Negli ultimi anni le condizioni urbane hanno subito notevoli trasformazioni influenzando in vario modo la vita delle piante ivi inserite spontaneamente o per scopo ornamentale. Le trasformazioni più importanti hanno riguardato l’incremento delle temperature e dell’inquinamento, fenomeni che, come noto, interessano tutto il pianeta, ma che mostrano effetti più marcati nelle città rispetto alle zone extraurbane. Le aree urbane sono più calde di quelle non urbanizzate, poiché l’asfalto e i materiali edilizi si riscaldano intensamente durante il giorno; non va trascurato, inoltre, anche il notevole apporto di calore e di inquinanti da parte dei motori delle automobili, del riscaldamento domestico e dall’uso indiscriminato di diserbanti per pulire le mura cittadine dalla Parietaria e le bordure stradali dalle Gramineae. Nelle città, oltre all’inquinamento e alle temperature più elevate, anche la siccità ha giocato un ruolo negativo più pesante sulle piante, dato che i marciapiedi, l’asfalto della copertura stradale e le aiuole di ridotta dimensione, riducono la permeabilità dei terreni e l’assorbimento dell’acqua da parte delle radici. A partire dalla estate torrida e siccitosa dell’anno 2003, molto marcata è stata la morìa di diverse essenze (1). Questa è risultata più accentuata in quelle specie il cui areale di distribuzione non coincide con l’ambiente in cui sono inserite come ornamentali. E’ questo il caso, per l’Italia centrale, di Betula alba, Pinus sylvestris e Picea excelsa: queste specie si trovano ad occupare il limite meridionale del loro areale e prediligono temperature più fresche di quelle verificatesi negli ultimi anni. La sofferenza di queste specie è stata confermata da alcuni studi effettuati presso il Laboratorio di Palinologia del nostro Dipartimento sulla morfologia e vitalità dei pollini prelevati da essenze inserite in habitat urbani. La vitalità dei pollini, valutata con il test del TTC, è risultata inferiore al 50%, evidenziando uno stato di salute delle piante non buono o, quantomeno, una sofferenza delle stesse. Per le Pinaceae, inoltre, è stato riscontrato un aumento delle forme anomale dei granuli pollinici riguardanti soprattutto la morfologia delle sacche aerifere (2). Analogo comportamento, sebbene meno marcato, è stato osservato in Tilia cordata specie inserita nel contesto urbano ma che predilige habitat montani più freschi; la vitalità dei pollini del tiglio scende drasticamente al 12-14% quando questi vengono prelevati da esemplari inseriti in crocevia cittadini ad intenso traffico veicolare (3). Diversamente, Quercus ilex, specie che essendo inserita nel suo areale meglio sopporta la siccità e le alte temperature, ha dimostrato di sopportare meglio l’inquinamento urbano; i pollini del leccio non mostrano particolari alterazioni morfologiche e la loro vitalità si attesta su valori molto alti (85-90%) sia in zone urbane che extraurbane. Un comportamento molto strano è stato osservato per Parietaria diffusa: questa specie mostra le più alte percentuali di vitalità pollinica nelle zone ad elevato inquinamento atmosferico, poiché sembra aver sviluppato un particolare metabolismo atto a trasformare positivamente l’effetto degli inquinanti (4). In conclusione, la durata del ciclo vitale delle Spermatofite ha una importanza fondamentale per l’adattamento delle specie alle mutate condizioni ambientali. Parietaria, con il suo veloce ritmo di crescita e il lungo periodo di fioritura produce una infinità di semi e, quindi, di genotipi da sottoporre alla selezione ambientale. Al contrario, Pinus e Picea con i loro lunghissimi tempi di sviluppo vegetativo e riproduttivo mal si adattano a bruschi cambiamenti ambientali e pagano la loro lentezza a caro prezzo, fino alla morte.
Diversi effetti dell'ambiente urbano sul ciclo vitale delle Spermatofite.
BRICCHI, Emma;MINCIGRUCCI, Gianfranco;GIGANTE, Daniela;VENANZI, Giuseppe;VENANZONI, Roberto
2008
Abstract
Negli ultimi anni le condizioni urbane hanno subito notevoli trasformazioni influenzando in vario modo la vita delle piante ivi inserite spontaneamente o per scopo ornamentale. Le trasformazioni più importanti hanno riguardato l’incremento delle temperature e dell’inquinamento, fenomeni che, come noto, interessano tutto il pianeta, ma che mostrano effetti più marcati nelle città rispetto alle zone extraurbane. Le aree urbane sono più calde di quelle non urbanizzate, poiché l’asfalto e i materiali edilizi si riscaldano intensamente durante il giorno; non va trascurato, inoltre, anche il notevole apporto di calore e di inquinanti da parte dei motori delle automobili, del riscaldamento domestico e dall’uso indiscriminato di diserbanti per pulire le mura cittadine dalla Parietaria e le bordure stradali dalle Gramineae. Nelle città, oltre all’inquinamento e alle temperature più elevate, anche la siccità ha giocato un ruolo negativo più pesante sulle piante, dato che i marciapiedi, l’asfalto della copertura stradale e le aiuole di ridotta dimensione, riducono la permeabilità dei terreni e l’assorbimento dell’acqua da parte delle radici. A partire dalla estate torrida e siccitosa dell’anno 2003, molto marcata è stata la morìa di diverse essenze (1). Questa è risultata più accentuata in quelle specie il cui areale di distribuzione non coincide con l’ambiente in cui sono inserite come ornamentali. E’ questo il caso, per l’Italia centrale, di Betula alba, Pinus sylvestris e Picea excelsa: queste specie si trovano ad occupare il limite meridionale del loro areale e prediligono temperature più fresche di quelle verificatesi negli ultimi anni. La sofferenza di queste specie è stata confermata da alcuni studi effettuati presso il Laboratorio di Palinologia del nostro Dipartimento sulla morfologia e vitalità dei pollini prelevati da essenze inserite in habitat urbani. La vitalità dei pollini, valutata con il test del TTC, è risultata inferiore al 50%, evidenziando uno stato di salute delle piante non buono o, quantomeno, una sofferenza delle stesse. Per le Pinaceae, inoltre, è stato riscontrato un aumento delle forme anomale dei granuli pollinici riguardanti soprattutto la morfologia delle sacche aerifere (2). Analogo comportamento, sebbene meno marcato, è stato osservato in Tilia cordata specie inserita nel contesto urbano ma che predilige habitat montani più freschi; la vitalità dei pollini del tiglio scende drasticamente al 12-14% quando questi vengono prelevati da esemplari inseriti in crocevia cittadini ad intenso traffico veicolare (3). Diversamente, Quercus ilex, specie che essendo inserita nel suo areale meglio sopporta la siccità e le alte temperature, ha dimostrato di sopportare meglio l’inquinamento urbano; i pollini del leccio non mostrano particolari alterazioni morfologiche e la loro vitalità si attesta su valori molto alti (85-90%) sia in zone urbane che extraurbane. Un comportamento molto strano è stato osservato per Parietaria diffusa: questa specie mostra le più alte percentuali di vitalità pollinica nelle zone ad elevato inquinamento atmosferico, poiché sembra aver sviluppato un particolare metabolismo atto a trasformare positivamente l’effetto degli inquinanti (4). In conclusione, la durata del ciclo vitale delle Spermatofite ha una importanza fondamentale per l’adattamento delle specie alle mutate condizioni ambientali. Parietaria, con il suo veloce ritmo di crescita e il lungo periodo di fioritura produce una infinità di semi e, quindi, di genotipi da sottoporre alla selezione ambientale. Al contrario, Pinus e Picea con i loro lunghissimi tempi di sviluppo vegetativo e riproduttivo mal si adattano a bruschi cambiamenti ambientali e pagano la loro lentezza a caro prezzo, fino alla morte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.