L’olivo rappresenta una delle principali componenti vegetali del Bacino del Mediterraneo e le cultivar attualmente coltivate hanno avuto origine da un vasta ed eterogenea base genetica, che caratterizza ancora oggi la tipicità di alcune produzioni locali. Numerose sono ormai le iniziative volte alla salvaguardia della variabilità genetica di questa specie e sempre maggiore è l’esigenza di individuare efficienti ed innovative tecniche atte a tutelare il germoplasma vegetale in via di estinzione. Tra queste crescente interesse destano le tecniche di coltura in vitro, che, come è noto, trovano applicazione nella rapida propagazione di genotipi selezionati per la moltiplicazione di tipo massale, nei programmi di miglioramento genetico, nella diffusione e nel trasferimento di materiale di propagazione e, non da ultimo, nella conservazione ex situ del germoplasma. A questo riguardo, è stata condotta una sperimentazione in cui sono stati studiati alcuni dei 24 genotipi di olivo, di particolare interesse agrario e paesaggistico che, nell’ambito di una Convenzione tra Enti pubblici e privati dell’Italia centrale, erano stati precedentemente micropropagati al fine di disporre di piante madri certificate. In particolare, le ricerche hanno avuto come obiettivo: 1) ottimizzare il protocollo di proliferazione; 2) verificare la possibilità di sottoporre gli espianti vitro-derivati ad incapsulamento, quale innovativo strumento biotecnologico per la conservazione e la diffusione delle risorse genetiche vegetali. Oggetto di studio, condotto presso il Laboratorio di colture in vitro del DSAA dell’Università di Perugia, sono stati 2 genotipi tra quelli studiati in precedenza (‘Correggiolo’, proveniente dall’Emilia-Romagna e ‘Raggia’, individuata nelle Marche) e la ‘Dolce Agogia’, cultivar umbra già in collezione presso il Laboratorio di colture in vitro. Per quanto riguarda il primo obiettivo, è stato valutato l’effetto di diverse concentrazioni di zeatina (0,5-1,0-2,0-4,0 mg l-1) sull’attività proliferativa degli espianti.
Tecniche di coltura in vitro per la salvaguardia di germoplasma locale di olivo.
MICHELI, Maurizio;GARDI, Tiziano;PILLI, Massimo;STANDARDI, Alvaro
2008
Abstract
L’olivo rappresenta una delle principali componenti vegetali del Bacino del Mediterraneo e le cultivar attualmente coltivate hanno avuto origine da un vasta ed eterogenea base genetica, che caratterizza ancora oggi la tipicità di alcune produzioni locali. Numerose sono ormai le iniziative volte alla salvaguardia della variabilità genetica di questa specie e sempre maggiore è l’esigenza di individuare efficienti ed innovative tecniche atte a tutelare il germoplasma vegetale in via di estinzione. Tra queste crescente interesse destano le tecniche di coltura in vitro, che, come è noto, trovano applicazione nella rapida propagazione di genotipi selezionati per la moltiplicazione di tipo massale, nei programmi di miglioramento genetico, nella diffusione e nel trasferimento di materiale di propagazione e, non da ultimo, nella conservazione ex situ del germoplasma. A questo riguardo, è stata condotta una sperimentazione in cui sono stati studiati alcuni dei 24 genotipi di olivo, di particolare interesse agrario e paesaggistico che, nell’ambito di una Convenzione tra Enti pubblici e privati dell’Italia centrale, erano stati precedentemente micropropagati al fine di disporre di piante madri certificate. In particolare, le ricerche hanno avuto come obiettivo: 1) ottimizzare il protocollo di proliferazione; 2) verificare la possibilità di sottoporre gli espianti vitro-derivati ad incapsulamento, quale innovativo strumento biotecnologico per la conservazione e la diffusione delle risorse genetiche vegetali. Oggetto di studio, condotto presso il Laboratorio di colture in vitro del DSAA dell’Università di Perugia, sono stati 2 genotipi tra quelli studiati in precedenza (‘Correggiolo’, proveniente dall’Emilia-Romagna e ‘Raggia’, individuata nelle Marche) e la ‘Dolce Agogia’, cultivar umbra già in collezione presso il Laboratorio di colture in vitro. Per quanto riguarda il primo obiettivo, è stato valutato l’effetto di diverse concentrazioni di zeatina (0,5-1,0-2,0-4,0 mg l-1) sull’attività proliferativa degli espianti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.