A partire dagli anni sessanta è risultato evidente che l’acqua, al pari delle altre risorse naturali, è una risorsa limitata e che alla crisi idrica contribuiscono in larga misura fattori antropici, quali l’inquinamento, lo sfruttamento ed il cattivo uso della risorsa e del territorio, nonché modelli di sviluppo non adeguati. Tale situazione ha ovviamente deteminato una crescente rilevanza economica delle risorse naturali ed una notevole pressione su chi gestisce le risorse idriche, con la necessità di studiare scenari di distribuzione della risorsa disponibile il cui obiettivo è quello di soddisfare sia le crescenti richieste, sia le esigenze di tipologie d’utenze in concorrenza tra loro o di nuovi tipi di utenza, tra cui l’uso ambientale dell’acqua. In quest’ultimo caso l’interpretazione deve essere vista nel senso più generale del termine, inteso anche come valore d’uso indiretto della risorsa idrica. Tale valore è meno tangibile di quello diretto (attività legate alla pesca, rafting, balneazione, etc.) poiché deriva da “preferenze” ambientali che riguardano sostanzialmente la volontà di preservare la risorsa naturale, sia per eventuali usi futuri che come eredità per le future generazioni. Lo studio di tali problematiche trova la sua giusta dimensione alla scala di bacino o sottobacino, infatti solo nell’analisi dell’intero sviluppo del reticolo idrografico di interesse si possono evidenziare in maniera compiuta i molteplici usi della risorsa idrica ed il loro eventuale stato di competizione, che dovrebbe essere quindi risolto tenendo conto anche degli aspetti economici connessi. In tale contesto le presenza di grandi invasi rappresenta la condizione necessaria ma non sufficiente, soprattutto in realtà quali il Centro ed il Sud Italia. Infatti il volume utile di un grande serbatoio rappresenta in genere la più significativa risorsa idrica da poter gestire, ma nello stesso tempo, nella maggioranza dei casi, non è sempre in grado di soddisfare sempre e pienamente le richieste delle varie utenze.

Sulla gestione di un grande invaso a scala di bacino. Un caso di studio

CASADEI, Stefano;MANCIOLA, Piergiorgio;BELLEZZA, MICHELE
2005

Abstract

A partire dagli anni sessanta è risultato evidente che l’acqua, al pari delle altre risorse naturali, è una risorsa limitata e che alla crisi idrica contribuiscono in larga misura fattori antropici, quali l’inquinamento, lo sfruttamento ed il cattivo uso della risorsa e del territorio, nonché modelli di sviluppo non adeguati. Tale situazione ha ovviamente deteminato una crescente rilevanza economica delle risorse naturali ed una notevole pressione su chi gestisce le risorse idriche, con la necessità di studiare scenari di distribuzione della risorsa disponibile il cui obiettivo è quello di soddisfare sia le crescenti richieste, sia le esigenze di tipologie d’utenze in concorrenza tra loro o di nuovi tipi di utenza, tra cui l’uso ambientale dell’acqua. In quest’ultimo caso l’interpretazione deve essere vista nel senso più generale del termine, inteso anche come valore d’uso indiretto della risorsa idrica. Tale valore è meno tangibile di quello diretto (attività legate alla pesca, rafting, balneazione, etc.) poiché deriva da “preferenze” ambientali che riguardano sostanzialmente la volontà di preservare la risorsa naturale, sia per eventuali usi futuri che come eredità per le future generazioni. Lo studio di tali problematiche trova la sua giusta dimensione alla scala di bacino o sottobacino, infatti solo nell’analisi dell’intero sviluppo del reticolo idrografico di interesse si possono evidenziare in maniera compiuta i molteplici usi della risorsa idrica ed il loro eventuale stato di competizione, che dovrebbe essere quindi risolto tenendo conto anche degli aspetti economici connessi. In tale contesto le presenza di grandi invasi rappresenta la condizione necessaria ma non sufficiente, soprattutto in realtà quali il Centro ed il Sud Italia. Infatti il volume utile di un grande serbatoio rappresenta in genere la più significativa risorsa idrica da poter gestire, ma nello stesso tempo, nella maggioranza dei casi, non è sempre in grado di soddisfare sempre e pienamente le richieste delle varie utenze.
2005
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/155714
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