Del 1902 la Società Umanitaria di Milano promuove la costruzione di quartieri operai all’avanguardia, come quelli di via Solari e de Le Rottole progettati da Broglio. Da quel momento Milano diventa terreno di sperimentazione tipologica sull’abitare popolare, operaio e non solo, incentrata sulla relazione tra spazio privato (la casa) e collettivo (corti e ballatoi). Sono celebri i progetti di Figini e Pollini (quartiere Harar Dessiè), Albini (quartieri Filzi e Mangiagalli), BBPR (quartiere di via Alcuino), Scoccimarro (quartiere di Piazza Martini). Un tempo periferici, oggi questi quartieri sono inglobati nella città e abitati da diverse classi di lavoratori. Il contributo intende approfondire la relazione tra lavoro e spazi dell’abitare, e come tale rapporto si sia evoluto nell’ultimo secolo. L’obiettivo è, da un lato, proporre strategie per l’adattamento degli spazi di alcune case operaie del ‘900; dall’altro, cercare di comprendere quali elementi di questo patrimonio siano ancora attuali e utili per il progetto di nuovi insediamenti. Il cambiamento interessa in primis la concezione degli interni. Nel saggio L’eliminazione dei mobili (1924), Adolf Loos ricordava che “all’architetto appartengono i muri della casa […] E come i muri gli appartengono i mobili che non si possono spostare”. Oggi la casa sembra tramutarsi in una sorta di “dimora fuggitiva”, in cui mobili a scomparsa o trasformabili permettono una suddivisione degli spazi flessibile. La camera da letto, un tempo stanza privata per definizione, coincide sempre più con il letto stesso. Ciò suggerisce una diversa visione del corpo e della persona: la coppia e il matrimonio non sono più il fondamento della casa (Perrot, 2011). Da luogo privato, che accoglieva la nascita e la morte, la casa sta diventando luogo dell’home working, secondo un processo accelerato dall’attuale pandemia. Con il supporto di considerazioni di natura storica e sociologica, il saggio intende stimolare una riflessione progettuale sulle dinamiche odierne dell’abitare in rapporto ai nuovi paradigmi del lavoro e al rinnovato significato degli spazi collettivi.

Fabbricare fare e disfare. Il lavoro e la trasformazione dello spazio domestico

Eliana Martinelli
2023

Abstract

Del 1902 la Società Umanitaria di Milano promuove la costruzione di quartieri operai all’avanguardia, come quelli di via Solari e de Le Rottole progettati da Broglio. Da quel momento Milano diventa terreno di sperimentazione tipologica sull’abitare popolare, operaio e non solo, incentrata sulla relazione tra spazio privato (la casa) e collettivo (corti e ballatoi). Sono celebri i progetti di Figini e Pollini (quartiere Harar Dessiè), Albini (quartieri Filzi e Mangiagalli), BBPR (quartiere di via Alcuino), Scoccimarro (quartiere di Piazza Martini). Un tempo periferici, oggi questi quartieri sono inglobati nella città e abitati da diverse classi di lavoratori. Il contributo intende approfondire la relazione tra lavoro e spazi dell’abitare, e come tale rapporto si sia evoluto nell’ultimo secolo. L’obiettivo è, da un lato, proporre strategie per l’adattamento degli spazi di alcune case operaie del ‘900; dall’altro, cercare di comprendere quali elementi di questo patrimonio siano ancora attuali e utili per il progetto di nuovi insediamenti. Il cambiamento interessa in primis la concezione degli interni. Nel saggio L’eliminazione dei mobili (1924), Adolf Loos ricordava che “all’architetto appartengono i muri della casa […] E come i muri gli appartengono i mobili che non si possono spostare”. Oggi la casa sembra tramutarsi in una sorta di “dimora fuggitiva”, in cui mobili a scomparsa o trasformabili permettono una suddivisione degli spazi flessibile. La camera da letto, un tempo stanza privata per definizione, coincide sempre più con il letto stesso. Ciò suggerisce una diversa visione del corpo e della persona: la coppia e il matrimonio non sono più il fondamento della casa (Perrot, 2011). Da luogo privato, che accoglieva la nascita e la morte, la casa sta diventando luogo dell’home working, secondo un processo accelerato dall’attuale pandemia. Con il supporto di considerazioni di natura storica e sociologica, il saggio intende stimolare una riflessione progettuale sulle dinamiche odierne dell’abitare in rapporto ai nuovi paradigmi del lavoro e al rinnovato significato degli spazi collettivi.
2023
978-88-3339-829-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1554520
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