Le occlusioni d’alveo per frana rappresentano un “ambito” in cui alla pericolosità intrinseca dell’evento franoso si aggiungono due condizioni di pericolosità indotta: una connessa con l’inondazione delle aree a monte dello sbarramento ed una collegata alla rottura dello stesso ed al rilascio, a valle, di un’onda di piena a carattere impulsivo. Il metodo proposto per la valutazione di tale pericolosità è stato applicato ad un movimento franoso, in stato quiescente, che si sviluppa sul versante in sinistra idrografica del T. Reggia, circa 800 metri a monte dell’abitato di Umbertide (Umbria settentrionale): la notevole estensione dell’area coinvolta (85000 m^2) e le caratteristiche della valle fluviale rendono molto probabile, in caso di riattivazione, l’occlusione dell’alveo. La procedura prevede: la definizione del volume di materiale interessato dal movimento tramite un’analisi di stabilità del pendio, la definizione della geometria dello sbarramento in funzione del volume coinvolto, la simulazione del collasso del corpo diga tramite il codice “BREACH”, la verifica delle condizioni di rischio idraulico a monte e a valle della frana. Il metodo, forzatamente schematico per la complessità congenita del fenomeno, si basa sulla determinazione di un numero ridotto di variabili e, pertanto, può essere ritenuto efficace soprattutto in chiave di una caratterizzazione preliminare delle condizioni di rischio.
Definizione di scenari e analisi delle condizioni di rischio geologico-idraulico derivanti da una possibile occlusione d’alveo per frana nel T. Reggia (bacino del F. Tevere, Umbria settentrionale)
CENCETTI, Corrado;FREDDUZZI, ANDREA;
2006
Abstract
Le occlusioni d’alveo per frana rappresentano un “ambito” in cui alla pericolosità intrinseca dell’evento franoso si aggiungono due condizioni di pericolosità indotta: una connessa con l’inondazione delle aree a monte dello sbarramento ed una collegata alla rottura dello stesso ed al rilascio, a valle, di un’onda di piena a carattere impulsivo. Il metodo proposto per la valutazione di tale pericolosità è stato applicato ad un movimento franoso, in stato quiescente, che si sviluppa sul versante in sinistra idrografica del T. Reggia, circa 800 metri a monte dell’abitato di Umbertide (Umbria settentrionale): la notevole estensione dell’area coinvolta (85000 m^2) e le caratteristiche della valle fluviale rendono molto probabile, in caso di riattivazione, l’occlusione dell’alveo. La procedura prevede: la definizione del volume di materiale interessato dal movimento tramite un’analisi di stabilità del pendio, la definizione della geometria dello sbarramento in funzione del volume coinvolto, la simulazione del collasso del corpo diga tramite il codice “BREACH”, la verifica delle condizioni di rischio idraulico a monte e a valle della frana. Il metodo, forzatamente schematico per la complessità congenita del fenomeno, si basa sulla determinazione di un numero ridotto di variabili e, pertanto, può essere ritenuto efficace soprattutto in chiave di una caratterizzazione preliminare delle condizioni di rischio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.