Perché tutto, prima o poi, finisce nell’oblio e nel dimenticatoio, e non è che serva poi così tanto tempo perché ciò accada. Ed è proprio in quel momento o, per meglio dire, in quella fase che si ha/ si è sempre avuta/ sempre si avrà la conferma di quanto fossero superficiali e, per tanti versi, interessati/strumentali quei sentimenti, quelle parole, quelle immagini, quei discorsi di vicinanza, empatia, solidarietà. Si potrebbero fare tantissimi, infiniti, esempi anche per ciò che concerne la storia/le storie di disastri e catastrofi che sono accaduti e, purtroppo, continuano ad accadere nel nostro Paese e, ancor di più, nel Mondo. A man mano che ci si allontana, nella scansione temporale, dall’accadimento dei ‘fatti’ e dallo svolgersi degli eventi e a mano a mano che, allo stesso tempo, l’ondata emotiva e mediatica si raffredda, tutto viene dimenticato, di più, rimosso; e vengono dimenticati e rimossi i problemi e le questioni, al di là della loro rilevanza. Ma, soprattutto, vengono dimenticate e rimosse le sofferenze delle Persone e delle popolazioni, non soltanto da parte di media, social e “cercatori/cercatrici di followers e popolarità”, non soltanto dalle opinioni pubbliche, ma anche, e soprattutto, da parte dei cd. ‘decisori’ e di coloro che hanno la responsabilità delle scelte, a livello nazionale e internazionale, peraltro, sempre profondamente influenzati e condizionati dalle dinamiche di cui sopra. E, come noto, le logiche sono quelle di sempre … quelle che l’avvento dell’era della iperconnessione ha ulteriormente radicalizzato. Ma – mi ripeto – “la” questione è, al solito, educativa e culturale (complessa).
Cercando sempre la luce (riflessa)…
Piero Dominici
2021
Abstract
Perché tutto, prima o poi, finisce nell’oblio e nel dimenticatoio, e non è che serva poi così tanto tempo perché ciò accada. Ed è proprio in quel momento o, per meglio dire, in quella fase che si ha/ si è sempre avuta/ sempre si avrà la conferma di quanto fossero superficiali e, per tanti versi, interessati/strumentali quei sentimenti, quelle parole, quelle immagini, quei discorsi di vicinanza, empatia, solidarietà. Si potrebbero fare tantissimi, infiniti, esempi anche per ciò che concerne la storia/le storie di disastri e catastrofi che sono accaduti e, purtroppo, continuano ad accadere nel nostro Paese e, ancor di più, nel Mondo. A man mano che ci si allontana, nella scansione temporale, dall’accadimento dei ‘fatti’ e dallo svolgersi degli eventi e a mano a mano che, allo stesso tempo, l’ondata emotiva e mediatica si raffredda, tutto viene dimenticato, di più, rimosso; e vengono dimenticati e rimossi i problemi e le questioni, al di là della loro rilevanza. Ma, soprattutto, vengono dimenticate e rimosse le sofferenze delle Persone e delle popolazioni, non soltanto da parte di media, social e “cercatori/cercatrici di followers e popolarità”, non soltanto dalle opinioni pubbliche, ma anche, e soprattutto, da parte dei cd. ‘decisori’ e di coloro che hanno la responsabilità delle scelte, a livello nazionale e internazionale, peraltro, sempre profondamente influenzati e condizionati dalle dinamiche di cui sopra. E, come noto, le logiche sono quelle di sempre … quelle che l’avvento dell’era della iperconnessione ha ulteriormente radicalizzato. Ma – mi ripeto – “la” questione è, al solito, educativa e culturale (complessa).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.