Il saggio illustra e discute criticamente gli sviluppi recenti dell’etnometodologia, il controverso approccio sociologico fondato da Harold Garfinkel. Dopo la pubblicazione degli Studies in Ethnomethodology, e soprattutto a partire dagli anni Novanta l’etnometodologia ha conosciuto una svolta nella sua politica ricerca in cui sono diventate centrali le procedure di rispecificazione, come le chiama Garfinkel, di quei concetti che costituiscono l’ossatura dell’epistemologia moderna: scoperta, dimostrazione, spiegazione, descrizione, osservazione etc.. La neoetnometodologia o etnometodologia analitica prova a tradurre tali concetti astratti in pratiche concrete, identificate nelle attività che hanno luogo nei laboratori di ricerca, negli osservatori astrofisici, nei centri di sperimentazione etc.. Tali pratiche e attività diventano oggetto di una sorta di etnografia del profondo volta a investigare le abilità e le competenze che sovrintendono ai concreti processi di produzione del sense making all’interno di tali contesti locali. Rimane constante l’ipotesi di fondo che i significati, delle scoperte, dei concetti e delle pratiche scientifiche, siano sempre contestuali e locali, e mai generalizzabili, e nello stesso tempo Garfinkel propone l’idea, alquanto problematica, di una sociologia che deve ibridizzarsi con i campi che indagati se vuole produrre il suo sapere.
Un campo interdetto. Etnometodologia e neoetnometodologia in Harold Garfinkel
CANIGLIA, Enrico
2005
Abstract
Il saggio illustra e discute criticamente gli sviluppi recenti dell’etnometodologia, il controverso approccio sociologico fondato da Harold Garfinkel. Dopo la pubblicazione degli Studies in Ethnomethodology, e soprattutto a partire dagli anni Novanta l’etnometodologia ha conosciuto una svolta nella sua politica ricerca in cui sono diventate centrali le procedure di rispecificazione, come le chiama Garfinkel, di quei concetti che costituiscono l’ossatura dell’epistemologia moderna: scoperta, dimostrazione, spiegazione, descrizione, osservazione etc.. La neoetnometodologia o etnometodologia analitica prova a tradurre tali concetti astratti in pratiche concrete, identificate nelle attività che hanno luogo nei laboratori di ricerca, negli osservatori astrofisici, nei centri di sperimentazione etc.. Tali pratiche e attività diventano oggetto di una sorta di etnografia del profondo volta a investigare le abilità e le competenze che sovrintendono ai concreti processi di produzione del sense making all’interno di tali contesti locali. Rimane constante l’ipotesi di fondo che i significati, delle scoperte, dei concetti e delle pratiche scientifiche, siano sempre contestuali e locali, e mai generalizzabili, e nello stesso tempo Garfinkel propone l’idea, alquanto problematica, di una sociologia che deve ibridizzarsi con i campi che indagati se vuole produrre il suo sapere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.