Il contributo chiarisce qual è l’attitudine che soprintende all’azione progettuale di Giorgio Vasari. Le architetture di Giorgio Vasari sono indecifrabili se osservate come manufatti singoli, avulsi dalla stratificazione urbana da cui sono generati. La perfetta stereometria di un palazzo Medici, Strozzi o Farnese non è nelle corde vasariane, che si esprimono al meglio nella riformulazione proprio di interi brani di città. Tutte le opere che Vasari compie durante il ducato di Cosimo de’ Medici – la ridefinizione della piazza cavalieri a Pisa (con il palazzo dei cavalieri di Santo Stefano e chiesa di Santo Stefano), Palazzo Vecchio a Firenze con la piazza che la collega all’Arno attorno alla quale sarà poi realizzata la fabbrica dei 13 magistrati, il Corridoio Vasariano, ma anche le logge di piazza grande e il nuovo palazzo della fraternita dei laici ad Arezzo – sono tutte opere che prevedono un progetto a scala urbana. Questi esempi dimostrano che per Vasari l’architettura non è un edificio chiuso in se stesso ma che distende e allarga il suo raggio alla scala dell’intera città. Proprio per questa attitudine sintetica e multiprospettica di Vasari, i suoi progetti architettonici prendono le mosse dagli edifici preesistenti, che sono da lui utilizzati come filigrana del nuovo progetto.
Giorgio Vasari e l’architettura a scala urbana
Funis F.
2024
Abstract
Il contributo chiarisce qual è l’attitudine che soprintende all’azione progettuale di Giorgio Vasari. Le architetture di Giorgio Vasari sono indecifrabili se osservate come manufatti singoli, avulsi dalla stratificazione urbana da cui sono generati. La perfetta stereometria di un palazzo Medici, Strozzi o Farnese non è nelle corde vasariane, che si esprimono al meglio nella riformulazione proprio di interi brani di città. Tutte le opere che Vasari compie durante il ducato di Cosimo de’ Medici – la ridefinizione della piazza cavalieri a Pisa (con il palazzo dei cavalieri di Santo Stefano e chiesa di Santo Stefano), Palazzo Vecchio a Firenze con la piazza che la collega all’Arno attorno alla quale sarà poi realizzata la fabbrica dei 13 magistrati, il Corridoio Vasariano, ma anche le logge di piazza grande e il nuovo palazzo della fraternita dei laici ad Arezzo – sono tutte opere che prevedono un progetto a scala urbana. Questi esempi dimostrano che per Vasari l’architettura non è un edificio chiuso in se stesso ma che distende e allarga il suo raggio alla scala dell’intera città. Proprio per questa attitudine sintetica e multiprospettica di Vasari, i suoi progetti architettonici prendono le mosse dagli edifici preesistenti, che sono da lui utilizzati come filigrana del nuovo progetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.