Sebbene la coltivazione dell’olivo (Olea europaea L.) sia praticata da secoli nel bacino del Mediterraneo, ancora oggi le tecniche di propagazione massale per la produzione di giovani astoni mostrano alcuni limiti di produttività rispetto alle richieste del mercato. Tuttavia, se è vero che le colture in vitro sono ormai affermate in campo vivaistico per numerose altre specie, la micropropagazione dell’olivo non è ancora praticata diffusamente a livello commerciale per diversi motivi, tra cui la difficoltà di individuare protocolli specifici per i diversi genotipi e anche per le problematiche legate alla ricerca di valide alternative alla zeatina. Allo scopo di risolvere o limitare quest’ordine di problemi, numerosi tentativi sono stati effettuati per migliorare la capacità rigenerativa degli espianti di olivo e, così, per ridurre il costo unitario dei nuovi germogli prodotti. Recentemente sta crescendo l’interesse intorno all’uso di sostanze naturali (biostimolanti, biofortificanti, molecole bioattive, ecc.), che addizionate ai terreni nutritivi sembrano essere in grado di incrementarne direttamente o indirettamente l’efficacia. In tal senso, l’obiettivo di questo studio è stato quello di cercare di aumentare le conoscenze acquisite in precedenti esperienze, in merito all’uso di olio di neem come integratore del substrato di moltiplicazione della cultivar Moraiolo. Questa sostanza è il prodotto dell’estrazione dei semi di Azadirachta indica (A. Juss.) ed è ben conosciuta in molti Paesi per la sua valenza di fertilizzante, ammendante del terreno e antiparassitario nelle colture agricole. Al termine degli esperimenti condotti, l’aggiunta di 0,1 ml l-1 di questo “complex mixture” alla composizione del terreno di coltura ha migliorato significativamente la micropropagazione di ‘Moraiolo’, consentendo anche di limitare l’uso di zeatina, combinata ad esso in differenti concentrazioni.

Micropropagazione di Olea europaea L.: ulteriori indagini sull’effetto dell’olio di neem sulla proliferazione di germogli di ‘Moraiolo’

Micheli M.
;
Facchin S. L.;
2021

Abstract

Sebbene la coltivazione dell’olivo (Olea europaea L.) sia praticata da secoli nel bacino del Mediterraneo, ancora oggi le tecniche di propagazione massale per la produzione di giovani astoni mostrano alcuni limiti di produttività rispetto alle richieste del mercato. Tuttavia, se è vero che le colture in vitro sono ormai affermate in campo vivaistico per numerose altre specie, la micropropagazione dell’olivo non è ancora praticata diffusamente a livello commerciale per diversi motivi, tra cui la difficoltà di individuare protocolli specifici per i diversi genotipi e anche per le problematiche legate alla ricerca di valide alternative alla zeatina. Allo scopo di risolvere o limitare quest’ordine di problemi, numerosi tentativi sono stati effettuati per migliorare la capacità rigenerativa degli espianti di olivo e, così, per ridurre il costo unitario dei nuovi germogli prodotti. Recentemente sta crescendo l’interesse intorno all’uso di sostanze naturali (biostimolanti, biofortificanti, molecole bioattive, ecc.), che addizionate ai terreni nutritivi sembrano essere in grado di incrementarne direttamente o indirettamente l’efficacia. In tal senso, l’obiettivo di questo studio è stato quello di cercare di aumentare le conoscenze acquisite in precedenti esperienze, in merito all’uso di olio di neem come integratore del substrato di moltiplicazione della cultivar Moraiolo. Questa sostanza è il prodotto dell’estrazione dei semi di Azadirachta indica (A. Juss.) ed è ben conosciuta in molti Paesi per la sua valenza di fertilizzante, ammendante del terreno e antiparassitario nelle colture agricole. Al termine degli esperimenti condotti, l’aggiunta di 0,1 ml l-1 di questo “complex mixture” alla composizione del terreno di coltura ha migliorato significativamente la micropropagazione di ‘Moraiolo’, consentendo anche di limitare l’uso di zeatina, combinata ad esso in differenti concentrazioni.
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1571473
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