L’articolo vuole analizzare, con una prospettiva interdisciplinare, se l’idrogeno possa essere considerato il combustibile chiave di una nuova tecnologia prometeica nell’accezione che l’economista ecologico Georgescu Roegen attribuisce all’aggettivo di risonanza mitologica. Per tecnologia prometeica Georgescu-Roegen intende una particolare tecnologia che si basa su una trasformazione qualitativa dell'energia e su di una reazione a catena che, autoalimentandosi, produce un surplus di energia disponibile per altri processi. In questo cornice interpretativa sono state individuate da Georgescu-Roegen, fin dagli albori della storia del genere umano, solo tre tecnologie prometeiche (padronanza del fuoco, tecniche agricole e di allevamento animale, macchina a vapore) che hanno dato origine rispettivamente alla società del fuoco, alle società agrarie, alla società industriali, tutte a crescente grado di complessità e gerarchizzazione. Le tre tecnologie prometeiche, alimentate da combustibili-chiave (legno, suolo, carbone a cui è in seguito succeduto il petrolio coi suoi derivati), hanno il limite di essere “self-defeating”: l’uomo sfrutta eccessivamente le risorse energetiche che sono di supporto a dette tecnologie determinando secondo Georgescu-Roegen il loro tramonto e l’avvento di un nuovo regime energetico. Dopo il dono all’umanità del fuoco da parte del titano Prometeo I, dopo il dono del carbone e di altri combustibili fossili effettuato da Prometeo II, l’articolo si interroga se l’idrogeno verde possa profilarsi come il nuovo dono di Prometeo III al genere umano. La risposta è affermativa a patto di assumere una nozione più ampia di tecnologia prometeica rispetto a quella originariamente pensata da Georgescu Roegen. L’articolo dimostra come si possa apprezzare l'idrogeno per quattro caratteristiche che lo rendono “titanico”: è un elemento che non rischia di esaurirsi perché è molto abbondante in natura seppur legato ad altri elementi; è un elemento dirompente per la sua capacità di decarbonizzare una varietà di settori ad alta intensità energetica (questa caratteristica si riferisce all'idrogeno verde); è un elemento che può portare a un nuovo regime socio-tecnico basato su di una maggiore democrazia economica; è un elemento che, per la sua estrema versatilità d'uso, può, una volta a regime, dar vita ad una fase economica espansiva di lungo periodo anche con creazione di “buona occupazione”.. L’idrogeno verde, grazie al fatto di essere una elemento facilmente trasportabile e stoccabile, un carburante pulito, un mezzo per l’accumulo di energia rinnovabile, può contribuire, come già preconizzato da Jeremy Rifkin, a far sormontare, a livello europeo, i problemi di esauribilità delle risorse energetiche non rinnovabili, di inquinamento, di mutamento climatico, di sicurezza ed indipendenza degli approvvigionamenti energetici (balzati alla ribalta con la guerra russo-ucraina), di rilancio economico dopo la pandemia, di deficit di democrazia nella produzione dell’energia. Questa carica di ottimismo, però, non può ignorare naturalmente i diversi problemi che nel presente rallentano una più ampia diffusione dell'idrogeno che vengono analizzati nell'articolo. “Un pianeta più pulito e un'economia più stabile e forte” è il duplice obiettivo da perseguire per l’Unione Europea nei prossimi anni tramite due strategie: la prima è quella della trasformazione dei sistemi energetici europei in direzione di un maggior impiego delle energie rinnovabili e di una loro maggiore integrazione e flessibilità; la seconda è quella della implementazione, secondo quanto già stabilito dal Green Deal europeo e dal Next Generation Eu, di una European Hydrogen Strategy atta ad incrementare la produzione/impiego dell’idrogeno verde, da attuarsi gradualmente, secondo una precisa road map, attraverso investimenti, regolamentazione, creazione del mercato e ricerca e innovazione, nel quadro di una European Clean Hydrogen Alliance. La European Hydrogen Strategy dovrebbe aiutare a superare i colli di bottiglia ancora esistenti nella produzione su vasta scala di questo gas (bassa maturità tecnologica delle tecnologie di sintesi e di impiego, elevata costosità di fabbricazione soprattutto dell’idrogeno verde, assenza di un adeguato impianto regolatorio). Alcuni paesi della Unione Europea si sono già dotati di una strategia nazionale per l’idrogeno a seconda della dotazione delle loro risorse specifiche. L’articolo dimostra che l'Italia potrebbe ambire a diventare un hub internazionale per la produzione di idrogeno date le sue caratteristiche geomorfologiche, la sua specializzazione industriale e il suo forte vantaggio competitivo sia nei settori delle tecnologie chiave che in quelli delle tecnologie più “ancillari” necessarie alla produzione di idrogeno.
L’idrogeno come elemento chiave di una nuova tecnologia prometeica?
Montesi Cristina
2022
Abstract
L’articolo vuole analizzare, con una prospettiva interdisciplinare, se l’idrogeno possa essere considerato il combustibile chiave di una nuova tecnologia prometeica nell’accezione che l’economista ecologico Georgescu Roegen attribuisce all’aggettivo di risonanza mitologica. Per tecnologia prometeica Georgescu-Roegen intende una particolare tecnologia che si basa su una trasformazione qualitativa dell'energia e su di una reazione a catena che, autoalimentandosi, produce un surplus di energia disponibile per altri processi. In questo cornice interpretativa sono state individuate da Georgescu-Roegen, fin dagli albori della storia del genere umano, solo tre tecnologie prometeiche (padronanza del fuoco, tecniche agricole e di allevamento animale, macchina a vapore) che hanno dato origine rispettivamente alla società del fuoco, alle società agrarie, alla società industriali, tutte a crescente grado di complessità e gerarchizzazione. Le tre tecnologie prometeiche, alimentate da combustibili-chiave (legno, suolo, carbone a cui è in seguito succeduto il petrolio coi suoi derivati), hanno il limite di essere “self-defeating”: l’uomo sfrutta eccessivamente le risorse energetiche che sono di supporto a dette tecnologie determinando secondo Georgescu-Roegen il loro tramonto e l’avvento di un nuovo regime energetico. Dopo il dono all’umanità del fuoco da parte del titano Prometeo I, dopo il dono del carbone e di altri combustibili fossili effettuato da Prometeo II, l’articolo si interroga se l’idrogeno verde possa profilarsi come il nuovo dono di Prometeo III al genere umano. La risposta è affermativa a patto di assumere una nozione più ampia di tecnologia prometeica rispetto a quella originariamente pensata da Georgescu Roegen. L’articolo dimostra come si possa apprezzare l'idrogeno per quattro caratteristiche che lo rendono “titanico”: è un elemento che non rischia di esaurirsi perché è molto abbondante in natura seppur legato ad altri elementi; è un elemento dirompente per la sua capacità di decarbonizzare una varietà di settori ad alta intensità energetica (questa caratteristica si riferisce all'idrogeno verde); è un elemento che può portare a un nuovo regime socio-tecnico basato su di una maggiore democrazia economica; è un elemento che, per la sua estrema versatilità d'uso, può, una volta a regime, dar vita ad una fase economica espansiva di lungo periodo anche con creazione di “buona occupazione”.. L’idrogeno verde, grazie al fatto di essere una elemento facilmente trasportabile e stoccabile, un carburante pulito, un mezzo per l’accumulo di energia rinnovabile, può contribuire, come già preconizzato da Jeremy Rifkin, a far sormontare, a livello europeo, i problemi di esauribilità delle risorse energetiche non rinnovabili, di inquinamento, di mutamento climatico, di sicurezza ed indipendenza degli approvvigionamenti energetici (balzati alla ribalta con la guerra russo-ucraina), di rilancio economico dopo la pandemia, di deficit di democrazia nella produzione dell’energia. Questa carica di ottimismo, però, non può ignorare naturalmente i diversi problemi che nel presente rallentano una più ampia diffusione dell'idrogeno che vengono analizzati nell'articolo. “Un pianeta più pulito e un'economia più stabile e forte” è il duplice obiettivo da perseguire per l’Unione Europea nei prossimi anni tramite due strategie: la prima è quella della trasformazione dei sistemi energetici europei in direzione di un maggior impiego delle energie rinnovabili e di una loro maggiore integrazione e flessibilità; la seconda è quella della implementazione, secondo quanto già stabilito dal Green Deal europeo e dal Next Generation Eu, di una European Hydrogen Strategy atta ad incrementare la produzione/impiego dell’idrogeno verde, da attuarsi gradualmente, secondo una precisa road map, attraverso investimenti, regolamentazione, creazione del mercato e ricerca e innovazione, nel quadro di una European Clean Hydrogen Alliance. La European Hydrogen Strategy dovrebbe aiutare a superare i colli di bottiglia ancora esistenti nella produzione su vasta scala di questo gas (bassa maturità tecnologica delle tecnologie di sintesi e di impiego, elevata costosità di fabbricazione soprattutto dell’idrogeno verde, assenza di un adeguato impianto regolatorio). Alcuni paesi della Unione Europea si sono già dotati di una strategia nazionale per l’idrogeno a seconda della dotazione delle loro risorse specifiche. L’articolo dimostra che l'Italia potrebbe ambire a diventare un hub internazionale per la produzione di idrogeno date le sue caratteristiche geomorfologiche, la sua specializzazione industriale e il suo forte vantaggio competitivo sia nei settori delle tecnologie chiave che in quelli delle tecnologie più “ancillari” necessarie alla produzione di idrogeno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.