Il lavoro riporta i risultati di una ricerca eseguita nel 2002 in pomodoro da industria (Lycopersicon esculentum Mill, cv PS1296) in cui sono state messe a confronto due metodi di concimazione azotata (minerale in fertirrigazione localizzata con microportata di irrigazione e organica con pollina disidratata a tutto campo) e quattro dosi di concimazione azotata (0, 100, 200, 300 kg ha-1). A partire da 7 giorni dopo il trapianto (GDT), settimanalmente, sono stati eseguiti prelievi distruttivi di piante per la determinazione del peso fresco e secco di steli, foglie e bacche e della superficie delle foglie verdi. Su tutti i campioni di sostanza secca è stato determinato il contenuto di azoto ridotto. Mediante l'impiego di sensori fissi, collegati a un registratore automatico di dati, sono state misurate in continuo, durante l'intero ciclo colturale, tutte le componenti del bilancio radiativo. L'efficienza d'uso della radiazione è stata determinata mediante il rapporto tra la sostanza secca prodotta dalla parte aerea e la PAR assorbita cumulata a fine ciclo. La dose di concimazione azotata ha influenzato positivamente il prelievo di azoto, lo sviluppo dell’apparato fotosintetizzante e l’assorbimento della radiazione PAR, con un conseguente incremento dei tassi di crescita, dell’accumulo di biomassa totale a fine ciclo e della produzione di bacche totali e commerciabili, mentre non ha avuto effetto sulla ripartizione della biomassa tra i vari organi. Al contrario, i due tipi di concimazione azotata a confronto (fertirrigazione minerale e concimazione organica) non hanno fatto registrare differenze apprezzabili per i caratteri misurati, se si esclude il tasso di crescita relativo della fase esponenziale di accumulo della biomassa, che è risultato più elevato per la coltura concimata con pollina, e l’assorbimento della radiazione PAR, che invece è risultato più ridotto in tale tesi. Per entrambi questi parametri ha giocato un ruolo importante l’effetto della diversa disponibilità di azoto per la coltura nelle prime fasi del ciclo: infatti, la coltura concimata con pollina ha avuto a disposizione nelle primissime fasi di sviluppo una elevata frazione dell’azoto totale in forma prontamente assimilabile e perciò una quantità di gran lunga superiore a quella disponibile per la coltura fertirrigata. Ciò ha consentito uno sviluppo colturale più rapido nelle prime fasi del ciclo, ma ha probabilmente indotto una minor resistenza meccanica degli steli, con il risultato che molte piante si sono prostrate determinando una copertura più disforme del terreno, con zone poco o affatto coperte (il che spiega i minori valori di PAR assorbita) e con zone in cui la vegetazione risultava molto affastellata. L’efficienza di utilizzazione della radiazione è risultata influenzata sia dalla dose che dal tipo di concimazione, in quanto entrambi i trattamenti hanno influito sulla distribuzione della radiazione all’interno della coltura: l’aumento della frazione di foglie ombreggiate determinato dall’incremento della dose d’azoto ed il prostramento delle piante e del loro affastellamento determinato dalla concimazione organica con pollina hanno, infatti, causato una maggior quota di foglie fotosintetizzanti a basse intensità radiative e, pertanto, ad alti rendimenti quantici.

Caratteristiche qualitative del pomodoro da industria in relazione alla densità di coltivazione

BENINCASA, Paolo;TEI, Francesco
2003

Abstract

Il lavoro riporta i risultati di una ricerca eseguita nel 2002 in pomodoro da industria (Lycopersicon esculentum Mill, cv PS1296) in cui sono state messe a confronto due metodi di concimazione azotata (minerale in fertirrigazione localizzata con microportata di irrigazione e organica con pollina disidratata a tutto campo) e quattro dosi di concimazione azotata (0, 100, 200, 300 kg ha-1). A partire da 7 giorni dopo il trapianto (GDT), settimanalmente, sono stati eseguiti prelievi distruttivi di piante per la determinazione del peso fresco e secco di steli, foglie e bacche e della superficie delle foglie verdi. Su tutti i campioni di sostanza secca è stato determinato il contenuto di azoto ridotto. Mediante l'impiego di sensori fissi, collegati a un registratore automatico di dati, sono state misurate in continuo, durante l'intero ciclo colturale, tutte le componenti del bilancio radiativo. L'efficienza d'uso della radiazione è stata determinata mediante il rapporto tra la sostanza secca prodotta dalla parte aerea e la PAR assorbita cumulata a fine ciclo. La dose di concimazione azotata ha influenzato positivamente il prelievo di azoto, lo sviluppo dell’apparato fotosintetizzante e l’assorbimento della radiazione PAR, con un conseguente incremento dei tassi di crescita, dell’accumulo di biomassa totale a fine ciclo e della produzione di bacche totali e commerciabili, mentre non ha avuto effetto sulla ripartizione della biomassa tra i vari organi. Al contrario, i due tipi di concimazione azotata a confronto (fertirrigazione minerale e concimazione organica) non hanno fatto registrare differenze apprezzabili per i caratteri misurati, se si esclude il tasso di crescita relativo della fase esponenziale di accumulo della biomassa, che è risultato più elevato per la coltura concimata con pollina, e l’assorbimento della radiazione PAR, che invece è risultato più ridotto in tale tesi. Per entrambi questi parametri ha giocato un ruolo importante l’effetto della diversa disponibilità di azoto per la coltura nelle prime fasi del ciclo: infatti, la coltura concimata con pollina ha avuto a disposizione nelle primissime fasi di sviluppo una elevata frazione dell’azoto totale in forma prontamente assimilabile e perciò una quantità di gran lunga superiore a quella disponibile per la coltura fertirrigata. Ciò ha consentito uno sviluppo colturale più rapido nelle prime fasi del ciclo, ma ha probabilmente indotto una minor resistenza meccanica degli steli, con il risultato che molte piante si sono prostrate determinando una copertura più disforme del terreno, con zone poco o affatto coperte (il che spiega i minori valori di PAR assorbita) e con zone in cui la vegetazione risultava molto affastellata. L’efficienza di utilizzazione della radiazione è risultata influenzata sia dalla dose che dal tipo di concimazione, in quanto entrambi i trattamenti hanno influito sulla distribuzione della radiazione all’interno della coltura: l’aumento della frazione di foglie ombreggiate determinato dall’incremento della dose d’azoto ed il prostramento delle piante e del loro affastellamento determinato dalla concimazione organica con pollina hanno, infatti, causato una maggior quota di foglie fotosintetizzanti a basse intensità radiative e, pertanto, ad alti rendimenti quantici.
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