Nel 2020, l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha riportato che nel mondo si sono verificati circa 19,3 milioni di nuovi casi e 10,0 milioni di decessi per cancro. Il 20% circa di queste morti è attribuibile a fattori ambientali e occupazionali. In particolare, l’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization: ILO) stima che ogni anno vi sono circa 666.000 morti da cancro professionale, il doppio rispetto agli incidenti sul lavoro. Questo fenomeno è particolarmente evidente nel settore agricolo, che rappresenta uno dei settori più consistenti a livello nazionale in termini di occupati. Nonostante l’ampio numero di lavoratori nel settore agricolo, i casi confermati di tumori professionali sono stati solo 268 nel ventennio 1999-2019, secondo i dati ufficiali dell’INAIL. Questi tumori sono classificati in base all’eziologia in “alta frazione eziologica” e “bassa frazione eziologica,” con i primi fortemente correlati alle lavorazioni e i secondi correlati all’esposizione lavorativa ma diffusi anche nella popolazione generale. Questo articolo esamina la sottostima dei tumori professionali e le sfide nell’identificarli in agricoltura. Utilizzando dati dell’INAIL, si evidenzia una discrepanza significativa tra i casi stimati e quelli denunciati e riconosciuti. L’articolo esplora le sfide mediche e legali nel collegare i tumori al lavoro agricolo e discute l’importanza di un sistema di * International School of Advanced Studies, Università di Camerino, 62032 Camerino, Italia. ** Sezione di Medicina Legale, Scienze Forensi e Medicina dello Sport, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Perugia, Piazza Lucio Severi, 06132 Perugia, Italia. Autore di riferimento: massimo.lancia@unipg.it. *** Sezione di Neuroscienze Cliniche, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università Politecnica delle Marche, 60126 Ancona, Italia. **** Vitakraft Italia S.P.A, Via Piana 4 Castiglione del lago, 06061 Perugia, Italia. Riv. It. Med. Leg. 3/2023 525 monitoraggio più accurato. Si sottolinea la necessità di rivisitare la tabella delle malattie professionali e di affrontare la questione dei “tumori professionali perduti”. L’analisi dei dati mostra che, nonostante le evidenze epidemiologiche di collegamenti tra l’agricoltura e i tumori, questi collegamenti non vengono adeguatamente riflessi nei sistemi di monitoraggio dell’INAIL in Italia. Questo divario è attribuito a molteplici fattori, tra cui la complessità della valutazione medico-legale delle neoplasie professionali in agricoltura, la mancanza di conoscenza completa dei rischi oncogeni, e la scarsa registrazione dei casi. Inoltre, il processo di valutazione medico-legale è reso complicato dalla multifattorialità delle neoplasie legate al lavoro agricolo, dalla mancanza di indicatori biologici affidabili, e dalla possibilità di concorso di altre cause nella genesi delle neoplasie. La tabella delle malattie professionali dell’INAIL mostra una percentuale elevata di rigetti delle segnalazioni, sollevando interrogativi sulla sua adeguatezza e necessità di revisione. In conclusione, migliorare la valutazione medico-legale delle neoplasie professionali in agricoltura è cruciale per riconoscere i diritti dei lavoratori alle prestazioni assicurative e per affrontare in modo efficace il problema dei “tumori professionali perduti”. Ciò richiede una revisione delle procedure di valutazione, una migliore conoscenza dei rischi oncogeni nell’agricoltura, e l’adeguamento della tabella delle malattie professionali alle attuali conoscenze scientifiche.
MALATTIE PROFESSIONALI ONCOLOGICHE IN AGRICOLTURA: UNA RIFLESSIONE SUL FENOMENO DEI “TUMORI PROFESSIONALI PERDUTI
Cristiana Gambelunghe;Mauro Bacci;Massimo Lancia
2023
Abstract
Nel 2020, l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha riportato che nel mondo si sono verificati circa 19,3 milioni di nuovi casi e 10,0 milioni di decessi per cancro. Il 20% circa di queste morti è attribuibile a fattori ambientali e occupazionali. In particolare, l’Organizzazione internazionale del lavoro (International Labour Organization: ILO) stima che ogni anno vi sono circa 666.000 morti da cancro professionale, il doppio rispetto agli incidenti sul lavoro. Questo fenomeno è particolarmente evidente nel settore agricolo, che rappresenta uno dei settori più consistenti a livello nazionale in termini di occupati. Nonostante l’ampio numero di lavoratori nel settore agricolo, i casi confermati di tumori professionali sono stati solo 268 nel ventennio 1999-2019, secondo i dati ufficiali dell’INAIL. Questi tumori sono classificati in base all’eziologia in “alta frazione eziologica” e “bassa frazione eziologica,” con i primi fortemente correlati alle lavorazioni e i secondi correlati all’esposizione lavorativa ma diffusi anche nella popolazione generale. Questo articolo esamina la sottostima dei tumori professionali e le sfide nell’identificarli in agricoltura. Utilizzando dati dell’INAIL, si evidenzia una discrepanza significativa tra i casi stimati e quelli denunciati e riconosciuti. L’articolo esplora le sfide mediche e legali nel collegare i tumori al lavoro agricolo e discute l’importanza di un sistema di * International School of Advanced Studies, Università di Camerino, 62032 Camerino, Italia. ** Sezione di Medicina Legale, Scienze Forensi e Medicina dello Sport, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Perugia, Piazza Lucio Severi, 06132 Perugia, Italia. Autore di riferimento: massimo.lancia@unipg.it. *** Sezione di Neuroscienze Cliniche, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università Politecnica delle Marche, 60126 Ancona, Italia. **** Vitakraft Italia S.P.A, Via Piana 4 Castiglione del lago, 06061 Perugia, Italia. Riv. It. Med. Leg. 3/2023 525 monitoraggio più accurato. Si sottolinea la necessità di rivisitare la tabella delle malattie professionali e di affrontare la questione dei “tumori professionali perduti”. L’analisi dei dati mostra che, nonostante le evidenze epidemiologiche di collegamenti tra l’agricoltura e i tumori, questi collegamenti non vengono adeguatamente riflessi nei sistemi di monitoraggio dell’INAIL in Italia. Questo divario è attribuito a molteplici fattori, tra cui la complessità della valutazione medico-legale delle neoplasie professionali in agricoltura, la mancanza di conoscenza completa dei rischi oncogeni, e la scarsa registrazione dei casi. Inoltre, il processo di valutazione medico-legale è reso complicato dalla multifattorialità delle neoplasie legate al lavoro agricolo, dalla mancanza di indicatori biologici affidabili, e dalla possibilità di concorso di altre cause nella genesi delle neoplasie. La tabella delle malattie professionali dell’INAIL mostra una percentuale elevata di rigetti delle segnalazioni, sollevando interrogativi sulla sua adeguatezza e necessità di revisione. In conclusione, migliorare la valutazione medico-legale delle neoplasie professionali in agricoltura è cruciale per riconoscere i diritti dei lavoratori alle prestazioni assicurative e per affrontare in modo efficace il problema dei “tumori professionali perduti”. Ciò richiede una revisione delle procedure di valutazione, una migliore conoscenza dei rischi oncogeni nell’agricoltura, e l’adeguamento della tabella delle malattie professionali alle attuali conoscenze scientifiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.