Lo “scivoloso” territorio della produzione di materiale pedopornografico torna di nuovo sotto l’“occhio” delle Sezioni unite nell’exemplum delle volontarie prestazioni sessuali del minore, che liberamente le sceglie. È l’occasione per sviluppare la tradizionale metafora penale dell’“occhio” e dello “specchio” seguendo una prospettiva riflessiva che guardi all’uso parallelo fattone in altri settori scientifici, ugualmente attenti agli spazi visuali della realtà umana, allargando la visione sui peculiari circuiti neurali attivati dall’immagine osservata, sulla relazione speculare tra identità ed alterità dell’individuo, infine sull’“unicità” dell’esperienza trasformativa dell’identità adolescenziale. Dentro questo campo, l’osservazione si dirige a ripensare all’esistenza del bene giuridico meritevole di tutela, superando le plurime suggestioni di una mentalità adulta costantemente proiettata verso la regolamentazione dei confini di liceità penale della libertà sessuale della generazione successiva. Il discorso giuridico svolto si trova infatti arricchito da metri ermeneutici capaci di mettere a fuoco un diritto del minore che va personalizzato in termini individualizzanti, consentendo di accettare che sia lo stesso parametro normativo a dover mutare prospettiva in ragione del mutamento del singolo individuo da tutelare.

L’età evolutiva del diritto penale. Il valore dell’educazione, alla libertà (negli scorci delle Sezioni Unite sulla produzione di materiale pornografico)

D. Falcinelli
2022

Abstract

Lo “scivoloso” territorio della produzione di materiale pedopornografico torna di nuovo sotto l’“occhio” delle Sezioni unite nell’exemplum delle volontarie prestazioni sessuali del minore, che liberamente le sceglie. È l’occasione per sviluppare la tradizionale metafora penale dell’“occhio” e dello “specchio” seguendo una prospettiva riflessiva che guardi all’uso parallelo fattone in altri settori scientifici, ugualmente attenti agli spazi visuali della realtà umana, allargando la visione sui peculiari circuiti neurali attivati dall’immagine osservata, sulla relazione speculare tra identità ed alterità dell’individuo, infine sull’“unicità” dell’esperienza trasformativa dell’identità adolescenziale. Dentro questo campo, l’osservazione si dirige a ripensare all’esistenza del bene giuridico meritevole di tutela, superando le plurime suggestioni di una mentalità adulta costantemente proiettata verso la regolamentazione dei confini di liceità penale della libertà sessuale della generazione successiva. Il discorso giuridico svolto si trova infatti arricchito da metri ermeneutici capaci di mettere a fuoco un diritto del minore che va personalizzato in termini individualizzanti, consentendo di accettare che sia lo stesso parametro normativo a dover mutare prospettiva in ragione del mutamento del singolo individuo da tutelare.
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1502715
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