Nella Milano di metà Ottocento uno scienziato eccentrico, Paolo Gorini, già noto per le sue ricerche sulla mineralizzazione dei tessuti organici, pubblica una rivoluzionaria ipotesi scientifica su "L’origine delle montagne" (1851), appoggiandola alla scoperta di un liquido "plutonico", a spettacolari dimostrazioni pubbliche, e alla proposta di una nuova “geologia sperimentale”. Il caso Gorini – per la sua risonanza internazionale e per il coinvolgimento degli ambienti più dinamici della cultura milanese – chiamava in causa non soltanto la comunità degli scienziati e le istituzioni scientifiche, ma l’intera società e persino la letteratura (Cattaneo, Tenca, Manzoni, Rovani e la Scapigliatura). In una città duramente segnata dalle rivoluzioni del 1848-1849 e dalle sconfitte recenti, una prestigiosa scoperta scientifica poteva rappresentare un riscatto, con ripercussioni sul piano civile e politico. Anche il neonato settimanale di Carlo Tenca, «Il Crepuscolo», mise in gioco la propria credibilità ospitando sulle proprie colonne, tra il ’51 e il ’53, gran parte di un dibattito sempre più acceso, cui presero parte i maggiori esperti e le maggiori istituzioni del tempo, anche fuori d'Italia, e che interessò l'opinione pubblica, per poi proseguire più stancamente fino agli anni Settanta del secolo. Lo studio ricostruisce per la prima volta l’intera vicenda del Gorini “geologo”, integrando così gli studi recenti sul più noto Gorini “pietrificatore” (si veda in particolare La mummia della repubblica di Sergio Luzzatto) e illuminando aspetti non marginali della cultura, della scienza e della letteratura in Italia del periodo risorgimentale e unitario.

Montagne di Lombardia. Il caso Gorini dal "Politecnico" di Cattaneo al "Crepuscolo" di Tenca

Simone Casini
2021

Abstract

Nella Milano di metà Ottocento uno scienziato eccentrico, Paolo Gorini, già noto per le sue ricerche sulla mineralizzazione dei tessuti organici, pubblica una rivoluzionaria ipotesi scientifica su "L’origine delle montagne" (1851), appoggiandola alla scoperta di un liquido "plutonico", a spettacolari dimostrazioni pubbliche, e alla proposta di una nuova “geologia sperimentale”. Il caso Gorini – per la sua risonanza internazionale e per il coinvolgimento degli ambienti più dinamici della cultura milanese – chiamava in causa non soltanto la comunità degli scienziati e le istituzioni scientifiche, ma l’intera società e persino la letteratura (Cattaneo, Tenca, Manzoni, Rovani e la Scapigliatura). In una città duramente segnata dalle rivoluzioni del 1848-1849 e dalle sconfitte recenti, una prestigiosa scoperta scientifica poteva rappresentare un riscatto, con ripercussioni sul piano civile e politico. Anche il neonato settimanale di Carlo Tenca, «Il Crepuscolo», mise in gioco la propria credibilità ospitando sulle proprie colonne, tra il ’51 e il ’53, gran parte di un dibattito sempre più acceso, cui presero parte i maggiori esperti e le maggiori istituzioni del tempo, anche fuori d'Italia, e che interessò l'opinione pubblica, per poi proseguire più stancamente fino agli anni Settanta del secolo. Lo studio ricostruisce per la prima volta l’intera vicenda del Gorini “geologo”, integrando così gli studi recenti sul più noto Gorini “pietrificatore” (si veda in particolare La mummia della repubblica di Sergio Luzzatto) e illuminando aspetti non marginali della cultura, della scienza e della letteratura in Italia del periodo risorgimentale e unitario.
2021
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