I Fiumi hanno da sempre rappresentato, storicamente, un’importante risorsa per l’Uomo. Tutte le grandi civiltà sono sorte attorno ai Fiumi, considerati fonti di approvvigionamento idrico, a fini idropotabili e agronomici, vie di comunicazione, finanche sorgenti di energia, dai mulini ad acqua alle grandi centrali idroelettriche dei giorni nostri. Uomo-Fiume: un binomio indissolubile che travalica la fisicità dell’aspetto naturale, fino a farlo diventare un simbolo, un elemento metafisico, religioso: il Fiume Sacro (il Giordano per i Cristiani, il Gange per gli Induisti, il Nilo per gli Egizi...). Il Fiume ha però le sue esigenze: i processi legati alla morfogenesi fluviale contemplano anche aspetti sgraditi all’Uomo, come le esondazioni e gli alluvionamenti, spesso fonti di immani tragedie. Sembrerebbe proprio il comportamento di un Dio (il Fiume Sacro, per l’appunto): benevolo, se rispettato in osservanza alle sue Leggi, ma pronto a colpire se le sue Leggi sono disattese. In realtà, un Fiume che esonda non è un Fiume “cattivo”: le inondazioni della sua pianura alluvionale - così chiamata, proprio perché viene creata in seguito ai processi naturali di alluvionamento - fanno parte della sua dinamica, dell’esigenza di smaltire acqua e sedimenti lungo il suo percorso, evitando di concentrarli nei tratti vallivi terminali. È una forma di dissipazione dell’energia, che porta il Fiume a crearsi i propri spazi, quelli che oggi sono definiti come aree di pertinenza fluviale , in quanto gestite dal Fiume e che si concretizzano nel moderno concetto di stream corridor , inteso come l’area in cui il Fiume, lungo tutto il suo percorso, fa risentire i suoi effetti, in termini sia fisici (geomorfologici, idrologici e idrogeologici) che biotici. Questi ultimi riguardano gli aspetti vegetazionali e quelli delle comunità animali che gravitano sul Fiume e che dipendono strettamente dalla sua presenza. L’Uomo, storicamente, tanto più fin dalla seconda metà del secolo scorso, ha calpestato le aspettative e le esigenze del Fiume: l’intensa urbanizzazione, che ha interessato soprattutto proprio le pianure alluvionali, e l’attività estrattiva di inerti dall’alveo, perpetrata senza alcun vincolo fino a pochi decenni fa e tuttora spesso praticata, quando camuffata dalle così dette sistemazioni fluviali , hanno stravolto la dinamica naturale degli alvei. Tale comportamento da parte dell’Uomo ha prodotto, da una parte, un aumento delle portate idriche, a causa del con- sumo di suolo e dell’impermeabilizzazione di ampie aree dei loro bacini idrografici, che hanno favorito l’apporto ai fiumi di maggiori volumi di acqua, in maniera anche più rapida rispetto a un tempo; dall’altra ha causato un aumento dei processi di erosione, attraverso i quali il Fiume deve soddisfare la sua “fame” di sedimenti che ne costituiscono il trasporto solido. Se a ciò si 5aggiungono gli effetti dei così detti cambiamenti climatici , con l’aumento della frequenza di eventi meteorici estremi e parossistici, quali osserviamo negli ultimi decenni di storia, il risultato non può che essere quello sotto gli occhi di tutti: il Fiume ha innescato processi di erosione mai visti prima, che hanno comportato un approfondimento dell’alveo e la concentrazione di enormi volumi di acqua nei tratti terminali, prossimi al mare o alla confluenza con i corsi d’acqua recipienti. Di tutto ciò si è parlato durante il Convegno - Giornata di Studio sulla Dinamica fluviale, organizzato il 26 maggio 2023 dall’Associazione di Geologia Applicata e Ambientale (AIGA), in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e con il Consiglio Nazionale dei Geologi e mirato a ricordare e onorare la figura di Paolo Tacconi, già docente presso l’allora Facoltà di Ingegneria di UniPG e tra i primi, in Italia, a occuparsi di Dinamica fluviale, fin dagli anni ’70 del secolo scorso. Il Convegno è stato strutturato in relazioni a invito - tenute sia da coloro che hanno collaborato con Paolo Tacconi, come suoi allievi, durante oltre trenta anni di attività scientifica, sia da coloro che oggi rappresentano la massima espressione in Italia di ricercatori che si interessano di tali tematiche di ricerca - e in una Sessione poster, dove tutti i partecipanti hanno avuto modo di presentare i risultati più recenti delle proprie ricerche. Il presente volume raccoglie una selezione degli interventi orali e poster che si sono succeduti durante la Giornata di Studio, sotto forma di note brevi o di riassunti, redatti da coloro che hanno acconsentito alla loro pubblicazione. Un sentito ringraziamento va all’AIGA, per aver promosso l’iniziativa; all’Università di Perugia che ha curato la logistica del Convegno; al Dipartimento di Fisica e Geologia di UniPG e al Consiglio Nazionale dei Geologi che hanno contribuito fattivamente alla buona riuscita dell’evento; a coloro che, insieme con il sottoscritto, ne hanno curato l’organizzazione e che desidero ricordare nominalmente, nelle persone del collega Lucio Di Matteo e dei nostri collaboratori Valentina Cerboni, Fabio Guadagnano e Sofia Ortenzi; a tutti coloro i quali, con la loro partecipazione, hanno reso questa giornata eccezionalmente interessante, per la grande attualità che (putroppo!) rivestono i temi trattati: ricordo che proprio nei giorni immediatamente precedenti il Convegno si era appena verificato in Emilia Romagna un evento alluvionale di portata storica, che rimarrà scolpito nella nostra memoria, ultimo di una serie interminabile di tragedie causate dalla scarsa attenzione dell’Uomo nella gestione e nella salvaguardia del territorio. Infine, un particolare e personale ringraziamento al Prof. Fabio Fatichenti, Direttore della Collana scientifica dell’Università di Perugia “Culture Territori Linguaggi”, per aver permesso che di questo evento rimanesse traccia, a futura memoria.
Prefazione agli Atti del Convegno "La Dinamica fluviale. La conoscenza del Fiume per la pianificazione e la salvaguardia del territorio (Giornata di Studio in memoria di Paolo Tacconi)"
Corrado Cencetti
Writing – Review & Editing
2023
Abstract
I Fiumi hanno da sempre rappresentato, storicamente, un’importante risorsa per l’Uomo. Tutte le grandi civiltà sono sorte attorno ai Fiumi, considerati fonti di approvvigionamento idrico, a fini idropotabili e agronomici, vie di comunicazione, finanche sorgenti di energia, dai mulini ad acqua alle grandi centrali idroelettriche dei giorni nostri. Uomo-Fiume: un binomio indissolubile che travalica la fisicità dell’aspetto naturale, fino a farlo diventare un simbolo, un elemento metafisico, religioso: il Fiume Sacro (il Giordano per i Cristiani, il Gange per gli Induisti, il Nilo per gli Egizi...). Il Fiume ha però le sue esigenze: i processi legati alla morfogenesi fluviale contemplano anche aspetti sgraditi all’Uomo, come le esondazioni e gli alluvionamenti, spesso fonti di immani tragedie. Sembrerebbe proprio il comportamento di un Dio (il Fiume Sacro, per l’appunto): benevolo, se rispettato in osservanza alle sue Leggi, ma pronto a colpire se le sue Leggi sono disattese. In realtà, un Fiume che esonda non è un Fiume “cattivo”: le inondazioni della sua pianura alluvionale - così chiamata, proprio perché viene creata in seguito ai processi naturali di alluvionamento - fanno parte della sua dinamica, dell’esigenza di smaltire acqua e sedimenti lungo il suo percorso, evitando di concentrarli nei tratti vallivi terminali. È una forma di dissipazione dell’energia, che porta il Fiume a crearsi i propri spazi, quelli che oggi sono definiti come aree di pertinenza fluviale , in quanto gestite dal Fiume e che si concretizzano nel moderno concetto di stream corridor , inteso come l’area in cui il Fiume, lungo tutto il suo percorso, fa risentire i suoi effetti, in termini sia fisici (geomorfologici, idrologici e idrogeologici) che biotici. Questi ultimi riguardano gli aspetti vegetazionali e quelli delle comunità animali che gravitano sul Fiume e che dipendono strettamente dalla sua presenza. L’Uomo, storicamente, tanto più fin dalla seconda metà del secolo scorso, ha calpestato le aspettative e le esigenze del Fiume: l’intensa urbanizzazione, che ha interessato soprattutto proprio le pianure alluvionali, e l’attività estrattiva di inerti dall’alveo, perpetrata senza alcun vincolo fino a pochi decenni fa e tuttora spesso praticata, quando camuffata dalle così dette sistemazioni fluviali , hanno stravolto la dinamica naturale degli alvei. Tale comportamento da parte dell’Uomo ha prodotto, da una parte, un aumento delle portate idriche, a causa del con- sumo di suolo e dell’impermeabilizzazione di ampie aree dei loro bacini idrografici, che hanno favorito l’apporto ai fiumi di maggiori volumi di acqua, in maniera anche più rapida rispetto a un tempo; dall’altra ha causato un aumento dei processi di erosione, attraverso i quali il Fiume deve soddisfare la sua “fame” di sedimenti che ne costituiscono il trasporto solido. Se a ciò si 5aggiungono gli effetti dei così detti cambiamenti climatici , con l’aumento della frequenza di eventi meteorici estremi e parossistici, quali osserviamo negli ultimi decenni di storia, il risultato non può che essere quello sotto gli occhi di tutti: il Fiume ha innescato processi di erosione mai visti prima, che hanno comportato un approfondimento dell’alveo e la concentrazione di enormi volumi di acqua nei tratti terminali, prossimi al mare o alla confluenza con i corsi d’acqua recipienti. Di tutto ciò si è parlato durante il Convegno - Giornata di Studio sulla Dinamica fluviale, organizzato il 26 maggio 2023 dall’Associazione di Geologia Applicata e Ambientale (AIGA), in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e con il Consiglio Nazionale dei Geologi e mirato a ricordare e onorare la figura di Paolo Tacconi, già docente presso l’allora Facoltà di Ingegneria di UniPG e tra i primi, in Italia, a occuparsi di Dinamica fluviale, fin dagli anni ’70 del secolo scorso. Il Convegno è stato strutturato in relazioni a invito - tenute sia da coloro che hanno collaborato con Paolo Tacconi, come suoi allievi, durante oltre trenta anni di attività scientifica, sia da coloro che oggi rappresentano la massima espressione in Italia di ricercatori che si interessano di tali tematiche di ricerca - e in una Sessione poster, dove tutti i partecipanti hanno avuto modo di presentare i risultati più recenti delle proprie ricerche. Il presente volume raccoglie una selezione degli interventi orali e poster che si sono succeduti durante la Giornata di Studio, sotto forma di note brevi o di riassunti, redatti da coloro che hanno acconsentito alla loro pubblicazione. Un sentito ringraziamento va all’AIGA, per aver promosso l’iniziativa; all’Università di Perugia che ha curato la logistica del Convegno; al Dipartimento di Fisica e Geologia di UniPG e al Consiglio Nazionale dei Geologi che hanno contribuito fattivamente alla buona riuscita dell’evento; a coloro che, insieme con il sottoscritto, ne hanno curato l’organizzazione e che desidero ricordare nominalmente, nelle persone del collega Lucio Di Matteo e dei nostri collaboratori Valentina Cerboni, Fabio Guadagnano e Sofia Ortenzi; a tutti coloro i quali, con la loro partecipazione, hanno reso questa giornata eccezionalmente interessante, per la grande attualità che (putroppo!) rivestono i temi trattati: ricordo che proprio nei giorni immediatamente precedenti il Convegno si era appena verificato in Emilia Romagna un evento alluvionale di portata storica, che rimarrà scolpito nella nostra memoria, ultimo di una serie interminabile di tragedie causate dalla scarsa attenzione dell’Uomo nella gestione e nella salvaguardia del territorio. Infine, un particolare e personale ringraziamento al Prof. Fabio Fatichenti, Direttore della Collana scientifica dell’Università di Perugia “Culture Territori Linguaggi”, per aver permesso che di questo evento rimanesse traccia, a futura memoria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.