L’isoflurano sta diventando il più popolare tra gli anestetici inalatori volatili in medicina veterinaria e questo in considerazione del basso coefficiente di solubilità che comporta tempi di induzione e risveglio più rapidi rispetto all’alotano. L’isoflurano, inoltre, induce una buona stabilità cardiovascolare ed è scarsamente metabolizzato e quindi meno tossico dell’alotano. Lo svantaggio nell’impiego di isoflurano risiede nel costo che è circa 3-4 volte maggiore rispetto a quello dell’alotano. Tra i fattori che influiscono sul consumo di isoflurano oltre alla mole dell’animale, al tipo di premedicazione impiegata e alla durata della procedura anestetica è doveroso ricordare il tipo di sistema di respirazione impiegato. I più vantaggiosi in questo senso risultano quelli circolari chiusi o semichiusi. Tradizionalmente i vaporizzatori sono situati esternamente al circuito e, almeno nella fase iniziale (10-15 min), richiedono flussi di gas elevati per raggiungere una adeguata concentrazione anestetica in quanto la distribuzione e l’assorbimento dell’anestetico dipendono direttamente dal flusso di gas freschi impiegati. La possibilità di poter collocare un vaporizzatore a bassa resistenza all’interno del circuito anestetico (sistema Komesaroff) consentirebbe di impiegare fin dall’inizio flussi di ossigeno uguali o poco superiori a quelli metabolici dell’animale (5.8-7.3 ml/kg/min) fin dall’inizio dell’anestesia in quanto distribuzione e l’assorbimento di anestetico dipendono dal volume minuto dell’animale e non dal flusso di gas freschi. Questo comporta un grande vantaggio nella riduzione dei consumi di ossigeno e anestetico e, soprattutto, nel ridurre l’inquinamento della sala operatoria. Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare la sicurezza e l’efficacia d’impiego del sistema Komesaroff, e di valutare i rilievi cardiorespiratori tra questo sistema e il circuito tradizionale. La comparazione dei rilievi cardiorespiratori tra i 2 gruppi, non ha evidenziato particolari differenze. I cani del gruppo K non hanno evidenziato pericolose concentrazioni di isoflurano per accumulo di anestetico all’interno del circuito Komesaroff, nè condizioni di ipossia o ipercapnia. A conferma di quanto riportato in letteratura, questi risultati dimostrano che, avendo ben chiaro il funzionamento del sistema Komesaroff, questo può essere impiegato con efficacia e sicurezza nell’anestesia inalatoria con isoflurano. Ulteriori studi dovrebbero valutare la possibilità di impiego del Komesaroff in particolari condizioni ventilatorie quali la ventilazione controllata e in pazienti di piccola taglia (< 8-10 kg).

Apparecchio di anestesia Komesaroff con vaporizzatore interno al circuito: esperienze personali

BUFALARI, Antonello;NANNARONE, Sara;ARCELLI, Rolando;DI MEO, Antonio;MORICONI, Franco
2002

Abstract

L’isoflurano sta diventando il più popolare tra gli anestetici inalatori volatili in medicina veterinaria e questo in considerazione del basso coefficiente di solubilità che comporta tempi di induzione e risveglio più rapidi rispetto all’alotano. L’isoflurano, inoltre, induce una buona stabilità cardiovascolare ed è scarsamente metabolizzato e quindi meno tossico dell’alotano. Lo svantaggio nell’impiego di isoflurano risiede nel costo che è circa 3-4 volte maggiore rispetto a quello dell’alotano. Tra i fattori che influiscono sul consumo di isoflurano oltre alla mole dell’animale, al tipo di premedicazione impiegata e alla durata della procedura anestetica è doveroso ricordare il tipo di sistema di respirazione impiegato. I più vantaggiosi in questo senso risultano quelli circolari chiusi o semichiusi. Tradizionalmente i vaporizzatori sono situati esternamente al circuito e, almeno nella fase iniziale (10-15 min), richiedono flussi di gas elevati per raggiungere una adeguata concentrazione anestetica in quanto la distribuzione e l’assorbimento dell’anestetico dipendono direttamente dal flusso di gas freschi impiegati. La possibilità di poter collocare un vaporizzatore a bassa resistenza all’interno del circuito anestetico (sistema Komesaroff) consentirebbe di impiegare fin dall’inizio flussi di ossigeno uguali o poco superiori a quelli metabolici dell’animale (5.8-7.3 ml/kg/min) fin dall’inizio dell’anestesia in quanto distribuzione e l’assorbimento di anestetico dipendono dal volume minuto dell’animale e non dal flusso di gas freschi. Questo comporta un grande vantaggio nella riduzione dei consumi di ossigeno e anestetico e, soprattutto, nel ridurre l’inquinamento della sala operatoria. Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare la sicurezza e l’efficacia d’impiego del sistema Komesaroff, e di valutare i rilievi cardiorespiratori tra questo sistema e il circuito tradizionale. La comparazione dei rilievi cardiorespiratori tra i 2 gruppi, non ha evidenziato particolari differenze. I cani del gruppo K non hanno evidenziato pericolose concentrazioni di isoflurano per accumulo di anestetico all’interno del circuito Komesaroff, nè condizioni di ipossia o ipercapnia. A conferma di quanto riportato in letteratura, questi risultati dimostrano che, avendo ben chiaro il funzionamento del sistema Komesaroff, questo può essere impiegato con efficacia e sicurezza nell’anestesia inalatoria con isoflurano. Ulteriori studi dovrebbero valutare la possibilità di impiego del Komesaroff in particolari condizioni ventilatorie quali la ventilazione controllata e in pazienti di piccola taglia (< 8-10 kg).
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