Le università di Roma, Bologna e Perugia, pur con evidenti diversità, hanno condiviso in età moderna alcune caratteristiche: di fondazione medievale, si sono trovate a operare nello Stato della Chiesa e hanno visto l’affermazione determinata del potere dei collegi dottorali, nonché la presenza di autorità ecclesiastiche tra i loro organi di gestione. Nel corso del XVIII secolo i tre atenei hanno conosciuto momenti di riforma e di riorganizzazione ideati e promossi nel tentativo di riportarle in auge; una migliore selezione del corpo docente e la riorganizzazione dei «curricula» furono gli strumenti con i quali si cercò di innalzare il livello scientifico degli insegnamenti e di ripopolare le aule universitarie. L’indagine sulle dinamiche dei salari dei docenti di Roma, Bologna e Perugia nel ’700 è stata condotta muovendo dall’ipotesi che esse possano essere la risultante di politiche accademiche già note alla storiografia, o di altre attuate nella prassi attraverso la distribuzione degli stipendi. I salari soprattutto attestano il variare delle gerarchie tra le discipline e le tendenze del bilancio complessivo degli «Studia». Le autrici presentano una ricostruzione del sistema di gestione dei salari per affrontare poi un’analisi propriamente quantitativa e comparativa e suggerire delle prime ipotesi di interpretazione: il confronto tra i dati delle tre sedi universitarie ha consentito di discernere tra le tendenze comuni – attribuibili alla politica statale e alla temperie culturale dell’epoca – le specificità introdotte con le riforme e quelle evidenziate proprio dall’andamento dei salari.
I salari dei docenti nelle università di Roma, Bologna e Perugia nel Settecento: un'analisi comparata
Regina Lupi
2023
Abstract
Le università di Roma, Bologna e Perugia, pur con evidenti diversità, hanno condiviso in età moderna alcune caratteristiche: di fondazione medievale, si sono trovate a operare nello Stato della Chiesa e hanno visto l’affermazione determinata del potere dei collegi dottorali, nonché la presenza di autorità ecclesiastiche tra i loro organi di gestione. Nel corso del XVIII secolo i tre atenei hanno conosciuto momenti di riforma e di riorganizzazione ideati e promossi nel tentativo di riportarle in auge; una migliore selezione del corpo docente e la riorganizzazione dei «curricula» furono gli strumenti con i quali si cercò di innalzare il livello scientifico degli insegnamenti e di ripopolare le aule universitarie. L’indagine sulle dinamiche dei salari dei docenti di Roma, Bologna e Perugia nel ’700 è stata condotta muovendo dall’ipotesi che esse possano essere la risultante di politiche accademiche già note alla storiografia, o di altre attuate nella prassi attraverso la distribuzione degli stipendi. I salari soprattutto attestano il variare delle gerarchie tra le discipline e le tendenze del bilancio complessivo degli «Studia». Le autrici presentano una ricostruzione del sistema di gestione dei salari per affrontare poi un’analisi propriamente quantitativa e comparativa e suggerire delle prime ipotesi di interpretazione: il confronto tra i dati delle tre sedi universitarie ha consentito di discernere tra le tendenze comuni – attribuibili alla politica statale e alla temperie culturale dell’epoca – le specificità introdotte con le riforme e quelle evidenziate proprio dall’andamento dei salari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.