si è inteso verificare la possibilità di ricorrere alle colture in vitro, al fine di disporre sia di un efficiente strumento biotecnologico per il recupero e la conservazione ex situ di una vecchia varietà di susino (cv. Cullina), tipica del comprensorio toscano, sia di una moderna tecnica di propagazione per l’eventuale reintroduzione in situ e diffusione commerciale. Per l’avvio delle colture asettiche sono stati impiegati con successo sia espianti uninodali prelevati all’inizio dell’estate, in pieno campo, da una pianta madre adulta, che apici meristematici, isolati da gemme a legno presenti sui rami di 1 anno. Successivamente è stato saggiato l’effetto di tre diversi complessi ormonali, addizionati al substrato costituito dalla componente nutritiva MS, arricchita di 30 g l-1 di saccarosio, sull’attività proliferativa degli espianti stabilizzati. Al termine di 4 subcolture successive, l’impiego del substrato arricchito dal complesso ormonale costituito da BAP (5 mg l-1), NAA (0,1 mg l-1) e GA3 (1 mg l-1) ha indotto un coefficiente di moltiplicazione molto soddisfacente, pari a 25,6, con la produzione di germogli mediamente lunghi 16,4 mm, idonei alla successiva fase di radicazione. La sperimentazione è proseguita con l’obiettivo di valutare l’abilità rizogena dei germogli vitro-derivati della ‘Cullina’.

La coltura in vitro del susino per la propagazione e la salvaguardia di germoplasma locale.

GARDI, Tiziano;MICHELI, Maurizio;STANDARDI, Alvaro
2007

Abstract

si è inteso verificare la possibilità di ricorrere alle colture in vitro, al fine di disporre sia di un efficiente strumento biotecnologico per il recupero e la conservazione ex situ di una vecchia varietà di susino (cv. Cullina), tipica del comprensorio toscano, sia di una moderna tecnica di propagazione per l’eventuale reintroduzione in situ e diffusione commerciale. Per l’avvio delle colture asettiche sono stati impiegati con successo sia espianti uninodali prelevati all’inizio dell’estate, in pieno campo, da una pianta madre adulta, che apici meristematici, isolati da gemme a legno presenti sui rami di 1 anno. Successivamente è stato saggiato l’effetto di tre diversi complessi ormonali, addizionati al substrato costituito dalla componente nutritiva MS, arricchita di 30 g l-1 di saccarosio, sull’attività proliferativa degli espianti stabilizzati. Al termine di 4 subcolture successive, l’impiego del substrato arricchito dal complesso ormonale costituito da BAP (5 mg l-1), NAA (0,1 mg l-1) e GA3 (1 mg l-1) ha indotto un coefficiente di moltiplicazione molto soddisfacente, pari a 25,6, con la produzione di germogli mediamente lunghi 16,4 mm, idonei alla successiva fase di radicazione. La sperimentazione è proseguita con l’obiettivo di valutare l’abilità rizogena dei germogli vitro-derivati della ‘Cullina’.
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