A fronte di un notevole aumento del numero delle separazioni e dei divorzi “si conferma quindi la crescita dell’instabilità coniugale”: (Separazioni e Divorzi in Italia – Istat 2012) con un conseguente e marcato coinvolgimento dei figli che, nell’anno 2010, ben 103.478. Nonostante non si sia ancora raggiunto ad oggi, in seno alla comunità scientifica internazionale, un accordo in merito alla definizione terminologica delle situazioni a rischio per l’integrità psico-relazionale dei minori, non si può negare che tale conflittualità spesso arriva a determinare per il bambino la perdita della relazione significativa con uno dei due genitori e, altrettanto sovente, con l’intero ramo familiare dello stesso. OBIETTIVI E METODI L’obiettivo della ricerca presentata è quello di analizzare, adottando un focus psico-linguistico, gli scambi comunicativi tra gli attori coinvolti (minore/i e genitori); il fine è quello di tentare di individuare e poi proporre delle specifiche categorie nelle quali ricomprendere i loro vissuti in casi di separazioni/divorzi altamente conflittuali. La metodologia ha previsto quindi l’analisi di colloqui intercorsi in sede di consulenza tecnica d’ufficio tra: CTU, minore/i e genitori. Si è quindi ricorso al software Atlas.ti per effettuare un’analisi del contenuto evitando di partire da categorie predefinite. CONCLUSIONI Dallo studio in corso emerge come, a seconda della specificità propria di ogni situazione, siano identificabili fattori prodromici di rischio intrafamiliare, tali da facilitare l’insorgere di situazioni di blocco relazionale e quindi lo stabilizzarsi di meccanismi disfunzionali capaci di interferire con la qualità dello sviluppo psico-affettivo dei minori coinvolti. Sarebbero altresì identificabili modalità relazional-comunicative specifiche del rapporto bambino-genitore “amato” e bambino-genitore “odiato” tali da marcare la differenza tra sana preferenza per un genitore e patologico allontanamento dell’altro.

Separazioni conflittuali e legame genitori-figli tra prevenzione ed intervento

VAGNI, MONIA
2013

Abstract

A fronte di un notevole aumento del numero delle separazioni e dei divorzi “si conferma quindi la crescita dell’instabilità coniugale”: (Separazioni e Divorzi in Italia – Istat 2012) con un conseguente e marcato coinvolgimento dei figli che, nell’anno 2010, ben 103.478. Nonostante non si sia ancora raggiunto ad oggi, in seno alla comunità scientifica internazionale, un accordo in merito alla definizione terminologica delle situazioni a rischio per l’integrità psico-relazionale dei minori, non si può negare che tale conflittualità spesso arriva a determinare per il bambino la perdita della relazione significativa con uno dei due genitori e, altrettanto sovente, con l’intero ramo familiare dello stesso. OBIETTIVI E METODI L’obiettivo della ricerca presentata è quello di analizzare, adottando un focus psico-linguistico, gli scambi comunicativi tra gli attori coinvolti (minore/i e genitori); il fine è quello di tentare di individuare e poi proporre delle specifiche categorie nelle quali ricomprendere i loro vissuti in casi di separazioni/divorzi altamente conflittuali. La metodologia ha previsto quindi l’analisi di colloqui intercorsi in sede di consulenza tecnica d’ufficio tra: CTU, minore/i e genitori. Si è quindi ricorso al software Atlas.ti per effettuare un’analisi del contenuto evitando di partire da categorie predefinite. CONCLUSIONI Dallo studio in corso emerge come, a seconda della specificità propria di ogni situazione, siano identificabili fattori prodromici di rischio intrafamiliare, tali da facilitare l’insorgere di situazioni di blocco relazionale e quindi lo stabilizzarsi di meccanismi disfunzionali capaci di interferire con la qualità dello sviluppo psico-affettivo dei minori coinvolti. Sarebbero altresì identificabili modalità relazional-comunicative specifiche del rapporto bambino-genitore “amato” e bambino-genitore “odiato” tali da marcare la differenza tra sana preferenza per un genitore e patologico allontanamento dell’altro.
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