La presenza di Dante Moro (Falcade 1933-2009) nella scultura italiana del 900’ è essenziale, conosciuto ancora troppo poco, forse per il carattere schivo dell’artista, alieno da qualsiasi forma di pubblicità. Il saggio ripercorre l’itinerario proposto dall’artista falcadino mostrando come, a partire dal rapporto con la natura, le sue opere siano attraversate da un anelito di trascendenza, via per un riconoscimento profondo dell’umano: dalla natura all’uomo, dall’uomo alla natura fino alla comprensione -sempre domandata e mai posseduta- dell’uomo che è nella natura e della natura che è nell’uomo.

Anelito di trascendenza. Natura e riconoscimento dell’umano nella scultura di Dante Moro

Martino M
2022

Abstract

La presenza di Dante Moro (Falcade 1933-2009) nella scultura italiana del 900’ è essenziale, conosciuto ancora troppo poco, forse per il carattere schivo dell’artista, alieno da qualsiasi forma di pubblicità. Il saggio ripercorre l’itinerario proposto dall’artista falcadino mostrando come, a partire dal rapporto con la natura, le sue opere siano attraversate da un anelito di trascendenza, via per un riconoscimento profondo dell’umano: dalla natura all’uomo, dall’uomo alla natura fino alla comprensione -sempre domandata e mai posseduta- dell’uomo che è nella natura e della natura che è nell’uomo.
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1567094
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