La nota esamina gli effetti indotti dall'attività antropica sulla dinamica fluviale del T. Virginio, affluente del T. Pesa (bacino del F. Arno, Toscana centrale). Il corso d'acqua presenta un bacino stretto ed allungato (sup. 62 km^2) impostato su sedimenti clastici pliocenici ed è caratterizzato da un alveo ghiaioso, rettilineo a barre alternate. Fin dagli anni '60 il suo alveo è stato interessato da intensa attività estrattiva di inerti, specie nel tratto vallivo inferiore. Lavori di "manutenzione" e ricalibratura, iniziati dopo la grande piena del 1966, sono stati perpetrati a più riprese fino al periodo attuale su tutto il tracciato e sono consistiti sistematicamente nell'asportazione dei corpi sedimentari e nel rimodellamento della sezione d'alveo, alla quale veniva conferita una forma generalmente trapezia, distruggendo tutte le strutture morfologico-sedimentarie naturali. Il risultato è stato un profondo stato di crisi della stabilità dell'alveo che è stato soggetto, durante le piene degli ultimi anni, ad intensi fenomeni di erosione verticale e laterale. La situazione di equilibrio preesistente alle opere di "sistemazione" è ormai compromessa e rende pertanto necessario realizzare nuovi interventi che, tuttavia, dovranno tener conto della naturale tendenza evolutiva del corso d'acqua. Vengono infine definiti i criteri di intervento ritenuti più idonei al fine di produrre in futuro un aumento della stabilità dell'alveo e delle sponde.
Effetti delle sistemazioni d’alveo sulla dinamica fluviale di un torrente ghiaioso.
CENCETTI, Corrado;TACCONI, Paolo;
1994
Abstract
La nota esamina gli effetti indotti dall'attività antropica sulla dinamica fluviale del T. Virginio, affluente del T. Pesa (bacino del F. Arno, Toscana centrale). Il corso d'acqua presenta un bacino stretto ed allungato (sup. 62 km^2) impostato su sedimenti clastici pliocenici ed è caratterizzato da un alveo ghiaioso, rettilineo a barre alternate. Fin dagli anni '60 il suo alveo è stato interessato da intensa attività estrattiva di inerti, specie nel tratto vallivo inferiore. Lavori di "manutenzione" e ricalibratura, iniziati dopo la grande piena del 1966, sono stati perpetrati a più riprese fino al periodo attuale su tutto il tracciato e sono consistiti sistematicamente nell'asportazione dei corpi sedimentari e nel rimodellamento della sezione d'alveo, alla quale veniva conferita una forma generalmente trapezia, distruggendo tutte le strutture morfologico-sedimentarie naturali. Il risultato è stato un profondo stato di crisi della stabilità dell'alveo che è stato soggetto, durante le piene degli ultimi anni, ad intensi fenomeni di erosione verticale e laterale. La situazione di equilibrio preesistente alle opere di "sistemazione" è ormai compromessa e rende pertanto necessario realizzare nuovi interventi che, tuttavia, dovranno tener conto della naturale tendenza evolutiva del corso d'acqua. Vengono infine definiti i criteri di intervento ritenuti più idonei al fine di produrre in futuro un aumento della stabilità dell'alveo e delle sponde.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.