I dati emersi dalla morfotettonica e dalla paleogeografia del versante occidentale dell'Appennino umbro-marchigiano, permettono di ipotizzare un modello elementare cui riferire l'evoluzione tettonica e paleogeografica di quest'area durante il Plio-Pleistocene. Il sollevamento della regione centrale appenninica, durante l'Acquatraversa, segna il ritiro del mare pliocenico dal margine occidentale della catena e la formazione o l'approfondimento dei bacini intermontani. Questo fenomeno si realizza con faglie dirette appenniniche, di rigetto notevole e/o riattivando fratture preesistenti (joints e faglie trascorrenti) e determina la formazione di blocchi stretti ed allungati in direzione SW-NE; il rilievo e l'idrografia subiscono, di conseguenza, questo tipo di "controllo strutturale". I blocchi così limitati vengono successivamente dislocati e basculati, modificando in modo vistoso l'assetto dei rilievi e la direzione del deflusso idrico. In pratica si realizzano sollevamenti ed abbassamenti reciproci tra i blocchi (movimenti "a forbice") che spiegano come, anche in epoca recente ed ancora oggi (Lago Trasimeno), si siano formati bacini palustri in corrispondenza delle zone ribassate. A questo punto l'idrografia superficiale assume la funzione di "drenaggio" di questi bacini palustri che vengono vuotati attraverso le incisioni operate lungo le linee di discontinuità tettonica evidenziate.

Il Plio-Pleistocene nell'area medio-alta del bacino del Fiume Tevere: possibile modello morfotettonico.

CATTUTO, Carlo;CENCETTI, Corrado;GREGORI, Lucilia
1992

Abstract

I dati emersi dalla morfotettonica e dalla paleogeografia del versante occidentale dell'Appennino umbro-marchigiano, permettono di ipotizzare un modello elementare cui riferire l'evoluzione tettonica e paleogeografica di quest'area durante il Plio-Pleistocene. Il sollevamento della regione centrale appenninica, durante l'Acquatraversa, segna il ritiro del mare pliocenico dal margine occidentale della catena e la formazione o l'approfondimento dei bacini intermontani. Questo fenomeno si realizza con faglie dirette appenniniche, di rigetto notevole e/o riattivando fratture preesistenti (joints e faglie trascorrenti) e determina la formazione di blocchi stretti ed allungati in direzione SW-NE; il rilievo e l'idrografia subiscono, di conseguenza, questo tipo di "controllo strutturale". I blocchi così limitati vengono successivamente dislocati e basculati, modificando in modo vistoso l'assetto dei rilievi e la direzione del deflusso idrico. In pratica si realizzano sollevamenti ed abbassamenti reciproci tra i blocchi (movimenti "a forbice") che spiegano come, anche in epoca recente ed ancora oggi (Lago Trasimeno), si siano formati bacini palustri in corrispondenza delle zone ribassate. A questo punto l'idrografia superficiale assume la funzione di "drenaggio" di questi bacini palustri che vengono vuotati attraverso le incisioni operate lungo le linee di discontinuità tettonica evidenziate.
1992
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