Attraversiamo e proviamo ad abitare un’epoca segnata da profondi mutamenti e processi di sintesi complessa, le cui implicazioni epistemologiche ed etiche, oltre a spalancare di fronte a noi prospettive e traiettorie del tutto inedite, non siamo in grado di valutare. Una fase accelerata di cambiamento radicale dei paradigmi e di trasformazione antropologica che si concretizza nel progressivo ribaltamento dell’interazione complessa tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale*(1996). Divisioni, logiche di separazione, fratture, “false dicotomie” (1995 e sgg.). Confini e limiti, tra natura e cultura, tra naturale e artificiale, che sono completamente saltati, in virtù e in conseguenza delle straordinarie scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche; confini e limiti destinati a trasformarsi sempre più in zone ibride e di contaminazione che, almeno per ora, trovano le nostre istituzioni educative e formative, così come le culture organizzative pubbliche e private, impreparate e inadeguate. La complessità è caratteristica essenziale degli aggregati organici, in altre parole dei sistemi biologici, sociali, relazionali, umani, sempre caratterizzati da relazioni sistemiche e numerosi livelli di interconnessione /interdipendenza: ben strutturati e costituiti da parti che, nelle loro molteplici e sistemiche interazioni, condizionano il comportamento e l’evoluzione (non lineare) dei sistemi stessi. Per ciò che riguarda, invece, il mondo degli oggetti e delle cose, parliamo di sistemi complicati (meccanici e artificiali) e non complessi, descrivibili da formule matematiche; si tratta di sistemi osservabili in tutte le loro dimensioni costitutive, misurabili, prevedibili e, soprattutto, scomponibili nelle loro parti al fine di comprenderne il comportamento e il funzionamento. Anche se, per completezza, ci sarebbe da scrivere molto sul caos deterministico, ma anche sull’impatto profondo dell’intelligenza artificiale sulle architetture dei saperi, delle pratiche, dei vissuti.

La complessità del vitale. Tra osservabile e non osservabile, tra errore e imprevedibilità

Piero Dominici
2021

Abstract

Attraversiamo e proviamo ad abitare un’epoca segnata da profondi mutamenti e processi di sintesi complessa, le cui implicazioni epistemologiche ed etiche, oltre a spalancare di fronte a noi prospettive e traiettorie del tutto inedite, non siamo in grado di valutare. Una fase accelerata di cambiamento radicale dei paradigmi e di trasformazione antropologica che si concretizza nel progressivo ribaltamento dell’interazione complessa tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale*(1996). Divisioni, logiche di separazione, fratture, “false dicotomie” (1995 e sgg.). Confini e limiti, tra natura e cultura, tra naturale e artificiale, che sono completamente saltati, in virtù e in conseguenza delle straordinarie scoperte scientifiche e innovazioni tecnologiche; confini e limiti destinati a trasformarsi sempre più in zone ibride e di contaminazione che, almeno per ora, trovano le nostre istituzioni educative e formative, così come le culture organizzative pubbliche e private, impreparate e inadeguate. La complessità è caratteristica essenziale degli aggregati organici, in altre parole dei sistemi biologici, sociali, relazionali, umani, sempre caratterizzati da relazioni sistemiche e numerosi livelli di interconnessione /interdipendenza: ben strutturati e costituiti da parti che, nelle loro molteplici e sistemiche interazioni, condizionano il comportamento e l’evoluzione (non lineare) dei sistemi stessi. Per ciò che riguarda, invece, il mondo degli oggetti e delle cose, parliamo di sistemi complicati (meccanici e artificiali) e non complessi, descrivibili da formule matematiche; si tratta di sistemi osservabili in tutte le loro dimensioni costitutive, misurabili, prevedibili e, soprattutto, scomponibili nelle loro parti al fine di comprenderne il comportamento e il funzionamento. Anche se, per completezza, ci sarebbe da scrivere molto sul caos deterministico, ma anche sull’impatto profondo dell’intelligenza artificiale sulle architetture dei saperi, delle pratiche, dei vissuti.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1502668
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