Il contributo offre un’ampia ricostruzione dell’istituto del ricorso straordinario al Capo dello Stato, all’indomani delle rilevanti modifiche apportate dalla legge n. 69/2009 e della sentenza del Tar Lazio, n. 4104/2010, dalla quale lo studio prende le mosse. Il tema centrale è quello della natura giurisdizionale o amministrativa del rimedio, cui è correlata la possibilità, o meno, di esperire il ricorso in ottemperanza alla decisione non eseguita da parte dell’amministrazione. L’indagine ruota intorno a questi due profili, allo scopo di mettere in evidenza l’incidenza su di essi della novella legislativa. La nota analizza pertanto le diverse tesi, sia dottrinali che giurisprudenziali, sulla natura del ricorso straordinario e sull’esperibilità del ricorso in ottemperanza, esaminate attraverso la lente delle novità introdotte dal legislatore del 2009. La riflessione si sposta, di conseguenza, sul significato dell’introduzione dell’incidente di costituzionalità e della attribuzione del carattere vincolante al parere espresso al Consiglio di Stato. In entrambi i casi, si sottolinea come l’intervento legislativo del 2009 non sia stato risolutivo a favore della «giurisdizionalizzazione» del rimedio, evidenziando gli esiti incerti in materia di ottemperanza. L’articolo si chiude con un’ipotesi ricostruttiva, a favore della natura amministrativa del rimedio, nell’intento di evidenziarne la specialità nel sistema delle tutele nei confronti della amministrazione e le caratteristiche correlate all’essere un rimedio aggiuntivo ed alternativo al processo. Questa parte dello studio termina con un cenno ai possibili effetti che, sulla soluzione proposta, potrebbe sortire l’imminente entrata in vigore del codice del processo amministrativo e l’inserimento, fra i provvedimenti oggetto di ottemperanza anche delle sentenze passate in giudicato e dei «provvedimenti equiparati» dei giudici avanti ai quali non sia previsto il rimedio dell’ottemperanza. L’equivocità della formula, infatti, potrebbe essere la via attraverso la quale consentire l’esperibilità del rimedio per l’esecuzione delle decisioni del ricorso straordinario, incidendo significativamente sul dibattito intorno alla sua possibile giurisdizionalizzazione.

Il ricorso straordinario al Capo dello Stato dopo la legge n. 69/2009. Notazioni a margine di Tar Lazio, Roma, sez. I, 16 marzo 2010, n.4104.

GIUSTI, ANNALISA
2010

Abstract

Il contributo offre un’ampia ricostruzione dell’istituto del ricorso straordinario al Capo dello Stato, all’indomani delle rilevanti modifiche apportate dalla legge n. 69/2009 e della sentenza del Tar Lazio, n. 4104/2010, dalla quale lo studio prende le mosse. Il tema centrale è quello della natura giurisdizionale o amministrativa del rimedio, cui è correlata la possibilità, o meno, di esperire il ricorso in ottemperanza alla decisione non eseguita da parte dell’amministrazione. L’indagine ruota intorno a questi due profili, allo scopo di mettere in evidenza l’incidenza su di essi della novella legislativa. La nota analizza pertanto le diverse tesi, sia dottrinali che giurisprudenziali, sulla natura del ricorso straordinario e sull’esperibilità del ricorso in ottemperanza, esaminate attraverso la lente delle novità introdotte dal legislatore del 2009. La riflessione si sposta, di conseguenza, sul significato dell’introduzione dell’incidente di costituzionalità e della attribuzione del carattere vincolante al parere espresso al Consiglio di Stato. In entrambi i casi, si sottolinea come l’intervento legislativo del 2009 non sia stato risolutivo a favore della «giurisdizionalizzazione» del rimedio, evidenziando gli esiti incerti in materia di ottemperanza. L’articolo si chiude con un’ipotesi ricostruttiva, a favore della natura amministrativa del rimedio, nell’intento di evidenziarne la specialità nel sistema delle tutele nei confronti della amministrazione e le caratteristiche correlate all’essere un rimedio aggiuntivo ed alternativo al processo. Questa parte dello studio termina con un cenno ai possibili effetti che, sulla soluzione proposta, potrebbe sortire l’imminente entrata in vigore del codice del processo amministrativo e l’inserimento, fra i provvedimenti oggetto di ottemperanza anche delle sentenze passate in giudicato e dei «provvedimenti equiparati» dei giudici avanti ai quali non sia previsto il rimedio dell’ottemperanza. L’equivocità della formula, infatti, potrebbe essere la via attraverso la quale consentire l’esperibilità del rimedio per l’esecuzione delle decisioni del ricorso straordinario, incidendo significativamente sul dibattito intorno alla sua possibile giurisdizionalizzazione.
2010
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