Obiettivi. In età evolutiva, i disturbi respiratori in sonno (SRBD) sono associati a un calo delle performance scolastiche, ad anomalie comportamentali, disattenzione, iperattività e a disturbi esternalizzanti, effetto del disfunzionamento esecutivo globale. Scopo dello studio è esplorare la relazione tra sindrome delle apnee ostruttive in sonno (OSAS) e difficoltà di apprendimento in soggetti in età scolare. Metodi. 40 bambini (23 maschi) di età compresa tra i 7 e i 13 anni (età media 9,72±1,75) sono stati reclutati consecutivamente per sospetta OSAS presso il Laboratorio del sonno in età evolutiva della UOSD di Neuropsichiatria Infantile dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e, quindi, sottoposti a valutazione cognitiva, delle abilità di apprendimento e a polisonnografia notturna. Risultati. I due gruppi identificati (DSA e No-DSA) in base alla prestazione alle prove di valutazione degli apprendimenti accademici sono risultati confrontabili per età (p=0,130) e genere (p=0,845). Il 40% della popolazione affetta da OSAS studiata, risulta affetta da DSA. I bambini OSAS con associato DSA presentano un livello di ODI significativamente superiore rispetto ai bambini OSAS senza DSA (p=0,037) [Tabella 1]. Dall’analisi di correlazione emerge la presenza di una relazione significativamente positiva tra la percentuale di desaturazione di O2 e la deviazione standard del numero di errori fonologici a un compito di scrittura (EF) (r = -.962, p=0,038) e una speculare relazione significativamente negativa tra la percentuale di desaturazione di O2 e la deviazione standard del numero di errori non fonologici a un compito di scrittura (r=.969; p=0,031). Conclusioni. I dati del presente studio supportano l’ipotesi che i disturbi respiratori in sonno compromettano le normali capacità di apprendimento di soggetti in età evolutiva. Tale risultato, da un punto di vista applicativo, conferma la necessità di intervenire precocemente sui disturbi respiratori in sonno e parallelamente di progettare,nei soggetti con disturbi di apprendimento, programmi riabilitativi che includano anche, dopo un’adeguata valutazione in fase diagnostica, trattamenti specifici sul sonno. Allo stesso tempo questo studio evidenzia l’importanza di promuovere, nell’ambito dei disturbi specifici di apprendimento, ricerche e studi che ne approfondiscano il legame coi disturbi respiratori e col sonno in generale e in particolare la necessità di approfondire le caratteristiche macro e microstrutturali del sonno di soggetti con DSA.
Apprendimento e sindrome delle apnee ostruttive in sonno in età pediatrica: studio pilota osservazionale
Gallai, Beatrice;
2024
Abstract
Obiettivi. In età evolutiva, i disturbi respiratori in sonno (SRBD) sono associati a un calo delle performance scolastiche, ad anomalie comportamentali, disattenzione, iperattività e a disturbi esternalizzanti, effetto del disfunzionamento esecutivo globale. Scopo dello studio è esplorare la relazione tra sindrome delle apnee ostruttive in sonno (OSAS) e difficoltà di apprendimento in soggetti in età scolare. Metodi. 40 bambini (23 maschi) di età compresa tra i 7 e i 13 anni (età media 9,72±1,75) sono stati reclutati consecutivamente per sospetta OSAS presso il Laboratorio del sonno in età evolutiva della UOSD di Neuropsichiatria Infantile dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e, quindi, sottoposti a valutazione cognitiva, delle abilità di apprendimento e a polisonnografia notturna. Risultati. I due gruppi identificati (DSA e No-DSA) in base alla prestazione alle prove di valutazione degli apprendimenti accademici sono risultati confrontabili per età (p=0,130) e genere (p=0,845). Il 40% della popolazione affetta da OSAS studiata, risulta affetta da DSA. I bambini OSAS con associato DSA presentano un livello di ODI significativamente superiore rispetto ai bambini OSAS senza DSA (p=0,037) [Tabella 1]. Dall’analisi di correlazione emerge la presenza di una relazione significativamente positiva tra la percentuale di desaturazione di O2 e la deviazione standard del numero di errori fonologici a un compito di scrittura (EF) (r = -.962, p=0,038) e una speculare relazione significativamente negativa tra la percentuale di desaturazione di O2 e la deviazione standard del numero di errori non fonologici a un compito di scrittura (r=.969; p=0,031). Conclusioni. I dati del presente studio supportano l’ipotesi che i disturbi respiratori in sonno compromettano le normali capacità di apprendimento di soggetti in età evolutiva. Tale risultato, da un punto di vista applicativo, conferma la necessità di intervenire precocemente sui disturbi respiratori in sonno e parallelamente di progettare,nei soggetti con disturbi di apprendimento, programmi riabilitativi che includano anche, dopo un’adeguata valutazione in fase diagnostica, trattamenti specifici sul sonno. Allo stesso tempo questo studio evidenzia l’importanza di promuovere, nell’ambito dei disturbi specifici di apprendimento, ricerche e studi che ne approfondiscano il legame coi disturbi respiratori e col sonno in generale e in particolare la necessità di approfondire le caratteristiche macro e microstrutturali del sonno di soggetti con DSA.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.