Il regime del fiume Nera è un buon esempio di quanto l'assetto geologico di un sistema idrologico condizioni la trasformazione afflussi-deflussi. Il bacino montano del Nera è impostato su una litologia essenzialmente carbonatica (Serie umbro-marchigiana), con forte grado di fessurazione ed è a volte interessato da fenomeni carsici. Lo studio degli idrogrammi annuali mostra un'eccezionale costanza delle portate e che il deflusso di base è intorno al 94% dei deflussi totali, confermando che il Nera è da considerarsi una grande sorgente lineare che drena lungo il suo percorso potenti falde impostatesi in formazioni con alta capacità d'immagazzinamento ed alta infiltrazione. Tale comportamento è sottolineato dal confronto con i deflussi medi mensili di due corsi d'acqua situati nella stessa zona, il Chiascio ed il Tevere, aventi aree con bacini simili a quello del Nera, ma impostati su litologie in facies di flysch con bassa infiltrazione. Il Chiascio ed il Tevere, a differenza del Nera, hanno deflussi molto variabili, con portate basse nei mesi estivi ed alte nei mesi invernali. La variabilità dei deflussi medi mensili è quantificata dai loro coefficienti di variazione che valgono 0.12, 0.55 e 0.65 rispettivamente per Nera, Chiascio e Tevere. Lo studio del bilancio indica che probabilmente il Nera (con coefficiente di deflusso intorno a 0.56) drena acque sotterranee da sistemi limitrofi in quantità compresa fra il 5% ed il 10% dei deflussi totali. L'infiltrazione efficace risulta compresa fra i 450 ed i 550 mm/anno. Le fasi di recessione mostrano che la costante di esaurimento, piuttosto bassa, diminuisce al diminuire della portata, passando da un valore di 5.1 x 10^-3 a 7.9 x 10^-4 giorni-1 in un intervallo di portata compreso fra 33 e 22 m^3/s. Durante la minima portata registrata, le riserve immagazzinate, calcolate in base all'equazione di Maillet, corrispondono ad una lama d'acqua di circa 1.6 m estesa sull'intero bacino (1445 km^2). Sulla base dei dati disponibili, relativi a circa 60 anni di portate giornaliere, è stata costruita, con un nuovo metodo basato sui minimi quadrati, una curva d'esaurimento sintetica che rappresenta una fase di recessione corrispondente a circa 160 giorni di siccità, utile per comprendere la dinamica del fiume e per prevedere le portate in un intervallo di tempo e di deflussi più ampio di quello effettivamente registratosi.

Contributo alle conoscenze delle caratteristiche idrogeologiche del Fiume Nera (Appennino Centro-Settentrionale)

CENCETTI, Corrado;DRAGONI, Valter Ulderico;
1989

Abstract

Il regime del fiume Nera è un buon esempio di quanto l'assetto geologico di un sistema idrologico condizioni la trasformazione afflussi-deflussi. Il bacino montano del Nera è impostato su una litologia essenzialmente carbonatica (Serie umbro-marchigiana), con forte grado di fessurazione ed è a volte interessato da fenomeni carsici. Lo studio degli idrogrammi annuali mostra un'eccezionale costanza delle portate e che il deflusso di base è intorno al 94% dei deflussi totali, confermando che il Nera è da considerarsi una grande sorgente lineare che drena lungo il suo percorso potenti falde impostatesi in formazioni con alta capacità d'immagazzinamento ed alta infiltrazione. Tale comportamento è sottolineato dal confronto con i deflussi medi mensili di due corsi d'acqua situati nella stessa zona, il Chiascio ed il Tevere, aventi aree con bacini simili a quello del Nera, ma impostati su litologie in facies di flysch con bassa infiltrazione. Il Chiascio ed il Tevere, a differenza del Nera, hanno deflussi molto variabili, con portate basse nei mesi estivi ed alte nei mesi invernali. La variabilità dei deflussi medi mensili è quantificata dai loro coefficienti di variazione che valgono 0.12, 0.55 e 0.65 rispettivamente per Nera, Chiascio e Tevere. Lo studio del bilancio indica che probabilmente il Nera (con coefficiente di deflusso intorno a 0.56) drena acque sotterranee da sistemi limitrofi in quantità compresa fra il 5% ed il 10% dei deflussi totali. L'infiltrazione efficace risulta compresa fra i 450 ed i 550 mm/anno. Le fasi di recessione mostrano che la costante di esaurimento, piuttosto bassa, diminuisce al diminuire della portata, passando da un valore di 5.1 x 10^-3 a 7.9 x 10^-4 giorni-1 in un intervallo di portata compreso fra 33 e 22 m^3/s. Durante la minima portata registrata, le riserve immagazzinate, calcolate in base all'equazione di Maillet, corrispondono ad una lama d'acqua di circa 1.6 m estesa sull'intero bacino (1445 km^2). Sulla base dei dati disponibili, relativi a circa 60 anni di portate giornaliere, è stata costruita, con un nuovo metodo basato sui minimi quadrati, una curva d'esaurimento sintetica che rappresenta una fase di recessione corrispondente a circa 160 giorni di siccità, utile per comprendere la dinamica del fiume e per prevedere le portate in un intervallo di tempo e di deflussi più ampio di quello effettivamente registratosi.
1989
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