L’antropologo Pietro Clemente parla di “smemoratezza del moderno” come di un “processo di dimenticanza connaturato al processo di sviluppo oggettivo”: dal se- condo dopoguerra, quando la vita moderna si è presen- tata appetibile e ricca, i soggetti sociali che vivevano i luoghi “investiti dal moderno” hanno progressivamente dimenticato, spesso per vergogna. È successo nel territorio rurale italiano, abbandonato dai contadini, che talvolta hanno rinnegato il proprio passato di mezzadri; è successo in alcuni luoghi dalla storia ingombrante interessati da un grande cambiamento, come gli ex ospedali psichiatrici. Alcune aree dimenticate sono state oggetto di recupero e cura dal basso, da parte delle cosiddette “comunità di eredità”, definite dalla Convenzione di Faro come “quell’insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”. Il contributo intende indagare il ruolo del progetto, e dunque dell’architetto, nella rigenerazione dei luoghi in transizione, interessati dall’azione di comunità che si fanno portatrici di una “coscienza di luogo” (A. Magnaghi). Possono essere individuate alcune metodologie di lavoro intrinseche al processo progettuale: l’analisi conoscitiva, che è ricostruzione spaziale e tipologica dell’architettura originaria; la divulgazione della conoscenza e l’educazione della comunità, in un quadro di ricerca-azione; il progetto, che si configura come reinterpretazione e recupero del patrimonio, nell’ambito di una governance complessiva che si interfaccia con altre discipline e interviene a diverse scale. Il principale caso studio affrontato è quello dell’ex manicomio di San Salvi a Firenze, oggetto della ricerca biennale Stages of Memory. Regeneration of San Salvi Heritage Community condotta dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze in partenariato con la compagnia teatrale Chille de la balanza, Simbdea e Fondazione Basaglia.

Culture organiche al luogo. Il progetto come maieutica

Eliana Martinelli
2022

Abstract

L’antropologo Pietro Clemente parla di “smemoratezza del moderno” come di un “processo di dimenticanza connaturato al processo di sviluppo oggettivo”: dal se- condo dopoguerra, quando la vita moderna si è presen- tata appetibile e ricca, i soggetti sociali che vivevano i luoghi “investiti dal moderno” hanno progressivamente dimenticato, spesso per vergogna. È successo nel territorio rurale italiano, abbandonato dai contadini, che talvolta hanno rinnegato il proprio passato di mezzadri; è successo in alcuni luoghi dalla storia ingombrante interessati da un grande cambiamento, come gli ex ospedali psichiatrici. Alcune aree dimenticate sono state oggetto di recupero e cura dal basso, da parte delle cosiddette “comunità di eredità”, definite dalla Convenzione di Faro come “quell’insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future”. Il contributo intende indagare il ruolo del progetto, e dunque dell’architetto, nella rigenerazione dei luoghi in transizione, interessati dall’azione di comunità che si fanno portatrici di una “coscienza di luogo” (A. Magnaghi). Possono essere individuate alcune metodologie di lavoro intrinseche al processo progettuale: l’analisi conoscitiva, che è ricostruzione spaziale e tipologica dell’architettura originaria; la divulgazione della conoscenza e l’educazione della comunità, in un quadro di ricerca-azione; il progetto, che si configura come reinterpretazione e recupero del patrimonio, nell’ambito di una governance complessiva che si interfaccia con altre discipline e interviene a diverse scale. Il principale caso studio affrontato è quello dell’ex manicomio di San Salvi a Firenze, oggetto della ricerca biennale Stages of Memory. Regeneration of San Salvi Heritage Community condotta dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze in partenariato con la compagnia teatrale Chille de la balanza, Simbdea e Fondazione Basaglia.
2022
9791280379023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1546874
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