atto percettivo, intenzionale sui generis, per riemergere, successivamente, in atti ritenzionali e rammemorativi. Per tali ragioni, Husserl aveva ritenuto che fosse giusto con- siderarli a pieno titolo assolutamente rilevanti per la conoscenza empirica e per la possibilità di una sua verifica1. Dello stesso avviso sembra essere la sua allieva Edith Stein quando, nei Beiträge, evidenzia che «i dati non-egologici»2 affettano i nostri sensi comunque, imponendosi indirettamente alla coscienza. Poiché infatti la coscienza non è diretta a tutti i dati non-egologici o con- tenuti cosali, ma risulta colpita preferenzialmente solo da alcuni, quelli che restano sullo sfondo (i cosiddetti “non scelti”) prendono il nome di “vissuti di sfondo”, non-direttamente-consci o secondari.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1496162
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